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Chiavegato porta a Thiene il ‘verbo dell’indipendenza’: ‘Noi, servi di Roma’. Ma ammette: ‘Per me è l’ultima corsa’.

Lucio Chiavegato arriva a Thiene a portare la sua personale visione di indipendenza e i suoi ‘fedelissimi’ che ieri ,hanno riempito la sala conferenze di palazzo Cornaggia lo hanno ascoltato e sono intervenuti con grande partecipazione in più di 2 ore di dibattito.

 

Con un monologo tutto in lingua veronese (a chiamarlo dialetto si fa peccato) Chiavegato ha fatto una panoramica a 360 gradi sui temi da sempre cari agli indipendentisti veneti quali la rivolta fiscale e l’autodeterminazione, ma ha anche ammonito i presenti a portare il ‘verbo’ dell’indipendenza fuori dalle mura per recuperare preziosi voti. Tutto in vista delle Regionali di maggio, dove l’ex forcone correrà, stando alle ultime notizie certe, in appoggio a Luca Zaia.

 

Ma il dito puntato contro il Veneto ‘polenton’ c’è e si vede. ‘Dobbiamo riconoscere i nostri peccati – ha affermato Chiavegato guardando negli occhi i presenti – e sbagliamo a definirci, come spesso sento, schiavi di Roma. Perché gli schiavi prima o dopo alzano la testa. Noi siamo servi di Roma, perché abbiamo accettato la nostra condizione volontariamente. Stiamo coscientemente favorendo una classe politica debosciata e la piramide di burocrati legati al potere. Vi ricordo solo per Renzi lavorano 2.000 dipendenti’.

 

‘Perché non ci siamo ribellati prima?’ Ha chiesto Chiavegato ai suoi. ‘Forse perché veniamo da 1.200 anni di pacifica convivenza sotto la Serenissima. Mi sono convinto che sarà dal Sud e non da noi che verrà la rivolta, e si verificherà quando prima o dopo toglieranno l’assistenzialismo. Al Sud non ci penseranno due volte: apriranno gli armadietti e tireranno fuori le lupare. E noi cosa dobbiamo aspettare ancora? In Veneto abbiamo il record dei suicidi in Italia e centinaia di aziende esistono solo per aprire i portoni. Su facebook leggo di impiccagioni tutti i giorni ma quando arriva il bollettino rai chiniamo la testa e andiamo a pagarlo. Ormai abbiamo accettato la nostra condizione di servi come normale. Non passerà tanto che il Veneto sarà la zona industriale della Germania, e i nostri figli andranno a Londra e in Australia a fare i camerieri, come d’altronde stanno già facendo’.

 

Il sanguigno imprenditore del mobile di Bovolone idolatrato dai suoi fans si è voltato poi indietro ripensando alle lotte per la ‘libertà’. ‘In 20 anni le ho provate tutte per l’indipendenza del Veneto – ha confessato Chiavegato – manifestazioni, la rivoluzione del 9 dicembre con i forconi, ho subito perquisizioni e la galera’. E la conclusione ha un pizzico di amarezza: ‘Par mi xe l’ultima corsa, e vorìa che fusse la volta bona. Ho sacrificato vent’anni della mia vita. Chiudo qua. Veneti, lasciate alle spalle questa parentesi di 149 anni di falsa Unità e fate la cosa più rivoluzionaria della vostra vita mettendo una ‘X’ sulla lista Chiavegato. Vi prometto che se vinceremo queste regionali un’ora dopo lo scrutinio dichiarerò l’indipendenza del Veneto’.

 

Un breve intervento anche di Don Marino Ruggero, il prete padovano alla ribalta della cronaca nel febbraio del 2014 per aver incoraggiato lo sciopero fiscale. ‘Se dobbiamo aspettare ancora per anni che lo stato faccia qualcosa, rassegniamoci: meglio che lo facciamo noi. Dalla Curia mi dicono di non andare a queste serate e di mandre la gente alla Caritas, se hanno bisogno. Ma io sono convinto che la chiesa deve essere più vicina alla gente di come lo è ora. Le famiglie vengono da me per chiedere da mangiare, non soldi, pacchi di pasta per sopravvivere. Dico solo: San marco è un evangelista. Ascoltiamolo perché è l’evangelista che ‘tien par noialtri veneti’.

 

Marta Boriero