AltoVicentinOnline

Liste d’attesa e Pronto Soccorso ingolfato. A Sarcedo il punto sulla Sanità

“La Ulss 7 Pedemontana funziona bene, va solo migliorata”. E’ il succo di quanto è emerso ieri sera a Sarcedo, parole pronunciate dall’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin, chiamata per dare risposte dal candidato sindaco Giorgio Meneghello. L’assessore non ha nascosto le criticità che da tempo hanno colpito (anche in modo pesante) l’azienda sanitaria che fa comprende gli ospedali di Santorso, Bassano del Grappa e Asiago, ma ha permesso di puntare il faro sulle vere emergenze.

Liste d’attesa e 7 medici che mancano al Pronto Soccorso di Santorso, sono il più grande problema della sanità dell’Alto Vicentino, che dal 2017 a oggi, anno in cui ha preso il via la riforma sanitaria, ha subito una vera e propria trasformazione.

Non era pensabile in effetti, che la riduzione da 21 a 9 Ulss a livello regionale e le nuove classificazioni degli ospedali (hub, spoke e ‘di periferia’), sarebbe passata inosservata a livello pratico, quel che non ci sarebbe aspettato è, che a livello contingente, la carenza di medici nelle strutture pubbliche avrebbe causato uno sconquasso così evidente nella gestione ordinaria degli utenti degli ospedali.

“L’ospedale di Santorso funziona e anche la Ulss 7 Pedemontana, che è indipendente rispetto a Vicenza – ha sottolineato Manuela Lanzarin, assessore del comparto socio-sanitario, che da sola ‘muove’ il 90% del bilancio regionale – La nuova geografia sanitaria che si è delineata dal 2017 ha preso in considerazione le nuove necessità della sanità veneta, che in primo luogo riguardano l’invecchiamento della popolazione, la necessità di avere medicina del territorio e spazi per gli anziani, la cura delle patologie croniche e la necessità di avere ricoveri veloci per i pazienti acuti”.

Nessun dubbio quindi, che la Ulss 7, staccata da Vicenza sia un bene. Lo hanno sempre sostenuto i sindaci e la Regione si è sempre detta d’accordo ed è quanto continua ad emergere dalle analisi  dei numeri.

“Non ci sarà nessun depotenziamento degli ospedali di Santorso, Asiago e Bassano – ha continuato l’assessore – Anzi, il Muzan di Malo sarà potenziato, così come sono state inserite nuove unità di cura, come la ‘Breast Unit’. Con circa 400mila abitanti e 56 comuni di riferimento, la dimensione della Ulss 7 è ottimale. L’ospedale di Santorso è favorito rispetto a quello di Bassano, ma per una questione puramente pratica: è più nuovo e ha più posti letto”.

Sul problema delle liste d’attesa, più volte lamentato ed evidenziato nel territorio, l’assessore ha promesso una riflessione in tempi rapidi, ipotizzando la collaborazione con privati accreditati (i cui sosti fanno comunque capo al servizio sanitario regionale) per ‘snellire’ le interminabili liste.

Più grave, in termini di risoluzione concreta, la mancanza di medici al Pronto Soccorso.

“La carenza di medici è un grave problema nazionale – ha continuato Lanzarin – Le università sfornano medici ma non ci sono sufficienti borse di studio per le specializzazioni. Il Veneto, che ne ha circa 500, contribuisce a livello locale con altre 90 borse di studio, ma ancora non bastano. Per questo stiamo studiando soluzioni”.

Le soluzioni del Veneto includono la possibilità di far lavorare in ospedale gli specializzandi durante gli ultimi 2 anni di studio, il poter mettere sotto contratto di lavoro autonomo medici che sono già in pensione, lo stipulare accordi con università estere per ‘importare’ medici stranieri in corsia e, qualora si ottenesse l’autonomia regionale, la possibilità di bypassare le regole dei contratti nazionali pagando una retribuzione aggiuntiva ai medici per tenerli a lavorare nel pubblico.

“Il grande problema della carenza dei medici infatti è dato anche dal fatto che tantissimi vanno a lavorare nel privato”, ha spiegato Lanzarin. E non è difficile comprenderne il motivo: nel privato si lavora su programmazione, non esistono straordinari o emergenze, gli stipendi non sono regolati dal contratto nazionale e si può fare carriera come nel pubblico.

“La grande mobilità nel comparto dei medici implica che se un medico vuole trasferirsi, perché è più vicino a casa o perché ha maggiori possibilità di fare carriera, lo può fare senza difficoltà – ha spiegato l’assessore – Nel settore pubblico, quando si parla di medici, non è mai un problema economico perché lo stipendio è uguale ovunque, che sia a Milano o che sia ad Asiago”.

Utenti in crescita al  Pronto Soccorso di Santorso

400 al giorno circa sono gli accessi al Pronto Soccorso dell’ospedale di Santorso. Un numero molto alto per un ospedale spoke, che registra numeri in crescita ogni anno da quando è stato inaugurato. “Mancano i medici ma gli utenti si ricolgono all’ospedale Alto Vicentino arrivando anche da fuori Ulss – ha spiegato Marino Finozzi, ex assessore regionale, che la storia dell’ospedale di Santorso la conosce bene – Questo dimostra che la realtà è riconosciuta come efficace, perché oggi la gente non ha problemi a spostarsi in macchina. La sanità è cambiata anche per questo, oggi le persone vanno dove si sentono a loro agio.

“Per dare risposta al servizio di Pronto Soccorso – ha continuato Lanzarin – i medici vengono richiamati dai reparti. Per quanto riguarda il personale infermieristico non abbiamo nessun problema, il nuovo concorso ci garantisce già oltre 530 infermieri solo nella Ulss 7. Il problema è la carenza dei medici e su questo stiamo studiando soluzioni. Per le liste d’attesa – ha concluso – prometto che ci lavoreremo con urgenza”.

Anna Bianchini