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Piovene. Famiglia adotta levriero spagnolo ‘buttato via’ dopo le corse dei cani

Anche lui ha attraversato il Mediterraneo nel suo personale viaggio della speranza. Anche lui, dopo una vita di sevizie, ha capito che poteva esistere l’affetto incondizionato di un padrone premuroso.

A Piovene Rocchette Luana Rebeschini e Alberto Lievore, titolari del Flo’s Bar in viale Vittoria, hanno adottato tramite l’associazione animalista ‘Insieme per FBM’ il levriero Aron, il secondo esemplare di galgo spagnolo che hanno voluto salvare da quella atroce mattanza legalizzata in Andalusia, perpetrata da numerosi organizzatori di corse dei cani e dagli allevatori della razza, che provoca la morte nei modi più atroci di oltre 70 mila levrieri all’anno.

Trascinati con l’automobile fino a spezzarsi le zampe, tenuti chiusi in piccolissime gabbie quando non gareggiano, impiccati o bruciati per arcaica tradizione rituale, abbandonati nelle campagne, buttati via come immondizia ormai in fin di vita, i galgos sono stati presi in cura negli ultimi anni dall’associazione che sogna di toglierli dal mondo delle corse. E per farli scappare dai loro stessi aguzzini ci ha disegnato sulla schiena due ali simboliche, di buon auspicio per la fuga da un carcere senza futuro e senza amore.

Nero come il carbone, lo sguardo supplichevole, il naso sempre a cercare una mano umana per avere una carezza, Aron sembra ormai, dopo due settimane dall’arrivo in Italia, aver dimenticato di essere stato abbandonato pelle e ossa dall’amorevole padrone precedente. O forse se lo ricorda fin troppo bene. Ha solo due anni ed ha il corpo pieno di cicatrici, probabilmente inferte per punizione e per le cadute durante le gare. Eppure, tra i tanti che non sopravvivono, Aron può dirsi un cane baciato dalla fortuna.

La prima ad arrivare nella famiglia Lievore era stata Amelie nell’aprile del 2016, dal carattere schivo e sospettoso, che aveva perso ogni fiducia verso gli umani. ‘Ci sono voluti  mesi – ha raccontato Luana – perché si abituasse ad aver fiducia in noi. I primi mesi, se noi andavamo via di casa, lei stava bene, era tranquilla quando stava da sola. Poi a poco a poco ha preso fiducia, ma ancora adesso non si lascia avvicinare da un estraneo tanto facilmente’.

‘Si trovano interi mucchi di carcasse di galgos soprattutto nell’Andalusia del sud, terra che porta avanti da secoli la trazione delle corse dei cani – ha ricordato Gaston Benedetto, uno dei volontari dell’associazione – abbandonate soprattutto dai ‘galgheros’ che organizzano corse illegali. Molti di questi sono rom, e purtroppo il giro di scommesse è molto grosso. Essendo una attività sommersa e altamente remunerativa, ogni crudeltà verso questi animali è permessa. Una tra tutte quelle già nominate, a molti cani viene strappato letteralmente il microcip dalla carne e impiantato in un altro cane, e ovviamente il primo viene soppresso o muore’.

‘Quando lo hanno raccolto – ha detto Luana raccontando di Aron – il cane era ridotto letteralmente ad un cadavere ambulante. Per non parlare delle cicatrici, dei segni delle botte. Aveva anche la coda spezzata. Dopo tre settimane a casa nostra Aron ha sviluppato una paura terribile di essere abbandonato, piange se lo lasciamo solo in casa, ma nel complesso sta bene, è ingrassato ed è molto affettuoso. Non finirò mai di condannare e combattere nel mio piccolo l’atroce destino di questi poveri animali’.

Per informazioni e adozioni: volontario1.xfbm@gmail.com – 340/9235204

 

Marta Boriero