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Breganze. Il progetto esecutivo del bacino di laminazione sull’Astico non piace a comitati e sindaci

Il progetto esecutivo del bacino sull’Astico non piace ai comitati e ai sindaci che sottolineano che la sua costruzione prevista su un terreno estremamente permeabile, porterebbe a continui allagamenti sotterranei.

E’ stato pubblicato il progetto esecutivo per il primo stralcio del bacino di laminazione previsto lungo il torrente Astico nel territorio di Breganze, Sandrigo e Montecchio Precalcino.
La progettazione esecutiva è l’ultimo stadio dell’iter progettuale. Il progetto esecutivo presenta modifiche sostanziali rispetto al progetto definitivo approvato nel 2016 e contestato dalle amministrazioni e dai comitati civici del territorio: modifiche che riguardano le arginature, i manufatti di presa e di restituzione dell’acqua, gli interventi in alveo e nella zona di deposito dei limi, gli interventi per la messa in sicurezza dell’ex discarica  – che comunque non verrebbe rimossa, come invece lasciavano intendere alcune dichiarazioni sui media  da parte di tecnici regionali.
L’insieme di queste modifiche accredita le osservazioni critiche mosse fin qui da amministrazioni locali e comitati. Tali osservazioni risultano infatti in parte accolte, sebbene limitatamente ad aspetti tecnici e
non in un più generale ripensamento dell’opera e in una diversa relazione con il territorio interessato.
Questa revisione del progetto sembra contraddire quanto affermato solo pochi mesi fa, a maggio 2022, dal Comitato Tecnico Regionale V.I.A., che ha rinnovato per 8 anni la validità della valutazione di impatto ambientale al progetto definitivo – risalente al 2016 e scaduta a maggio 2021 – poiché “dal punto di vista ambientale non sono intervenute variazioni alle varie componenti
considerate tali da rendere necessaria una revisione delle opere proposte”.
Contro tale proroga, a fine agosto le amministrazioni locali hanno presentato ricorso presso il Tribunale Superiore dell’Acqua Pubblica.
Amministrazioni e cittadinanza hanno a disposizione 30 giorni per presentare osservazioni tecniche relative al nuovo progetto. Il bacino di laminazione sul torrente Astico rientra nella pianificazione regionale per la sicurezza idraulica e geologica, risalente al 2011. Pianificazione che prevede la realizzazione di diverse grandi opere di laminazione lungo i fiumi del Veneto. Nel caso specifico, lungo il torrente Astico sono previsti quattro interventi: a Meda (Velo d’Astico), due contigui a Breganze e Sandrigo, uno più piccolo a Marola (Torri di Quartesolo), per una capacità di invaso complessiva di 19 milioni di mc d’acqua. La sola opera finanziata e in fase di progettazione avanzata è il primo stralcio del bacino di Breganze e Sandrigo: 4,8 milioni di mc d’invaso (stimati) per circa 35,5 milioni di euro di spesa.
Fin dal 2015 amministrazioni e settori della cittadinanza segnalano pubblicamente gravi criticità e limiti del progetto. Al contempo ne denunciano la natura esclusivamente ingegneristica che va a discapito del potenziale ecologico e sociale del luogo, oggi un’ampia area rinaturalizzata lungo il corso del torrente.
“Come comitati affermiamo che vi sono alcuni principi ai quali la programmazione territoriale, in questo caso riferita alla sicurezza idraulica, dovrebbe sempre attenersi ad una metodologia di programmazione e gestione territoriale che favorisca il dialogo con gli enti locali e la cittadinanza (approccio bottom-up), come previsto dagli indirizzi dell’Unione Europea.  – fanno sapere in una nota stampa i comitati Laboratorio Astico Tesina e Coordinamento Tutela Territorio Breganze – Altro, quindi, rispetto alle procedure ordinarie che riservano ai soggetti interessati spazi interstiziali a margine dei processi decisionali, con l’ostacolo oggettivo di procedure complesse, linguaggi specialistici, scadenze incalzanti. ; la promozione di piccoli interventi diffusi e integrati, a basso impatto, dove possibile multifunzionali e tali da generare valori molteplici per l’ambiente e le comunità locali. Ciò come alternativa sistemica al culto devastante delle “grandi opere”, i cui costi ambientali, sociali ed economici continuano a non venire adeguatamente considerati, e al quale la politica continua a soggiacere. Nel caso di “grandi opere” di indubbia necessità, previa approfondita valutazione e concertazione con i territori interessati, l’impegno per la massima riduzione dei rischi e per la moltiplicazione dei benefici ambientali e sociali connessi, cosicché il bilancio complessivo dell’opera risulti positivo anche per le comunità locali – continua la nota stampa – . Per quanto riguarda le opere di laminazione, numerose esperienze testimoniano che questo approccio è perseguibile con successo, ad esempio abbinando alla funzione di laminazione la conservazione di riserve d’acqua utili per contrastare la siccità (dove le condizioni geologiche
e ambientali lo permettono), realizzando interventi di ripristino ecologico di alta qualità, prevedendo che il sito sia accessibile con finalità ricreative e di educazione ambientale, per la
produzione energetica nelle forme appropriate al contesto, ecc. In una fase caratterizzata da gravissima e persistente siccità, è significativo che il progetto di bacino di laminazione in questione non consenta alcun utilizzo dell’acqua invasata e non comporti benefici per la ricarica della falda, trovandosi in un territorio non idoneo a tale funzione. Nelle circostanze attuali torniamo a esprimere la nostra contrarietà all’attuale progetto per il bacino di Breganze, Sandrigo e Montecchio Precalcino. – concludono i comitati –  Non contrarietà indiscriminata a qualsiasi opera di laminazione nell’area individuata, ma a uno specifico progetto, sviluppato senza alcun coinvolgimento del territorio, non risolutivo, costoso e altamente impattante. Pertanto torniamo a chiedere alle istituzioni competenti l’apertura di un tavolo di confronto con le amministrazioni locali e i gruppi della cittadinanza, per la definizione di soluzioni concertate all’indispensabile tema della sicurezza idraulica – strettamente connessa a questioni quali la crisi climatica e il consumo di suolo – e al contempo per la salvaguardia e la valorizzazione dei nostri ambienti fluviali” .