‘Salve signori, sono Rifad Hossain, del Bangladesh. Voglio chiedervi una mano per poter avere un campo per giocare Cricket’.

 

Inizia così il singolare appello del 19enne bengalese pubblicato pochi giorni fa sulla pagina facebook ‘Sei di Piovene Rocchette se…’ che da alcuni anni raccoglie commenti e riflessioni sulle vicende di stretta attualità paesana.

 

L’appello è singolare anche per un’altra ragione. Potrebbe anche essere la prima volta che una comunità straniera, in questo caso composta da 25 giocatori dilettanti, scende in campo, per continuare con le metafore sportive, e chiede un aiuto ai piovenesi non di tipo strettamente economico ma per inseguire quello che è semplicemente un sogno: giocare al loro sport nazionale, il cricket.

 

‘Abbiamo una squadra abbastanza forte – continua il messaggio del giovane, in Italia da 6 anni – ma da più di un anno non riusciamo giocare. Perché ogni tanto qualcuno viene a dirci che noi non possiamo giocare. E poi nessuna squadra non vuole più venire a Piovene per fare la partita con noi perché ci dicono: il campo non abbiamo più. Ogni volta ci tocca andare a fuori della città, a Vicenza, Arzignano, o Valdagno’.

rishad campo da cricket

 

Il campo di cui parla Rifad in realtà è sempre stato un campo da gioco improvvisato, ora in gestione al comune di Piovene Rocchette per realizzare il nuovo centro polifunzionale. E preso atto della situazione, il giovane azzarda la richiesta: c’è qualcuno che abbia uno spazio per noi? ‘Adesso se volete di darci una mano per avere un campo dove ci possiamo iniziare di giocare come gli altri anni’, scrive infatti Rifad con alcune incertezze linguistiche ma facendosi capire più che bene. Tra i numerosi piovenesi che hanno letto e commentato il suo appello molti lo incoraggiano a non mollare.

 

E ben ci sta la lusinga finale: ‘Se qualche uno vuole giocare con noi sarà un piacere. Spero di qualcuno avrà voglia di venire per giocare con noi’. L’appello è lanciato, e a Piovene i campi non mancano. Il ‘piccolo’ Rifad potrebbe anche trovare il suo benefattore.

 

 

Marta Boriero

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia