“Abbiamo perso tutto”. Tre parole che riassumono la devastazione in Altopiano, dopo la tempesta che ieri sera ha distrutto il tetto di Malga Granezza a Lusiana e ucciso alcuni capi di bestiame in alpeggio.

Detriti sparsi su tutta la piana, anche a notevole distanza dalla malga e alberi caduti uno sopra l’altro come i bastoncini dello shanghai.

Un quadro sconvolgete quello apparso ai soccorsi intervenuti già subito dopo il violento temporale che intorno alle 19 di ieri sera ha colpito duro in tutto l’Altopiano dei Sette Comuni: scene di devastazione che fanno di Malga Granezza,  una delle zone più apprezzate da escursionisti e degustatori del buon formaggio di montagna,  il punto più battuto non solo dal temporale ma anche da fortissime raffiche di vento vicine ai 100 km/h che fanno pensare ad una tromba d’aria.

Una tempesta che ha scaraventato tutta la sua potenza distruttrice contro la Malga e le zone limitrofe, scoperchiando tetti e sradicandone anche i travi più pesanti: una violenza che non ha risparmiato nemmeno le mucche in alpeggio, con una bestia gravemente ferita mentre una seconda è morta schiacciata da una pianta.

A lanciare l’allarme la famiglia Basso che gestisce la Malga e che fortunatamente nella serata di ieri non aveva con sè i tre figli ancora piccoli: “Siamo disperati, senza parole. Abbiamo perso tutto e non sappiamo quando potremo ripartire”.

Poche parole che raccontano una comprensibile sensazione di smarrimento di fronte ad una tragedia arrivata ancora una volta dal cielo , imprevedibile e violenta, cui altro non si è potuto fare che assistere impotenti sperando che passi.

“Sicuramente la Piana della Granezza e il Monte Corno risultano le più bersagliate dal maltempo” – commenta il Sindaco di Lusiana-Conco Antonella Corradin subito informata e operativa fino a tarda notte per coordinare la macchina dei soccorsi – “ma tutto il territorio comunale ha avuto notevoli disagi sia ai tetti delle abitazioni sia ai veicoli specie a causa di una grandinata assolutamente spaventosa. Proprio per questo ho ritenuto di attivare il Centro operativo comunale in coordinamento con l’Ufficio Tecnico e di chiedere lo stato di calamità naturale stante l’eccezionalità della situazione. Per quanto riguarda Malga Granezza naturalmente ci siamo già attivati grazie al prezioso lavoro della squadra comunale, della Protezione Civile e dei Vigili del Fuoco per bonificare la zona dalle macerie e per predisporre un primo intervento a protezione della struttura. Azioni che poi assieme all’Unione Montana ci porteranno a ripristinare tutte le strutture auspico in tempi brevi: esprimo la mia vicinanza ai Basso, gestori dediti e apprezzati, che certo non lasceremo soli in questa difficoltà”.

Una solidarietà che fortunatamente non si è fatta attendere anche da parte del Consorzio Tutela Formaggio Asiago che si è subito mosso promuovendo una raccolta fondi per sostenere la ripartenza della famiglia Basso attraverso il portale di crowdfunding https://buonacausa.org/cause/salviamomalgagranezza.

L’allarme di Coldiretti: ‘Situazione fuori controllo, il vicentino è ostaggio dei cambiamenti climatici’

“I danni ingenti alle strutture ed alle attrezzature – spiega Coldiretti Vicenza – hanno messo letteralmente in ginocchio Malga Granezza. Un’impresa costretta ad operare da sempre con il fiato corto, a causa delle difficoltà del territorio montano, acuite dalla presenza della fauna selvatica e dai grandi carnivori e, negli ultimi tempi, dalle violente calamità naturali”.
Il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola, con il direttore Simone Ciampoli questo pomeriggio hanno effettuato un sopralluogo sull’Altopiano di Asiago, per visionare la situazione e per portare la concreta solidarietà dell’Associazione. Ciò che sta accadendo è per lo più frutto dei cambiamenti climatici in atto. E le conseguenze che questa situazione determina sono sotto agli occhi di tutti. “Gli episodi violenti di grandinate, trombe d’aria e bombe d’acqua – aggiunge Coldiretti Vicenza – sono diventati ordinari. Gli agricoltori hanno messo a punto delle strategie per tutelare le proprie coltivazioni, dalle coperture assicurative sempre più specifiche alle protezioni strutturali. Tutto ciò, però, ha forti limiti e non arriva a coprire né il raccolto, né, tantomeno, il futuro dell’attività imprenditoriale agricola”.
Il susseguirsi di episodi in territorio montano contribuisce ad aumentare l’abbandono dei luoghi montani. “Siamo estremamente preoccupati per quanto sta accadendo nel territorio, in particolare quello montano – sottolinea il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola – poiché questa situazione può facilmente portare all’abbandono delle nostre montagne. Un abbandono che si tradurrebbe in incuria e perdita di una specificità che ci caratterizza. Non solo colture, ma anche tradizioni, cultura ed una storia di valore rischiano di andare perduti”.
La solidarietà del mondo agricolo ed allevatoriale. Coldiretti è una grande forza del territorio. E lo dimostra anche in queste tristi situazioni, in cui occorre agire tempestivamente. L’interesse particolare viene messo da parte, a favore del bene dell’intera categoria. “I nostri soci hanno un grande cuore – conclude Cerantola – lo dimostrano con il lavoro impegnativo che svolgono ogni giorno. Ed anche in questa occasione non si sono tirati indietro. Malga Granezza, infatti, ha concluso la stagione per quest’anno. E per il prossimo bisognerà vedere come andranno le cose. Tuttavia, i soci Coldiretti si sono già attivati per dare il proprio aiuto, in particolare per la messa in sicurezza e le attività quotidiane legate alla cura dei bovini da latte”.
Marco Zorzi
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