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Schio. Una vita da Ufficiale, tra responsabilità, sacrificio, devozione e soddisfazione. Al via il concorso. Video

Crede nella sua Missione con i gradi da Ufficiale dell’Arma, al servizio tra la gente e per la gente. Con l’orgoglio di fare parte di un’Istituzione dello Stato Italiano che conta oltre 200 anni di storia, il Capitano Jacopo Mattone, 31 anni,  sta girando per le scuole dell’Alto Vicentino per diffondere informazione sul concorso indetto dal Ministero della Difesa, che invita i giovani a partecipare alle selezioni per l’accesso alle scuole militari.
Il Comandante della Compagnia di Schio descrive il suo lavoro con gli occhi che gli brillano, tipici di chi ha la fortuna di fare ogni giorno quello che desiderava fare quando era ragazzo ed iniziava ad immaginare il suo futuro.
 
Capitano Mattone, quando ha iniziato a sognare di indossare la divisa dell’Arma dei Carabinieri?
Sin da bambino e quando mi sono arruolato realizzando il sogno, sono stato educato ad essere un militare, alla disciplina, mi ha impartito i principi fondamentali dell’Arma dei Carabinieri, che ci insegna a trovare una soluzione per tutto quello che può rappresentare un’esigenza del cittadino italiano, che esso sia vittima di un reato o abbia semplicemente bisogno di un’informazione.
E’ proprio questa la peculiarità dell’Arma…
Certo, se arriva un’anziana che ha smarrito la strada ed ha bisogno di recarsi in un ufficio o ha qualsiasi problema, il carabiniere deve mettersi a sua disposizione, confortarla, darle sicurezza e indicarle la via o addirittura accompagnarla se non è in grado di percorrerla da sola.
Che vita è quella dell’Ufficiale dei Carabinieri?
Di grande responsabilità, e la nostra carriera ci impone di essere trasferiti spesso. Questo però,  è un arricchimento continuo, un continuo evolversi e fare esperienza. Io mi sento utile ogni giorno ed è una gratificazione che va ben oltre lo stipendio. E’ un senso d’appartenenza molto appagante, che invito i giovani a sentire come stimolo nel loro lavoro. L’Arma ti dà questo ed è unico. Sapere che hai risolto un problema, che possa essere quello di un cittadino comune o di un tuo dipendente ti fa sentire fiero di te e di quello che ti è stato insegnato.
 
Un momento che non dimenticherà mai della sua carriera?
Prestavo servizio a Cerignola e  mi rimarrà sempre nel cuore e nella mente un’operazione anticrimine, che portò la mia squadra a lavorare anche all’estero, dove una banda di criminali di spessore stava per mettere a segno una rapina milionaria, i cui proventi sarebbero serviti all’acquisto di un carico di sostanze stupefacenti.
Cosa dice ai giovani che stanno meditando di entrare a far parte dell’ Arma dei Carabinieri?
Che fare l’Ufficiale è sicuramente sinonimo di responsabilità e spirito di sacrificio, ma è anche orgoglio e fierezza, che la sera, qualunque ora sia, ti fanno tornare a casa con un senso di appagamento, che ti fa riposare bene e pronto per un nuovo giorno al servizio della comunità.
Video del Capitano Mattone che spiega le modalità per accedere al concorso