Nel secondo semestre dell’anno a Santorso sono stati eseguiti 449 interventi chirurgici in più rispetto allo stesso periodo del 2019, 5.894 contro 5.445 (+8,2%), mentre nello stesso periodo del 2020 si erano fermati a 4.586 (+28,5%).

Anche il numero di pazienti dimessi (e dunque presi in carico) dall’area chirurgica è aumentato: da luglio a dicembre dello scorso anno sono stati 3.738, contro i 3.490 dello stesso periodo nel 2019 (dunque 248 in più), dopo che nel 2020 erano scesi a 2.880.

Considerando i dati dell’intero 2021, nonostante anche l’anno da poco concluso si sia caratterizzato per due picchi pandemici – nella prima e nell’ultima parte dell’anno – si evidenzia un significativo incremento delle attività rispetto al 2020, e un contenimento delle perdite rispetto al 2019. Più in dettaglio, nel 2021 gli interventi chirurgici sono stati complessivamente 10.726, il 28,4% in più rispetto al 2020 (8.350), con una contrazione limitata al 7,2% rispetto al 2019, quando erano stati 11.559. E anche le prestazioni ambulatoriali di area chirurgica sono cresciute in modo significativo: nel 2021 sono state 79.397, contro le 63.406 del 2020.

«Inevitabilmente anche l’ultima ondata pandemica ha messo sotto una fortissima pressione tutto il nostro sistema sanitario – sottolinea il Direttore Generale dell’ULSS 7 Pedemontana Carlo Bramezza -, ma l’ospedale di Santorso ha dimostrato di essere una struttura non solo moderna, ma anche ben organizzata, con operatori sanitari di grande professionalità e dedizione. Questi numeri lo dimostrano e confermano i progressi importanti compiuti nell’ultimo anno per il potenziamento e la crescita di tutto l’ospedale, nonostante il contesto pandemico».

A spiegare come è stato possibile raggiungere questi risultati, nonostante il nuovo incremento dei contagi affrontato da ottobre in poi per effetto della “quarta ondata”, è  Marcello Scollo, direttore del Dipartimento di Chirurgia dell’ospedale Alto Vicentino: «Tuttora, per far fronte ai ricoveri Covid, stiamo lavorando con un numero di posti letto significativamente ridotto, 80 contro 131, ma c’è stata e continua a esserci una grande collaborazione tra tutte le equipe chirurgiche per la gestione degli spazi e del personale. Stiamo lavorando e ragionando come un’unica area chirurgica, accogliendo dunque pazienti con patologie differenti nelle medesime aree, fermo restando il rispetto dei diversi e specifici protocolli di presa in carico. In questo devo sottolineare c’è un ruolo molto importante anche degli infermieri, chiamati ad assistere anche tipologie di pazienti differenti rispetto a quelli dei rispettivi reparti di appartenenza: hanno dimostrato grande spirito di adattamento e anche disponibilità ad apprendere nuove procedure. C’è inoltre una grande attenzione all’efficienza complessiva, che significa ottimizzare i tempi di dimissione e ricovero, sia mediante le dimissioni protette sia attraverso un’organizzazione interna molto efficiente. Basti pensare che in area chirurgica abbiamo un tasso di occupazione dei posti letto pari al 94%».

Un’altra particolarità riguarda l’attività chirurgica rivolta ai pazienti Covid, nei casi in cui l’intervento ha carattere di urgenza o comunque quando posticipare l’operazione può significare un peggioramento della prognosi: «Abbiamo una sala operatoria dedicata per i pazienti positivi – spiega ancora il dott. Scollo -, sui quali interveniamo con tutte le attenzioni del caso per prevenire il contagio, appoggiandoci per i posti letto alle aree Covid: questo ci consente anche una grande flessibilità, perché di fatto significa che non abbiamo un limite massimo per i pazienti Covid chirurgici, possiamo operare tutti quelli che ne hanno necessità».

Il tutto con una collaborazione sempre più stretta non solo tra i reparti di Santorso, ma anche con i colleghi del San Bassiano, come ricorda il dott. Antonio Di Caprio, Direttore Sanitario dell’ULSS 7 Pedemontana: «In generale l’integrazione e la collaborazione tra ospedali, anche con un crescente grado di specializzazione complementare tra le diverse strutture, vanno intese come una strategia di crescita sia per le singole strutture sia per la nostra capacità complessiva di risposta alle necessità assistenziali della popolazione. Penso ad esempio all’integrazione tra specialisti in Urologia e in Oculistica, ma ci sono anche altri esempi. Questa strategia, insieme al potenziamento degli organici, ha consentito di dare nuovo slancio a tutta l’attività chirurgica di Santorso, che già nel secondo semestre dello scorso anno ha superato i livelli di produttività del 2019, nonostante il Covid abbia determinato, durante l’anno, una revisione continua dell’attività. Si è progressivamente consolidata l’attività dell’U.O.C. di Senologia; così come l’U.O.C. di Chirurgia e di Ortopedia hanno beneficiato di una riorganizzazione con l’arrivo dei nuovi Direttori di Struttura. Così come in crescita sono stai i numeri dell’ORL, e della Ginecologia».

E i progressi, nell’ultimo anno, a Santorso non sono stati solo sul piano qualitativo: «In generale, nell’ultimo anno l’attività chirurgica ha visto un incremento anche in termini di valorizzazione economica degli interventi – precisa il dott. Scollo -, che dunque sono mediamente più complessi. E questo va di pari passo con l’adozione sempre più estesa di una chirurgia “gentile”, con una crescente applicazione delle metodiche mininvasive che consentono al paziente non solo di andare a casa prima, ma anche un minore dolore post operatorio e in generale una ripresa più rapida».

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