Si è distinta come donna per non aver attaccato mai gli avversari e perchè al ‘rumore’ dei social ha preferito il lavoro a testa bassa per portare in porto i progetti sulle fragilità che valgono tanti progetti del Pnrrr, oltre alle somme elargite dalla Regione per sostenere chi sta subendo un disagio sociale. Somme da capogiro che Thiene sta gestendo per tutti i comuni dell’Ambito Territoriale, di cui è capofila. Ma se non ci sono i progetti, si sa, i soldi non li porti a casa e ad Anna Maria Savio è toccato, a fine mandato, lavorare sodo con i sindaci dell’ex Ulss 4 per realizzare quello che si tramuterà in qualità della vita per i cittadini. Famiglie che vengono fuori da un momento storico che li ha travolti tra Covid, aumento bollette, povertà, disagi non solo economici. I progetti si occupano di fragilità intese anche come anzianità e disabilità.
‘Una grande responsabilità emotiva oltre alla gestione di così tanto denaro – spiega Anna Maria Savio – c’è in ballo il futuro di intere famiglie che hanno toccato il fondo, che lo toccano tutti i giorni e che, dati i tempi che corrono, rischiano di toccarlo. Ho sentito tanto il peso di questo mandato, che mi è stato affidato istituzionalmente in un contesto sociale che, dopo la pandemia, è mutato radicalmente. E’ questa la sfida, intercettare i disagi che a volte sono silenziosi perchè non tutti arrivano in comune a denunciarlo. Spesso, da amministratore, devi andare a cercarlo, a tirarlo fuori combattendo con quella sorta di pudore dietro il quale si corazzano molti veneti per indole’.
Come mai ha deciso di ricandidarsi?
“Le confido che ci ho pensato a lungo perchè sono un’insegnante, una moglie, una madre ed una nonna. Ho riflettuto a lungo. Oltre a voler continuare ad essere una collega di Giampi, che mi ha aiutata tantissimo, lo stimolo mi è arrivato pensando che in un momento del genere, con tutti i progetti in piedi, con tutte quelle famiglie per le quali sono diventata un punto di riferimento, non potevo non provare a dare prosecuzione al mio mandato. Se non verrò rieletta, pazienza, ma tutte quelle persone che abbiamo aiutato me lo hanno chiesto espressamente. Se penso a tutto il percorso fatto con loro, non riesco a pensare a doverli abbandonare. Anche se continuerei comunque ad occuparmi di loro, a prescindere dal ruolo di assessore”.
Lei si è distinta anche per quanto ha fatto per il mondo femminile, cosa le lascia allo scadere del suo mandato?
“Mi vengono in mente i volti delle donne, che hanno trovato rifugio negli alloggi, la loro paura, l’incertezza sul futuro che le attende. Soprattutto, i bambini. ‘Tosetti’ che sono diventati miei nipotini, che ispirano le mie giornate, la voglia di dare e di darmi. Ho impressa in testa la scena di un piccolo, al quale siamo andati a portare dei regalini. Ricordo che salutando lui e la sua mamma, si è aggrappato alla gamba di Giampi e non voleva staccarsi. Forse in quel gesto c’era il suo bisogno di avere una figura paterna. La mia vicinanza si è concretizzata anche attraverso le numerose iniziative rivolte alle donne malate di cancro. Sono fermamente convinta che sia indispensabile parlare di questa malattia, da cui sono stata direttamente colpita, per poterla combattere“.
“Guardi io non sono brava e non voglio attaccare, figuriamoci le altre donne. Il mio impegno per loro è stato totale e non mi sentirete mai di fare nemmeno ironia su questo tema. Se vuole proprio, possiamo scherzare sugli outfit della campagna elettorale, ma le assicuro che non sono una che spende molto. Tutt’altro. Ho la mia personalità, sono una nonna e un’insegnante e non ho bisogno di copiare. Se qualcuno si è ispirato a me posso esserne solo onorata”.
N.B.