L’emergenza tocca tutta la provincia di Vicenza, dall’Altopiano di Asiago alla Val Brenta, dalla Val d’Astico a parte della Valle dell’Agno.

 

“Tre dei quattro medici di famiglia di Recoaro andranno in pensione il 31 dicembre e non sappiamo ancora quando e da chi verranno sostituiti. Una situazione che rischia di essere particolarmente pesante per un territorio montano, con una popolazione anziana e nel pieno di una pandemia”.

Lo rende noto il Capogruppo del Partito democratico in Consiglio regionale, Giacomo Possamai, che auspica “un intervento rapido da parte di Ulss e Regione: non possiamo permettere che una grande parte della comunità resti priva di un servizio fondamentale, a maggior ragione in questo periodo”.

“L’emergenza è in realtà diventata strutturale, vista la carenza cronica di Medici di Medicina Generale, destinata a crescere nei prossimi anni, considerata l’età media della popolazione – spiega l’esponente Dem – È indispensabile finanziare ulteriormente le borse di studio per i Medici di Medicina Generale, aumentandone il numero: le 118 previste in Veneto per il triennio 2019-2022 non bastano, senza contare che negli anni precedenti le borse finanziate erano state solamente 50 per il 2017-2020 e 60 per il 2018-2021”.

“La pandemia ci ha dimostrato ulteriormente quanto sia fondamentale la Medicina territoriale e la sua funzione di presidio – continua Possamai – i pesanti errori di programmazione del passato stanno gravando sempre di più sulle spalle di medici e pazienti. C’è poi un altro tema che non può più essere eluso: quello dell’indennità aggiuntiva per chi presta servizio in territori periferici. È evidente che lavorare in una grande città, o comunque in un centro urbano, piuttosto che in un piccolo comune di montagna, non è la stessa cosa. Buona parte del territorio vicentino si trova in quest’ultima situazione, dall’Altopiano di Asiago alla Val Brenta, dalla Val d’Astico a parte della Valle dell’Agno. Dare un riconoscimento a chi sceglie di operare in queste aree, con tutto quello che comporta, crediamo sia doveroso”.

“Anche perché uno dei primi motivi di spopolamento dei territori montani è proprio legato alla mancanza dei servizi essenziali, a partire dai presidi sanitari – conclude Giacomo Possamai – se vogliamo invertire la tendenza, serve un intervento urgente anche su questo fronte”.

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