Con due giorni di anticipo rispetto alla scadenza il Sindaco di Malo Paola Lain ha deciso di ritirare l’ordinanza anti-smog. Questo permetterà ai maladensi di accendere i roghi per la “Chiamata di Marzo”, il cui divieto nei giorni scorsi aveva fatto infuriare la popolazione. Il Primo Cittadino è tornato sulla polemica, definendo assurde le critiche sorte, “Quasi che la scelta di mantenere il divieto fosse un insulto alle tradizioni, mentre l’unico interesse è la salute pubblica.

La decisione è stata presa in vista della forte perturbazione in arrivo nei prossimi due giorni, che secondo l’Arpav porterà ad una sensibile diminuzione delle polveri sottili nell’aria. Questo decremento improvviso ha spinto il Sindaco a sospendere con due giorni di anticipo l’ordinanza, permettendo così lunedì prossimo la celebrazione della tanto cara Chiamata. Da qualche settimana infatti sui social network era montata una polemica sul fatto che il provvedimento non avrebbe permesso la celebrazione, che come vuole la tradizione è fatta anche di roghi e falò, proibiti dall’ordinanza.

Il Sindaco Lain non è rimasto il silenzio di fronte ai fatti, dicendosi “colpito della situazione creatasi, segno della scarsa informazione o spensieratezza con la quale la maggior parte della popolazione si è accostata a tale problematica”. Sono infatti state sollevate numerose accuse al provvedimento, bollato senza mezzi termini come politico e di insulto alla tradizione veneta. “Non passa giorno che non si senta parlare di polveri sottili e i mezzi d’informazione locali hanno più volte riportato di ricoveri record – ha proseguito – in particolar modo di bimbi, per bronchiolite virale, i cui esiti sono fortemente aggravati dalla componente ambientale. Nel mentre, la discussione a livello locale verte sul fatto se vietare i roghi per il Capodanno Veneto sia decisione di destra o di sinistra”.

Il Primo Cittadino ha quindi respinto con forza ogni accusa sul suo operato, dettato da logiche totalmente indirizzate alla salvaguardia della salute pubblica. “E’ chiaro che tali limiti possono essere rispettati solo a patto di cambiare, a volte anche radicalmente, le nostre abitudini. Possiamo coprirci gli occhi – ha concluso – ma non certo turarci il naso e chiuderci la bocca, l’esito come si sa sarebbe mortale. Forse iniziare a comprendere che le misure anti inquinamento non hanno un colore politico sarebbe già un primo passo”.

 

Federico Pozzer

 

 

 

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