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Schio. L’annus horribilis della Sanità. Per le elezioni meglio puntare su altro

Ma chi ve lo fa fare a cavalcare un tema così controverso ?

La Sanità dell’Alto Vicentino sempre più al centro della campagna elettorale, ma non è detto che, in questa tornata elettorale, ospedali e medici siano un cavallo di battaglia vincente. E’ chiaro che ai cittadini servono servizi medici e territoriali. Soprattutto interlocutori preparati, di certo non tornei ‘uno contro l’altro’, che finiscono con il mettere in luce il candidato che urla di più, a discapito di una sanità che richiede attenzione ed una pianificazione capillare, che tra Santorso e Bassano pare ancora non esserci.

Milioni di euro, miliardi, per fare sentire i cittadini sicuri nel loro territorio, nei loro ospedali, cosa che comporta una pianificazione territoriale di reparti e personale, che mal si concilia con le urla della politica del momento, con prese di posizione non sempre chiare, che ai cittadini creano confusione. A volte, vera e propria disinformazione.

Sono finiti i ‘tempi d’oro’, quando il fulcro era il project financing, una vagonata di soldi con un debito implicito di 24 anni. Un tema che il sindaco di Schio aveva cavalcato con maestria, ma i tempi lo permettevano. Ora i problemi sono molto più tecnici e l’aria da campagna elettorale pare non essere salutare. Nella crisi della Sanità dell’Alto Vicentino si parla di reparti, medici, primari, concorsi, riforma regionale, formazione nazionale, privato e pubblico che si fanno concorrenza. Forse troppo, per sindaci di paese che corrono alla poltrona cittadina in prima persona, in comuni nei quali le amministrazioni sono tutte in fase di riconferma o di rinnovo e quindi, è facile immaginare, che da giugno in poi la ‘complicità territoriale’ (fondamentale per la Sanità locale), sarà da ristabilire.

Le polemiche

La conferenza dei Sindaci e la dura presa di posizione del sindaco di Schio Valter Orsi, che ha invitato a non strumentalizzare un tema così delicato soprattutto quando non lo si conosce in tutti i suoi aspetti, sono seguiti alla dichiarazione del centro sinistra che ha organizzato una raccolta firme per valutare con i cittadini un eventuale scioglimento della Ulss 7 per proseguire con l’aggregazione alla Ulss di Vicenza. Scelta da cui si è staccato perfino il Pd provinciale, deciso a difendere la scelta dei sindaci di andare avanti con un’azienda sanitaria ‘atipica’ per il Veneto, visto che è l’unica a non fare capo ad un capoluogo di provincia. Poi, la discesa in campo del consigliere regionale Finco, che ha sostanzialmente tentato di ‘imbavagliare’ chiunque si mettesse contro a quella parte di Regione che sostiene la Ulss Pedemontana che non fa capo solo a Santorso, ma anche a Bassano, dove si contano numerosi esponenti regionali del Carroccio, tra i quali lo stesso Finco. Posizione smentita poi dalla stessa Lega di Schio, la cui candidata, Ilenia Tisato, si è dichiarata favorevole a valutare la fusione con Vicenza.

A questo punto, quando l’unica cosa chiara è che di chiaro non c’è proprio nulla, non sarebbe forse il caso di scegliere un altro argomento su cui sfidarsi in campagna elettorale e lasciare fuori, ma per davvero, la pelle dei cittadini?

Certo, la Sanità alletta. Grazie al project financing, a suon di limoni e Cordate, Valter Orsi si era preso Schio nel 2014 dopo decenni di centro-sinistra. Ma quei tempi sono passati, con il contratto pagato regolarmente dalla Regione. La riforma sanitaria e la riduzione delle Ulss da un lato e la carenza cronica di medici dall’altra, non sono colpa dei sindaci, ma di necessità di tagli regionali-nazionali e di una mancata programmazione di turn over professionale. Imposizioni che arrivano dall’alto, con i Sindaci costretti a tirare la coperta fin dove possono e fin dove sono in grado di farlo.

E là dove, da tecnici ed addetti ai lavori non si evince l’esigenza di smantellare la Ulss 7 per andare con Vicenza, emerge invece che manca una divisione netta di ruoli tra Santorso, Bassano e Asiago. Uno studio, in cui si pianifichino i reparti in base alle esigenze del territorio e alla concorrenza delle Ulss limitrofe, in grado al tempo stesso di fornire ai cittadini il pieno supporto socio-sanitario e di lungodegenza.

Un “io faccio questo e tu quest’altro” insomma, costruito non tanto con l’intenzione di dividersi poltrone e ruoli, ma con la voglia di dare a quella porzione di territorio che da Bassano del Grappa arriva a Valli del Pasubio, passando per l’Altopiano di Asiago, una copertura di servizi di base e di prima chirurgia necessari, ma senza pretendere eccellenze che spettano, per una questione di numeri, agli ospedali hub o ai centri di grande specializzazione.

“Stop alla campagna elettorale sulla pelle dei cittadini”, questa volta dovrebbero dirlo i cittadini stessi, ai quali spetta una Sanità eccellente, con rappresentanti istituzionali impegnati a dare, a costi proporzionati, un servizio adeguato sul territorio, valutando con numeri ed utenze quali siano i reparti da spostare in un ospedale o in un altro, lungodegenza e riabilitazione inclusa. Il tutto, considerando che se un utente si sposta fuori dalla sua Ulss di appartenenza (per andare a fare la riabilitazione a Trento, ad esempio), sarà la Ulss stessa a doverne coprire i costi, venendo meno a quel rapporto costi-benefici che piace poco, ma che è fondamentale per il benessere della Ulss che, come aveva sottolineato l’ex DG Giorgio Roberti”, è un’azienda a tutti gli effetti e deve veder tornare i suoi conti.

Comunicati da Circolo Pd scledense, Schio Città Capoluogo e Siamo Veneto Schio

“Leggiamo con rammarico il virgolettato del consigliere regionale Finco che riporta ‘È davvero ributtante fare campagna elettorale sulle spalle degli ammalati’ in riferimento alle dichiarazioni del candidato sindaco di Schio Leonardo Dalla Vecchia – spiegano i segretari di circolo del Pd dell’area scledense e della Valle dell’Astico – Da democratici nel nome e nei fatti siamo inorriditi dal constatare che un consigliere regionale proveniente da una zona che nulla ha a che vedere con lo scledense ed i comuni adiacenti all’ospedale di Santorso si permetta di imporre gli argomenti che si possono o non si possono affrontare in campagna elettorale, dimostrando solamente di voler mettere un bavaglio da una parte al confronto democratico e dall’altra ai giornalisti. L’iniziativa in questione, che nasce autonomamente da un processo democratico, ha origine dalle istanze dei cittadini di un territorio che, a quanto pare, la regione sembra aver decretato di serie B. Invitiamo il consigliere Finco a prendere una posizione coerente e trasparente: o sta con il territorio, con i cittadini e con i lavoratori della sanità o sta con chi da Venezia impone un sistema sanitario fallimentare per l’intero Veneto. Infine, un dubbio ci assale: dov’erano il consigliere Finco e la Lega quando 5 anni fa Valter Orsi cavalcava l’onda dell’ospedale di Santorso durante la campagna elettorale?”

“Negli ultimi anni sono stati dismessi parzialmente tre ospedali (Schio, Thiene, Malo) costruendone uno nuovo a Santorso come polo ospedaliero per tutta l’area, eppure non si percepiscono miglioramenti sostanziali nei servizi offerti ai cittadini – ha spiegato Alex Cioni, portavoce di Schio Città Capoluogo – I tre vecchi ospedali sono ancora parzialmente attivi gravando ulteriormente sulle casse pubbliche e in questi anni sono spuntate come i funghi le cliniche private, ma essendo convenzionate con il Ssn, è come se fossero delle cliniche pubbliche. A questo punto è lecito chiedersi se costruire un nuovo nosocomio lasciando operative tutte le altre strutture ospedaliere, con i costi che inevitabilmente ricadano sui cittadini, sia stata una decisione ponderata da ragioni strutturali per garantire una migliorare efficienza del servizio, o per altre meno nobili motivazioni. Inoltre c’è un aumento di professionisti che decidono di operare nelle cliniche private, le quali però ricevono dei soldi pubblici per ogni prestazione offerta, il che innesca una concorrenza non propriamente leale con il settore pubblico”.

“Qualsiasi progetto si abbia in mente sull’ospedale di Santorso esso non può prescindere dalla salvaguardia, in primis, di reparti essenziali al suo funzionamento e quindi alla sua ragion d’essere per l’avvenire – spiegano da Siamo Veneto Schio – In quest’ ottica, tempo fa, il Comitato Ulss Pedemontana ha presentato una proposta alle istituzioni regionali competenti , con la mediazione del consigliere regionale di Siamo Veneto Antonio Guadagnini, per la conferma dei reparti ritenuti appunto essenziali. Se, nella prossima e imminente valutazione della competente commissione regionale si darà ufficialità con la conseguente approvazione di quanto proposto, potremo, allora sì, intraprendere un percorso virtuoso di ri-qualificazione delle strutture ospedaliere esistenti complementare alle giuste esigenze dei cittadini di entrambe le realtà (Schio e Bassano)”.

Giorgio De Zen, candidato di Coalizione Civica, si rivolge direttamente al Valter Orsi, che aveva dichiarato la presenza di un ‘burattinaio’ dietro le quinte. “E chi sarebbe? La Lega di Schio, in contrasto con quella di Bassano e quella regionale, ora dice basta con l’Ulss pedemontana e quindi si espone per una Ulss provinciale. Noi siamo stati i primi a richiedere tale scelta, pur nell’ambito di una regione che ha preso decisioni discutibili a livello organizzativo sanitario. Queste famose schede in cosa miglioreranno la situazione a Santorso? La carenza di medici resta. I nostri servizi sanitari territoriali in questi anni sono peggiorati, frutto anche di scelte politiche sbagliate. Ci si poteva tranquillamente opporre ai politici bassanesi che difendevano il loro ospedale (tanto più che a 15 chilometri da Bassano ci sono altri due ospedali)”.

Anna Bianchini