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Breganze ricorda i Caduti della Meloria. Il centro invaso dai Parà per il 18 Raduno Triveneto Paracadutisti. Foto gallery

La piazza di Breganze gremita all’inverosimile, vestita di tricolore, riecheggiante dell’urlo “Folgore” lanciato dai baschi amaranto. L’orgoglio nazionale e il ricordo dei Caduti della Meloria, protagonisti assoluti al 18mo Raduno Triveneto Paracadutisti.

Una discesa massiccia di paracadutisti sul centro di Breganze, che portano con loro il ricordo d’un passato patriottico fatto di gloria ed onore da difendere, assieme al loro impegno presente, spesso silente, nel difendere la Patria.
Il cerimoniale di una domenica baciata dal sole, chiude così la tre giorni breganzese dedicata a chi serve la Nazione, stringendo l’amministrazione comunale di Breganze con quella di Arcugnano per celebrare nel contempo il 45mo anniversario dei Caduti della Meloria, tragedia che nel lontano 9 novembre 1971 scosse profondamente le due comunità vicentine, con la scomparsa del sottotenente Ernesto Borghesan di Breganze e il caporale Luciano Dal Lago di Breganze, entrambi a bordo

di ‘Gesso 4’, il C130 in volo per un’esercitazione verso la Sardegna e che si inabissò nelle secche della Meloria, a sette chilometri dalla costa livornese, nel mar Tirreno che mai restituì 11 spoglie dei 52 militari deceduti.

Nelle parole del Colonnello Michele Zoppi di Arcugnano il perché dei raduni dei paracadutisti: “Servono per fare riflettere noi tutti sui valori della vita, oggi troppo spessa orfana delle virtù morali per cui i nostri caduti hanno lottato – continua il colonnello Zoppi – I nostri paracadutisti sono il ricordo di coloro che si sono immolati per la nostra libertà”.
Parole che hanno segnato il via alla sfilata, coi baschi amaranto, verdi e neri che sussultavo al passo di marcia scandito dalla banda militare, tra le vie cittadine fino a giungere al monumento dei caduti con la deposizione di una corona e col saluto ufficiale dei sindaci Piera Campana di Breganze e Paolo Pellizzarri di Arcugnano.
Una giornata dedicata al ricordo. Al ricordo degli uomini ghermiti dagli artigli della guerra, uomini semplici e forti che hanno contribuito col loro sacrificio a dare una Patria agli italiani. Su questo le autorità presenti,  salite poi sul palco in piazza Mazzini, hanno imperniato i loro discorsi.
“Vedere questa piazza gremita di persone è un’emozione grandissima – esordisce Piera Campana sindaco di Breganze – A maggior ragione perché siamo qua, assieme alle Penne Nere, ad accogliere i Parà con profondo orgoglio ed onore, un’occasione importante per il nostro piccolo ma accogliente paese”. Perché con le sue poco meno 9 mila anime Breganze non ha mai assunto posizioni di chiusura: “Mettendo in campo un Dna puro mai modificato nel tempo – conclude il sindaco Campan – Dando alla comunità quei valori che sono intrinsechi nella natura dei Parà, che sono per noi motivo di orgoglio e di esempio”.
Parole concise e dirette quelle del sindaco di Breganze, riprese anche dall’assessore regionale Elena Donazzan che per l’occasione oltre a portare i saluti della Regione Veneto, strappa forti consensi in piazza: “Siamo qua per celebrare i valori di un’Italia, che può essere migliore se si fonda sulla fede per la Patria e sull’amore per Dio – continua la Donazzan – Dobbiamo portare in alto il Tricolore sempre e dobbiamo renderci conto che si deve pensare di reintrodurre il servizio militare, affinché le fatiche, le vite e il sangue sparsi sull’Altopiano di Asiago per fondare l’Italia sono siano vani” E sul ‘Viva l’Italia” lanciato dalla Donazzan la piazza di Breganze è esplosa nel fragore del saluto più patriottico lanciato dai baschi.
La celebrazione ha poi avuto il proseguo con la commemorazione ufficiale al Parco della Meloria e le dimostrazioni di lancio di paracadutisti nei poli sportivi di Breganze, lasciando le vie del centro cittadino vibranti e rinnovate dall’energia contagiosa dei Parà.

Paola Viero