La Regione concede al Comune di Schio solo 14,70 ettari da edificare da qui al 2050 e per tutelare i cittadini che per anni hanno pagato l’Imu per terreni con capacità costruttiva l’amministrazione si è rivolta direttamente al Presidente della Repubblica.
Troppa poca terra, visto che gli 83 ettari che erano in previsione sono stati ridotti a poco meno di 15 grazie ad una legge regionale che ha ridistribuito gli ettari edificabili suddividendo il Veneto in Aso (ambiti sovracomunali omogenei) che non corrispondono alle specificità del territorio e includono Schio nella stessa zona del basso-ovest vicentino.
Una fregatura per i proprietari che per 13 anni hanno pagato l’Imu per terreni edificabili che ora, pur rimanendo edificabili sulla carta, in realtà non vedranno mai un mattone. O meglio, lo vedranno i primi che arrivano e che presenteranno un progetto ‘al volo’ in modo da accaparrarsi quei 14 ettari.
E gli altri? “Rischiavano di ritrovarsi cornuti e mazziati”, ha commentato il sindaco Valter Orsi, che con la sua amministrazione, dopo che la Regione Veneto ha dato ragione e ammesso di essere incappata in una situazione ingarbugliata, ha scritto direttamente a Roma.
“La Regione ha trattenuto 8.530 ettari da ridistribuire, ma non ha specificato la logica della divisione – ha spiegato Orsi – Per questo abbiamo messo le mani avanti, per evitare che ci possano essere ‘raccomandazioni’ sotto elezioni”.
A guardare i numeri e la cartina, è evidente una sproporzione. Schio infatti, pur essendo l’area più grande e popolata dopo il capoluogo, in base alla distribuzione degli ettari secondo gli Aso, risulta averne molti meno rispetto a comuni più piccoli, come Gambellara e San Vito di Leguzzano.
“Il paradosso – ha continuato il sindaco – è che Schio, che è zona industriale, non può edificare mentre Gambellara, zona di vigneti lungo la quale passerà a breve una pista ciclabile da 5 milioni di euro. Il ricorso dell’amministrazione comunale mira a tutelare i cittadini, che per 13 anni hanno pagato l’Imu per terreni edificabili. Dopo la crisi e il crack delle banche, sarebbe inaccettabile che dovessero subire anche questo ‘sfregio’. Si andrebbe a togliere un diritto acquisito a persone che lo stanno già pagando. Non succedeva nemmeno negli espropri dell’unione sovietica. E a chi pensa che i soldi del ricorso siano danaro buttato via – ha concluso Orsi – rispondo che non è assolutamente vero. L’Imu pagata dai cittadini vale molto di più)”.
Non la pensa allo stesso modo Carlo Cunegato, consigliere di minoranza e leader di TesSiamo Schio, che avrebbe preferito cogliere la legge regionale come l’occasione per creare un nuovo modello di sviluppo, basato sulla salvaguardia del territorio e non sullo sfruttamento del suolo.
La pensano come Cunegato anche al Circolo Legambiente Schio Valleogra, che sulla riduzione di ettari edificabili imposta dalla Regione ha commentato: “Noi siamo per lo stop al consumo di suolo – ha spiegato Paolo Bevilacqua a nome del Circolo – Siamo allarmati al contenzioso che il Comune ha aperto con la Regione perché a Schio siamo già in una situazione di sovrasfruttamento del territorio con una percentuale di suolo impermeabilizzato che sfiora il 40% del totale (se si esclude il territorio collinare e montano). Il mondo è cambiato e le previsioni di qualche tempo fa non sono più valide. Siamo in un’epoca di emergenza ambientale e climatica che ci impone un cambio radicale di rotta e non possiamo più permetterci di perdere altro suolo. Dobbiamo piuttosto proteggere e recuperare quello che ancora è recuperabile. Ciò che serve, è un impegno serio a recuperare, rendere efficiente e a norma e a rimettere sul mercato edilizio l’esistente, comprese le strutture pubbliche in stato di abbandono o sottoutilizzate”.
Anna Bianchini