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Schio. Ogni giorno coi suoi ‘alunni speciali’. La maestra: “sono felice, è la scuola che vorrei”

RICEVIAMO e PUBBLICHIAMO

La nostra scuola c’è, è sempre stata aperta, seppur in queste ultime settimane non lo sia stata per tutti. Ritengo doveroso, come Dirigente dell’IC “A. Fusinato” di Schio, far sentire la nostra voce e poter condividere quel senso di comunità che il nostro Istituto porta avanti e che ha tra i proprio obiettivi prioritari. I docenti e tutto il personale della nostra scuola hanno avuto quel coraggio che, nei giorni bui in cui siamo stati costretti a chiudere le porte a tutti gli studenti (a partire dalla scuola dell’infanzia fino ad arrivare alla terza media), fa la differenza: la perseveranza, quella qualità mista di costanza e fermezza nel perseguire i propri scopi, ci ha portati a RE- AGIRE, ad agire quindi in risposta di fronte alle difficoltà. Bambini e ragazzi con bisogni educativi speciali, insieme ad altri compagni di classe, hanno continuato, in piccoli gruppi, a frequentare la scuola quotidianamente, non interrompendo la relazione emotiva ed educativa necessaria ai bisogni di ciascuno di loro.


Un evento invasivo come la pandemia, in questa fase in cui abbiamo potuto utilizzare quanto di buono appreso lo scorso anno dalla medesima esperienza, può divenire una risorsa e far emergere quello che in mesi così difficili può sembrare sopito. Ripeto, la forza dei docenti è la forza della scuola; la lettera che segue, firmata da una maestra del nostro Istituto che porta la voce di tutti noi, è quello spiraglio che ci fa guardare le difficoltà come opportunità e che ci fa sentire orgogliosi di essere una comunità. (La dirigente scolastica, Simonetta Valente)

la lettera della maestra

“Cara Dirigente, in queste settimane così difficili di DAD ho visto, per assurdo, la scuola che vorrei. Una scuola fatta a misura di bambino, che è partita da quelli più fragili per arrivare poi agli altri. Una didattica agganciata alla classe (che era a distanza purtroppo) ma con tanti lavori di rinforzo in piccoli gruppi, in cui le competenze che ogni bambino possiede sono state messe in relazione con le altre. Una didattica organizzata con spazi e tempi diversi, modellati sulle stanchezze, le energie, gli umori degli alunni…. dettata da quello che scorgevamo nei loro sguardi.
Una scuola che non si è concentrata solo sui contenuti, ma anche sulle relazioni, sulla comunicazione, sulle abilità sociali e ….sull’autonomia! Tutto questo sviluppato a partire dal lavoro sulle conoscenze disciplinari, mai accantonate ma usate come trampolino di lancio per costruire la persona.

Abbiamo visto bambini che in classe non parlano mai riempire le giornate di parole, racconti e risate; bambini chiusi e solitari salutare al mattino spontaneamente, aprirsi e buttarsi nelle proposte; bambini che faticano ad accettare i cambiamenti, adeguarsi con maggiore facilità; bambini che sanno già, imparare ancora di più. Ma molto altro ancora.
Nonostante il distanziamento abbiamo offerto spazi per sperimentare, incontrarsi, imparare facendo, autogestirsi, cooperare. Ogni giorno, quotidianamente, e non solo nelle poche ore a disposizione.
Abbiamo visto, in sole due settimane, cambiamenti enormi in tutti i bambini presenti. Abbiamo visto in concreto l’efficacia e la potenza del piccolo gruppo, gestito con un lavoro ben organizzato e preparato. Ma anche a volte con un lavoro ecologico, creato sul momento e agganciato alla situazione che emergeva all’interno della lezione. Tutto questo è stato possibile grazie ad una grande, ma davvero grande, collaborazione tra insegnanti che si sono messi in gioco, dialogando, confrontandosi e costruendo attività con obiettivi legati ai bisogni che vedevamo via via nei bambini e alle osservazioni condivise.


Perché molti sguardi sono sempre più ricchi di uno. Ogni giorno un’ora in più era dedicata alla progettazione. Abbiamo speso grandi energie in un tempo limitato, è vero, per una proposta difficilmente estendibile con questa struttura nel tempo. Ma sicuramente adattabile con qualche aggiustamento alle settimane ordinarie.
Ho visto finalmente la scuola che vorrei, e sono felice di averla vista in un periodo difficile come questo. Ma mi piacerebbe vederla ogni giorno.

Maestra sfinita…ma felice”.