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Santorso. La rabbia e il dramma dei soci della BpVi. E qualcuno ha persino tentato il suicidio

‘Un vero e proprio dramma sociale oltre che economico sarà la terribile conseguenza per i cittadini della nota vicenda delle azioni svalutate della Banca Popolare di Vicenza. Risparmiatori che da un anno e mezzo non possono avere accesso al loro denaro e, quel che è peggio, lo vedranno con ogni probabilità ridotto del 95%’. E tra questi c’è chi, preso dalla disperazione, ha tentato il suicidio.

 

L’associazione culturale ‘Siamo Santorso’ ha organizzato venerdì scorso alle scuole Cipani un incontro tra i soci della banca, l’Associazione nazionale Azionisti BpVi e la Casa del consumatore di Schio su questo un argomento di attualità scottante. Inutile dire che sono emersi la rabbia, l’impotenza e purtroppo la rassegnazione di molti cittadini che vedono ormai irrimediabilmente volatilizzati i risparmi, anche se al momento è tutto vaglio della Procura, che sta indagando sulla vicenda e sulle relative responsabilità. C’è tanta confusione su un argomento controverso con gli ottimisti che chiedono prudenza e cautela nell’emettere sentenze prima che si faccia luce su quanto accaduto ed i pessimisti che sparano a zero.

I numeri dell’Alto Vicentino

I numeri , tuttavia, parlano chiaro e rivelano la portata di un evento che ha coinvolto quello che per i veneti era un porto sicuro: tra i 35 mila soci in tutta la provincia di Vicenza, sono quasi 400 i soci orsiani della Popolare, la prima banca ad aprire una filiale a Santorso. Metà delle famiglie del paese ha investito in questa banca, quindi in essa sono confluiti i risparmi di numerosi cittadini, tra i quali tanti anziani che hanno depositato i risparmi di tutta una vita.

Le vicende sono ben note: da un valore di 62,50 euro, ad aprile 2015 le azioni della banca sono scese a 48,00 euro. In parole povere, a causa di una probabile quotazione della banca in borsa con conseguente trasformazione in S.p.A., che sarà decisa nei prossimi mesi, le azioni verranno svalutate fino ad arrivare ad una cifra di pochi euro.

Ma al di là di questi dati, di per sé drammatici, la situazione nasconde veri e propri drammi umani che si stanno consumando all’interno delle famiglie e la cui conseguenza sul tessuto sociale avrà un lungo strascico.

Il dramma di chi crede di aver perso tutto e il tentato suicidio

‘Abbiamo incontrato centinaia di persone – ha detto Elena Bertorelle della Casa del consumatore di Schio – e abbiamo ascoltato le loro storie. Tutte persone che avevano messo in banca i risparmi di anni di lavoro, vuoi per poter permettersi una badante o per comprare la casa ai figli. Il dramma al quale stiamo assistendo è sì economico, ma è soprattutto un dramma sociale sulla pelle dei piccoli risparmiatori come casalinghe, artigiani, pensionati. Alcuni anziani che abbiamo conosciuto sono deceduti, ed io sono fermamente convinta che questa vicenda sia stata una concausa gravissima’.

 

Numerose infatti sono le tristi storie legate al dramma delle azioni. Una delle più note tra i soci è quella di una donna di 70 anni che ha tentato di togliersi la vita ed è stata salvata per il rotto della cuffia. Come raccontato da chi la conosce e chiede riserbo sulla delicata vicenda, la signora sarebbe stata salvata in extremis dal  marito che  si era svegliato per caso. L’anziana prima del gesto avrebbe  lasciato un biglietto.

 

Il caso della signora non è unico. Un’altra anziana, che è intervenuta al dibattito, ha confessato di avere acquistato titoli già dal 1988. ‘L’ho fatto per la mia vecchiaia – ha detto la signora con rammarico – e al pensiero dei pochi soldi che sono diventati adesso, piuttosto che scegliere l’entrata in borsa della banca, quei pochi spiccioli che mi sono restati li do in beneficenza’.

 

I racconti drammatici dei presenti  si sono accavallati, nel corso di una serata, che non dimentichi facilmente. Ognuno dei 200 spettatori che hanno affollato la sala ne aveva una, e nessuna a lieto fine. ‘Avevo 35 mila euro, tutti i miei risparmi – ha spiegato un’altra socia  – ma non potendo vendere le azioni sono stata costretta ad aprire nella stessa banca un fido, e adesso ho i soldi, non posso spenderli e devo pagare le spese del fido’.

Le storie hanno assunto il tono del dramma quando alcuni anziani presenti nell’affollato salone hanno raccontato che ad un certo punto, hanno visto qualcuno che ha avuto il bisogno di vendere  le azioni per curarsi, e senza riuscirci, è deceduto prima.

M.B.