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L’Alto Vicentino si candida come quinta area urbana del Veneto

In barba ai tanti municipi, l’Alto Vicentino è una unica grande città e i comuni ci credono talmente tanto da averlo candidato in Regione come quinta area urbana del Veneto.

Il dato è emerso , nell’incantevole scenario di Villa Godi Malinverni di Lugo, dove il Lions Club Thiene Host ha organizzato una serata proprio per parlare di Alto Vicentino come di una nuova grande città, che ha superato gli individualismi dei campanili e grazie alla condivisione di progetti e servizi si proietta ad essere un punto di riferimento sotto ogni punto di vista.

Davanti ad una platea selezionata di addetti ai lavori, tra sindaci, imprenditori e professionisti nel settore della promozione a tutto tondo, hanno parlato i sindaci di Thiene e Schio, rispettivamente Giovanni Casarotto e Valter Orsi, il presidente della Conferenza dei Sindaci dell’Ulss 4 Robertino Cappozzo, il presidente del Lions Club Thiene Host Nazareno Leonardi, il presidente di Pedemontana Vicentina turismo Simone Gasparotto, Luca Romano (direttore Local Area Network), Francesca Durighel (Spazio Hub Thiene), Martino Sesso (Mega Hub Schio) e Paolo Gurisatti, presidente della Fondazione Palazzo Festari di Valdagno.

“Summania era il nome destinato all’Alto Vicentino nel momento in cui lo si individuava come una unica grande città – ha spiegato Nazareno Leonardi – In effetti, colloquiando con gli amministratori  e analizzando l’esistenza delle unioni e aggregazioni dei comuni, vediamo che non siamo lontani. Abbiamo anche in programma una app per i telefonini, che permetterà di scaricare tutte le informazioni che riguardano il territorio e agevoleranno il turismo”.

D’accordo sul concetto anche Valter Orsi, che ha spiegato la decisione di candidare in Regione la  quinta area urbana: “Quando si uniscono le funzioni e ci si aggrega, ogni campanile si abbassa e si cerca il compromesso per far funzionare le cose al meglio – ha commentato il sindaco di Schio – Per costruire una grande città, le difficoltà non riguardano il territorio, ma il rapporto personale dei singoli politici, che spesso pensano più a sé stessi e al loro ruolo che a un concetto di amministrazione globale. La politica deve fare i fatti ed è per questo che Thiene, Schio, San Vito di Leguzzano, Malo, Villaverla e Isola Vicentina si sono unite per candidarsi in Regione come ‘quinta area urbana’. Oltre a noi, sono altre due le candidature, il Camposampierese e la zona di Montebelluna. E’ arrivato il momento di ragionare in termini di area e non più di comuni – ha concluso Orsi – e di presentare progetti a lungo termine, che vadano avanti anche quando scade il mandato di un sindaco”.

Gli ha fatto eco Giovanni Casarotto: “I campanili sono solo un problema culturale – ha spiegato il sindaco di Thiene, sostenitore della città Alto Vicentino – Anche l’Europa è nata a piccoli passi. Non dobbiamo aspettare che la decisione di fare rete di servizi venga dall’alto, la dobbiamo creare noi stessi e più che parlare di unione di comuni, penso sia il caso di portare avanti politiche di unione dei servizi”.

Lo sviluppo della linea ferroviaria Schio-Vicenza e la volontà di avere un treno ogni mezz’ora, sarebbe un enorme balzo in avanti nella mobilità del territorio, così come fondamentali sono le infrastrutture Pedemontana e Valdastico (meglio se aperta anche fino a Trento). Tutti di questo avviso i tanti presenti, che hanno accolto di buon grado l’idea di una grande area urbana che coinvolga un po’ tutto il territorio.

Lavoro da sviluppare e start-up da  realizzare sono temi tra quelli presentati dagli spazi Hub di Thiene e Schio, per dare una mano al lavoro giovanile. “Ci sono sempre più laureati assunti nel settore manifatturiero – ha sottolineato Luca Romano – Poi vengono la sanità e l’educativo. Ma si stanno sviluppando turismo, enogastronomia e pratiche del buon vivere – ha concluso – segni fondamentali per uno sviluppo turistico”.

Soddisfatti i tanti sindaci e amministratori presenti, abituati a rimboccarsi le maniche del territorio e da anni ormai alle prese con la difficoltà di far quadrare i conti garantendo i servizi. “Tra Unioni e aggregazioni ormai ci siamo abituati a condividere – hanno detto in molti – anche perché (e il caso accoglienza profughi ne è un esempio) è solo collaborando che siamo più forti e abbiamo voce in capitolo. Fare squadra è sempre una mossa vincente – hanno concluso – perché l’unione fa la forza”.

Anna Bianchini