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Thiene. Ca’ Pajella e amministrazione uniti per i cittadini per costruire il futuro del quartiere. Ma presenti solo 20 residenti

Il 25 novembre scorso, il Centro Parrocchiale del Patronato San Sebastiano in zona Ca Pajella a Thiene è stato il luogo di un importante ritrovo organizzato dal Comitato di Quartiere, con la partecipazione attiva dell’amministrazione comunale. L’evento, che si è svolto dalle 10 alle 13, ha visto la presenza del consigliere Vecelli e Kaabouri, i quali hanno dato il benvenuto ai partecipanti e hanno mostrato un vivo interesse per la mattinata.

Matteo Faccin, presidente del Comitato Ca’ Pajella, ha condiviso le sue impressioni dichiarando che l’incontro è stato positivo, con cittadini che hanno partecipato attivamente nonostante la deludente presenza di soli 20 partecipanti su 3500 residenti del quartiere. Faccin ha suggerito che questa scarsa partecipazione potrebbe derivare dalla difficoltà attuale di sentirsi parte di una comunità più ampia, soprattutto a seguito della pandemia.

All’evento, strutturato in tavoli di lavoro guidati da esperti urbanisti, sette ex colleghi dell’urbanista Faccin dottorandi dell’Università Iuav di Venezia, esperti che hanno partecipato come facilitatori: Alberto Bonora, Sofia Corradin, Katia Federico, Laura Ferretto, Federica Gerla, Sara Michielli e Giorgio Usinabia. I cittadini sono stati coinvolti in un’analisi SWOT focalizzata sulle opportunità e le minacce del quartiere, i suoi punti di forza e debolezza. Sono emersi diversi ragionamenti, i partecipanti hanno affrontato questioni cruciali, come la viabilità del quartiere pur sapendo che si sposterebbe il problema del traffico in altre zone, la necessità di avere una rete ciclo-pedonale più capillare e sicura, la necessità di rendere piazza Asiago più illuminata perché crea la percezione di poca sicurezza. Per questo motivo è nata una proposta che si inserisce all’interno di un’associazione di controllo vicinato. Non si tratta di ronde, ma di creare rete comunicativa tra vicini e, in caso di situazioni particolarmente sospette, chiamare le forze dell’ordine. E’ stata affrontata anche la tematica degli spazi per i giovani, il bisogno di riuscire a trovare luoghi dove poter permettere aggregazione e far sentire anche i giovani parte della comunità. Altro punto affrontato, la necessità di creare tanti piccoli eventi per riprendere in mano il senso di comunità a tutti i livelli, per aiutare l’integrazione anche di persone straniere o in difficoltà all’interno del quartiere. Quest’ultimo aspetto è risultato ancora più importante visto il basso numero di partecipanti.

Uno degli obiettivi principali è stato stimolare la partecipazione dei cittadini alla vita del quartiere. L’approccio del Comitato Ca’ Pajella è ispirato al modello di partecipazione cittadina di Bologna, cercando di coinvolgere i residenti nella creazione di idee e soluzioni realistiche per affrontare le sfide del quartiere.

L’incontro ha rappresentato un momento di dialogo costruttivo tra cittadini e istituzioni, ma la bassa partecipazione ha portato a una riflessione sulla connessione e l’identità della comunità. Matteo Faccin ha condiviso la sua analisi su LinkedIn, evidenziando l’importanza di creare occasioni di incontro e scambio per favorire l’integrazione, migliorare la percezione della sicurezza e potenziare la mobilità e gli spazi per i giovani:

“Sabato scorso si è tenuto un incontro, organizzato dal Comitato Ca’ Pajella, per discutere sul futuro del quartiere. L’evento è stato l’occasione importante per avviare un percorso di partecipazione attiva dei cittadini, per confrontarsi sulle sfide e sul potenziale del quartiere. Sono emerse diverse tematiche, tra cui:

-L’integrazione e il senso di appartenenza: il quartiere è abitato da persone di diverse culture e provenienze, ed è importante creare occasioni di incontro e scambio per favorire l’integrazione.
– La percezione della sicurezza: alcuni cittadini hanno espresso preoccupazione per la sicurezza del quartiere e si sono proposte iniziative adeguate per renderlo più sicuro.
– La mobilità: il quartiere ha delle buone aree ciclo-pedonali, ma sarebbe opportuno migliorare la qualità del servizio.
– La mancanza di spazi di incontro per i giovani: il quartiere offre pochi spazi dedicati ai giovani, che spesso si ritrovano a riunirsi in luoghi non adeguati.

L’incontro è stato un successo, in quanto ha permesso di avviare un dialogo costruttivo tra i cittadini e le istituzioni. Tuttavia, la partecipazione è stata inferiore alle aspettative, un segnale che ci invita a riflettere sulle connessioni e l’identità della comunità.”

Il Comitato Ca’ Pajella ha espresso la volontà di organizzare ulteriori incontri, coinvolgendo anche altri quartieri. A mostrare da subito interesse per l’iniziativa è stato infatti il quartiere di centro che ha ricevuto tutte in seguito tutte le informazioni sulle modalità organizzative. Per i cittadini che vorrebbero condividere idee e proposte è possibile inviare una email a comitato.capajella@gmail.com. Nonostante le sfide, la determinazione a costruire una comunità più forte e coesa è chiaramente palpabile.

Laura San Brunone