Un artista internazionale, che propone quadri dove si mescolano intense accensioni cromatiche e forme astratte delle avanguardie occidentali con il retaggio iconografico arabo-africano.

Ha preso il via al museo Le Carceri di Asiago la mostra del pittore algerino Abdallah Khaled, con cinquanta opere, olii, acrilici e tecniche miste, che ripercorrono le sue incessanti ricerche dagli anni ‘90 sino ad oggi.

Voluta dal Comune di Asiago, la mostra vuole essere un riconoscimento all’opera di un artista molto apprezzato all’estero e tuttavia ancora poco conosciuto nel nostro paese. I quadri presentati in questa antologica sono anche un segno tangibile della ferma volontà da parte del Comune di Asiago di diffondere la cultura in ambito locale e non solo; anzi questa mostra vuole dimostrare chiaramente l’impegno concreto della città per fare di Asiago e del suo Altopiano, meta già affermata del turismo internazionale, anche un centro importante della cultura e dell’arte.

Abdallah Khaled ha conservato la cultura e la parlata berbera della Piccola Kabylia, la regione nel nord dell’Algeria dove è nato nel 1954, ma a quella cultura e a quelle memorie ha sovrapposto quelle dell’Italia, dove vive dal 1981, avendo seguito i corsi dell’Accademia di Belle Arti a Venezia, allievo di Emilio Vedova. Cresciuto artisticamente tra l’Italia e l’Algeria, Khaled ha affinato il proprio bagaglio culturale e artistico attraverso i viaggi e i periodi di studio in tutta Europa. Si è affermato esponendo in gallerie e musei italiani, ma anche in Francia, Germania, Belgio, Spagna, Canada, Stati Uniti, Giappone, Norvegia, Finlandia, oltre che in Italia, mentre le sue opere, grazie alla sua inesauribile voglia di viaggiare e visitare paesi diversi, via via si arricchivano di nuove esperienze e conoscenze. Nella sua pittura si ritrovano quindi le ricerche formali proprie delle più avanzate tendenze artistiche occidentali, insieme ai forti e variegati valori espressivi dei suoi luoghi d’origine, riscoperti e approfonditi nel corso di ripetute frequentazioni. Il senso della sua pittura si conferma anche nella tecnica, nell’uso dei colori, a olio denso e fortemente atmosferico, ma anche ad acrilico, vivace e saturo, e a tecnica mista con elementi di collage e di piccoli assemblaggi materici. Non ostentati, ma lasciati appena riconoscere sotto l’apparato sontuoso dei colori, delle luci e della materia di cui sono fatte le sue scenografie inventate, appaiono allora graffiti e incisioni dell’archeologia sahariana, simboli di vita ancestrali, memorie di montagne, oasi e piane desertiche. È cosi, allora, che nei dipinti si scoprono narrazioni di caccia e di danza, scenari di capanne e fortezze, animali, utensili e armi; i quadri di Khaled si fanno teatro di favole mai prima raccontate, che affascinano gli occhi e incantano l’anima. Note biografiche Abdallah Khaled nasce nel 1954 a Tamrichte Bejaïa, nella regione della Piccola Kabylia, nel nord dell’Algeria. All’età di 14 anni si trasferisce a Bordj-El-Kiffan, nella periferia di Algeri, dove frequenta una scuola d’arte privata e nel 1976 accede alla Scuola Nazionale di Belle Arti dove è seguito dal maestro di pittura Choukri Masly. Nel 1980 ottiene una borsa di studio di cinque anni per l’estero che lo porta, per sua scelta, in Italia, a Perugia, dove frequenta l’Università per Stranieri. Nel 1981 entra all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove studia pittura con il maestro Emilio Vedova, diplomandosi nel 1985, e successivamente segue i corsi di scultura. Negli anni 1986-1988 frequenta la bottega di Giancarlo Scapin per apprendere le tecniche della ceramica. Il suo lavoro fonde le intense accensioni cromatiche e le forme astratte delle avanguardie occidentali con il retaggio iconografico arabo-africano. Per Khaled, però, è essenziale che i suoi lavori vadano oltre la rappresentazione dell’immagine, perché l’opera d’arte non può e non deve essere indifferente alla vita o semplicemente decorativa, bensì deve essere in grado di intrattenere un costante dialogo creativo e culturale tramite la poetica. Numerose sono le mostre collettive e personali a cui ha partecipato, ottenendo un ampio consenso di pubblico e critica. I suoi dipinti si trovano al Museo Nazionale di Belle Arti di Algeri e in molte collezioni private in Canada, Stati Uniti, Giappone, Norvegia, Finlandia, oltre che in Italia. Vive e lavora a Schio, in provincia di Vicenza.

 

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