Se in un altro paese a fronte di ben due indagini ed un’accusa di truffa fraudolenta, che non è cosa da poco, si sarebbero chieste le dimissioni del Sindaco impelagato in rogne giudiziarie, a Cogollo si ha quasi paura di fare domande al primo cittadino.

Nessuno ha voglia di parlare nel piccolo paese della Valle dell’Astico, dopo l’ennesimo scandalo giudiziario che ha travolto il Sindaco Piergildo Capovilla, che dopo essere stato rinviato a giudizio, è diventato quindi imputato nel processo che partirà a settembre 2023 per abuso in atti d’ufficio. Ora risulta invece indagato in un secondo filone giudiziario per una presunta truffa ai danni dell’Unione Europea e l’accusa non è acqua fresca: il primo cittadino, che si dichiara innocente dalle pagine dei quotidiani che ne hanno seguito le vicende, sarebbe complice di un raggiro ai danni dell’UE concedendo gratuitamente e senza atti formali terreni da pascolo privati e anche pubblici, dove sempre secondo l’accusa, di pecore non se ne sarebbero mai viste nemmeno col cannocchiale consentendo così ai presunti imprenditori agricoli di incamerare indebitamente quasi 400mila euro.

Nonostante gli articoli de ‘Il Giornale di Vicenza’, sui tavolini di tutti i bar di Cogollo e dei paesi limitrofi, guai a toccare l’argomento. Se solo provi a chiedere ad un passante che sta uscendo dall’ufficio postale o sta sorseggiando la sua tazza di caffè mattutino, la risposta è sempre la medesima. “Non sappiamo niente…abbiamo letto dai giornali…non sapremmo che dire”.

Un clima di omertà, una sorta di inibizione collettiva per paura che è quasi più grave delle indagini stesse che coinvolgono Capovilla, che potrebbe anche essere innocente. Ma i retroscena di queste vicende in un paese di più di 3mila anime, dove le notizie rimbalzano via telefono e casa per casa, sanno di amaro: parlano chiaro nel silenzio di un clima al veleno che si respira anche da fuori.

A rompere il gelo, il comunicato stampa dell’opposizione di ‘Viviamo Cogollo’, che dopo la sconfitta all’urna col 45% schiacciato dal 55% di Capovilla, esce dalla timidezza dei primi giorni e da un profilo volutamente basso e trova il coraggio di chiedere spiegazioni pubbliche ad un primo cittadino che indossando una fascia tricolore, avrebbe avuto il dovere di redigere lui per primo un comunicato stampa per rassicurare i cittadini di cui è rappresentante istituzionale su quanto gli sta accadendo a livello giudiziario. Lo ha fatto persino Berlusconi, lo ha fatto Renzi, lo hanno fatto noti esponenti della politica italiana, ma a Cogollo del Cengio il Sindaco non lo fa, non sente il bisogno di farlo, ma si spera che trovi quel dovere civico perchè si tratta di rispetto nei confronti di chi lo votato, ma anche di chi non lo ha scelto ma che comunque lui rappresenta nell’operato di tutti i giorni. ‘Viviamo Cogollo’ ha chiesto un consiglio comunale straordinario e in molti, anche se non hanno il coraggio di dirlo, auspicano che la seduta si tenga non con le solite porte chiuse: l’emergenza Covid è finita e le vicende giudiziarie qui si stanno facendo molto serie.

Sicuramente Capovilla si difenderà nelle sedi giudiziarie più opportune, lui stesso oggi venerdì 8 aprile, dalle pagine de ‘Il Giornale di Vicenza’ nell’articolo di Matteo Carollo dichiara a gran voce di essere innocente “di non aver mai preso soldi” e di aver incaricato un avvocato che dimostrerà la sua estraneità ai fatti contestatigli. Glielo auguriamo, ma assieme all’auspicio che si faccia luce sulle due vicende, speriamo altrettanto che venga riconosciuto al popolo cogollese il diritto di ascoltare quello che un primo cittadino dovrebbe spiegare nella sua funzione di pubblico ufficiale. I cogollesi lo meritano.

Natalia Bandiera

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia