“Non giudichiamo. Abbiamo figli e nessuno di noi deve sentirsi in diritto di esprimere giudizi su un caso così delicato”.
Lo ha detto Valter Orsi, Sindaco di Schio, in merito al suicidio della mamma che aveva abbandonato il suo bambino di tre mesi ed è stata rinvenuta cadavere all’interno della sua abitazione.
Si è impiccata perché non ha retto alla separazione dal suo bambino. O forse i problemi erano anche altri e alla fine, anche dopo aver messo al sicuro il suo piccolo dimostrando rispetto per quel fiorellino appena sbocciato, la donna non ha retto al tarlo che la stava divorando e ha messo fine alla sua vita tormentata.
Il suo caso era seguito da vicino dalle istituzioni, che avevano preso in carico la donna nel momento stesso in cui lei aveva abbandonato il suo piccino di tre mesi tra le braccia di un Carabiniere. La storia aveva commosso tutto il Veneto per quel gesto, che in molti, troppi, hanno giudicato senza conoscere il dramma di una madre angosciata per il futuro della propria creatura al punto da privarsene. Il Comune di Schio era intervenuto subito quell’abbandono doloroso. Lo ha assicurato il primo cittadino scledense, che stamattina, era molto provato da un dramma che ha toccato tutta la comunità dell’Alto Vicentino.
“Lo prevede la legge – ha spiegato Valter Orsi – La normativa italiana che garantisce la possibilità di non riconoscere la maternità, prevede la presa in carico da parte delle istituzioni sia del bambino che del genitore. Quando una persona compie atti così traumatici e drammatici, le istituzioni, quindi, si attivano immediatamente a supporto della persona e anche in questo caso, la mamma che ha abbandonato il suo bambino alla caserma dei Carabinieri è stata subito segnalata ed è entrata in un contesto di sostegno sociale”.
Purtroppo non è bastato, perché la donna ha deciso di togliersi la vita impiccandosi.
Alberto Leoni, direttore dei Servizi Sociali dell’Ulss 4, nel momento in cui la donna aveva deciso di lasciare il suo piccolo, aveva subito dichiarato che alla base del gesto non c’era un caso di povertà, quanto piuttosto una grande fragilità psicologica. E probabilmente Leoni ci aveva visto giusto.
La donna, evidentemente vittima di uno sconquassamento psicologico, dopo essersi assicurata di aver messo il suo bambino tra le braccia sicure di qualcuno che si sarebbe occupato di lui, ha atteso poche settimane per farla finita.
“Siamo di fronte a una questione molto delicata – ha commentato Orsi – e non è opportuno rilasciare dichiarazioni che potrebbero essere male interpretate o strumentalizzate. Dietro ogni persona ci sono delle storie. Garantisco, a chi sostiene il contrario, che la donna era seguita dalle istituzioni. Infatti – ha continuato – è stato proprio grazie ad una segnalazione che la signora è stata trovata subito e non dopo giorni, come avviene in alcuni casi. La donna non era stata abbandonata, era seguita e supportata. Spero – ha concluso Orsi – che ci sia rispetto e non si cada nella speculazione o nella strumentalizzazione delle informazioni”.
A.B.