Luca Zaia non ha ripensamenti sulle scelte della Regione di inserire negli ospedali personale medico (laureati in Medicina e Chirurgia) non ancora specializzati e ad Anaao, il sindacato dei medici, che denuncia l’intenzione del governatore di reclutare personale nelle coop per risparmiare, il presidente del Veneto risponde: “Difendiamo la nostra scelta, la qualità della sanità pubblica non è assolutamente messa a rischio”.
Zaia ha indetto una breve conferenza a Palazzo Balbi questa mattina, alla ripresa a ritmo standard dei lavori dopo le vacanze estive, per rispondere alle denunce depositate a Ispettorati del Lavoro, Nas e Corte dei Conti che avevano definito la procedura di assunzione dei medici “illegittima e pericolosa fatta per risparmiare sulla pelle dei pazienti”.
“Le denunce sono conseguenti alle pericolose e illegittime procedure adottate, ben 500 atti amministrativi per gli anni 2018 e 2019 dalle aziende sanitarie del Veneto, per il reperimento di “personale medico da impiegare nel Servizio sanitario regionale, per lo più non specializzato contrariamente a quanto previsto e richiesto dalla normativa”, aveva denunciato Anaao.
Zaia, affiancato dall’assessore regionale a Sanità e Sociale Manuela Lanzarin, ha ribadito: “Consideriamo un’opportunità usare 500 medici laureati in medicina generale e chirurgia e abilitati per geriatrie, pronto soccorso e medicina generale. L’esigenza nei pronto soccorso è di avere 315 medici in pronto soccorso, ma su 80 posti solo 3 medici sono stati assunti in Veneto. In Italia mancano 6mila medici, che non sono assumibili perché mancano le borse di studio. In Veneto, rispetto al 2010, mancano 250 medici, anche se l’organizzazione ideale ne prevederebbe 1.300 in più. Intanto abbiamo aumentato infermieri e operatori socio sanitari ed eliminato 700 amministrativi. La specializzazione è fondamentale e deve essere garantita nelle università. Il ricorso di Anaao è stato annunciato ma non ancora presentato – ha continuato il governatore – noi difenderemo i nostri provvedimenti. A chi ci ha suggerito di usare 25 milioni di euro per le borse di studio, dico che non ha capito nulla. I professionisti sarebbero comunque pronti tra 5 anni e non prima e in ogni caso alla fine sono uomini liberi, che possono cercare lavoro dove vogliono e nessuno ci garantisce che rimangano in Veneto. Chi ha la borsa di studio può lavorare in tutta Italia. Prossimamente – ha concluso Zaia – avremo un incontro con il presidente regionale dell’ordine medici”.
A.B.
“Medici dalle coop per risparmiare, pericoloso e illegittimo”: 36 denunce