Chi si aspettava stamattina, che gli esponenti del Comitato Prima Noi andassero a buttare fuori i nordafricani che da anni occupano abusivamente la casa via Marconi 13 a Thiene senza un regolare contratto d’affitto è rimasto con un palmo di naso. Mezza via era invasa da carabinieri,polizia locale di stato per impedire ad Alex Cioni di avvicinarsi all’appartamento.

IMG-20160521-WA0010Molti automobilisti, vedendo quello spiegamento di forze dell’ordine hanno pensato che era arrivato il momento dello sgombero, che giustizia si stesse facendo per Tiziana, ma invece, il cordone era a tutela di chi gli aveva preso casa e non ne voleva uscire più. Motivo? Un provvedimento della questura per  il pericolo di disordini ed episodi di violenza da parte di chi vuole giustizia per Tiziana ed i marocchini pregiudicati.

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Il provvedimento è stato recapitato dai carabinieri a Cioni, che sottolinea che il suo intento non era quello di acconsentire a qualsiasi tipo di atto illegale, tutt’altro. ‘E’ paradossale che ci siano oltre dieci divise qui oggi per difendere due occupanti abusivi che entrano ed escono di galera – racconta Cioni rammaricato – siamo persone tranquille e sabato scorso, nessuno ha violato la legge. Vorrei ricordare che siamo stati noi, l’altro sabato a chiamare i carabinieri, che ci hanno risposto che non sapevano se avevano pattuglie a disposizione da mandare in via Marconi, dove il tipo che occupa la casa di Tiziana ci ha aggrediti’.
sgom1In effetti, chi era presente, ricorda perfettamente che Alex Cioni, l’avvocato di Tiziana Claudia Pellizzari, quando avevano bussato alla finestra del nordafricano che era vistosamente alterato da sostanze stupefacenti e proferiva parole di minaccia a chi gli chiedeva soltanto, con tanto di telecamere e giornalisti sul posto, che  firmasse un regolare contratto con la proprietaria della casa occupata, erano stati chiamati i carabinieri. Proprio per avere anche il conforto delle divise al cospetto di quell’uomo non tanto tranquillo che sbraitava e giurava vendetta affacciato. Ma tutto si è rivoltato contro Alex Cioni che stamattina, faceva vedere il decreto della Polizia che gli impediva addirittura di avvicinarsi alla casa oggetto del contenzioso. Un paradosso che ha lasciato l’amaro in bocca per come sono andate a finire le cose.
‘Ci muovono accuse infondate – ha esordito l’avvocato Pellizzari, che in questi giorni ha lavorato in collaborazione con la collega Anna Sambugaro per risolvere la faccenda che finalmente è arrivata al dunque. ‘Questa vicenda che ha tanto dato fastidio a qualcuno ha fatto emergere uno spaccato di vita reale di cui sono vittime alcuni cittadini italiani, costretti a subire in silenzio per via di burocrazia e lungaggini giudiziarie che oltre ad essere logoranti sono anche dispendiose per chi si rivolge alla magistratura per riavere casa propria – si è intrattenuta con la stampa l’avvocato Pellizzari, che ha preso a cuore la storia di Tiziana, che, come si ricorderà, aveva fatto entrare i due nordafricani per tinteggiare la casa avuta in eredità dalla zia, per vedersela occupata per oltre un anno – . Ma non è possibile che noi che stiamo lottando per la giustizia di una vittima italiana, veniamo allontanati dalla casa dove la magistratura ha condannato a stare con l’obbligo di dimora due delinquenti. Due spacciatore che vivono qui da oltre dieci anni e fanno gli affari loro senza il minimo rispetto delle regole’.
sgom2L’avvocato Pellizzari si dice comunque soddisfatta per avere messo la sua cliente nelle condizioni di riavere la propria casa, attraverso un iter accelerato dalla pressione mediatica che questo caso di ordinaria ingiustizia sociale aveva scatenato.
‘L’appartamento è ridotto a brandelli – ha concluso il legale – ma almeno Tiziana lo potrà riavere tra qualche tempo. Quindi, il risultato è stato raggiunto’.
‘Se non avessimo scatenato il putiferio mediatico, Tiziana sarebbe ancora lì ad elemosinare casa propria – conclude Alex Cioni – invece, nel giro di una settimana siamo riusciti a depositare in tribunale l’accordo, che farà recuperare l’appartamento e andare via quegli individui che urlando ci avevano detto che non ne sarebbero mai usciti’.

Natalia Bandiera

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