Per la Regione, i ‘predatori’ sono troppi e così passa la mozione di Sergio Berlato e di Nicola Finco, che dicono stop al progetto Wolf  Alps. Un colpo di scena, motivato dalla maggioranza  perchè ‘c’è troppo danno per la collettività’.  “Rinunciando ai finanziamenti europei la Regione si dimostra irresponsabile e non aiuta gli allevatori”.

Ma ci sarebbe anche il pericolo, a questo punto, di dovere restituire anche quelli già incassati.

Cristina Guarda e Orietta Salemi. Rispettivamente consiglieri di minoranza di Amp e Pd, accusano il governatore Luca Zaia e la sua giunta di arrivare in ritardo sull’argomento lupo. La diffusione dell’animale sulle montagne del Veneto, che da tempo sta creando scompiglio tra gli allevatori che sostano nelle malghe, non è stata affrontata con tempismo e responsabilità secondo Guarda e Salemi e quel che è peggio “è che la Regione dà la colpa ad altri per la sua mancata gestione del problema”.

Sotto accusa, la rinuncia di Venezia ai finanziamenti europei, che avrebbero permesso in primo luogo di risarcire tempestivamente gli allevatori danneggiati.

“La maggioranza rinuncia ai finanziamenti europei, rinuncia a gestire responsabilmente il problema del lupo e dopo due ore e mezza di discussione in aula, approvando questa mozione decide di non decidere davvero come affrontare concretamente il problema – hanno sottolineato Cristina Guarda e Salemi GuardaOrietta Salemi commentando la mozione Berlato-Finco sull’uscita dal percorso Life-Ue WolfAlps – Il progetto poteva da tempo portare ristoro se i soldi per il risarcimento danni, le recinzioni, i sistemi di prevenzione fossero stati acquistati e resi disponibili in tempo, e non mesi e mesi dopo, agli allevatori che ne hanno fatto richiesta. Recedendo dal percorso WolfAlps con quali soldi la maggioranza pensa di sostenere le spese dei sistemi di prevenzione e dei monitoraggi necessari? Ci auguriamo che perlomeno le richiesta di impegno nel pagare entro sei mesi i danni diretti e indiretti agli allevatori non diventi l’ennesima promessa non mantenuta da parte della Giunta. Avremmo voluto – hanno continuato – a partire dalla nota inviata dall’assessore Pan, assente in aula per motivi istituzionali, aprire un percorso vero di confronto in commissione consiliare, con l’assessore stesso, gli allevatori, i sindaci, i responsabili della forestale, il direttore del parco dei territori interessati dalla presenza del lupo. Questo confronto sarebbe stato utile, non una mozione che impegna strumentalmente la Giunta a scelte che sappiamo non può applicare, pena pesanti risarcimenti alla comunità europea.  Lo stesso consigliere di maggioranza Giorgetti, con buon senso, ha messo i colleghi dell’avviso dei rischi finanziari in cui la Regione può incorrere nel caso di recessione dal progetto WolfAlps. Pertanto – hanno concluso Guarda e Salemi – meno ideologia e più concretezza nell’azione del Consiglio Veneto”.

 

La pensa allo stesso modo anche Andrea Zanoni, eurodeputato del Pd, che con l’uscita del Veneto da ‘WolfAlps’ ritiene si prendano in giro proprio gli allevatori, che non potranno a suo avviso usufruire di recinzioni, cani pastore o abbattimenti.

lupi predazioni

“Gli allevatori vengono presi in giro proprio da chi dice di volerli difendere e rappresenterà per loro un grave danno – ha spiegato Zanoni – Uscendo da WolfAlps si vedranno negare le recinzioni antilupo e i cani pastori. È sconcertante tanta ignoranza: il percorso ‘Life Ue’ non si può interrompere, pena la restituzione di tutti i fondi già erogati. Inoltre necessita comunque di misure obbligatorie per ulteriori cinque anni dopo la sua fine prevista per maggio 2018. In aula c’è stata pure la penosa, tentata ritirata di Sergio Berlato costretto dalla sua stessa maggioranza a fare retromarcia, cambiando e annacquando la richiesta di recessione al Progetto Life sostituendo ‘recedere subito’ con ‘recedere non appena possibile’, non è passata perché il regolamento non ha consentito in dichiarazione di voto di modificare la mozione. Gli stessi consulenti della Regione hanno attestato che i lupi in Lessinia non sono migliaia, sono sei, altri quattro o cinque sull’altopiano di Asiago e una coppia sul Grappa e una sul Col Visentin nel Bellunese. In totale quelli accertati con analisi sono 12, al massimo arriviamo a 15. Questo risulta dai monitoraggi ‘genetici’ effettuati dal Corpo forestale. Prima di arrivare agli abbattimenti il Piano nazionale lupo, ancora in fase di approvazione, prevede ben 22

Andrea ZANONI - 7th Parliamentary Term IT - ALDE

azioni, che riguardano prevenzione, monitoraggio, informazione e studio. E se si arriva all’abbattimento si parla del 5% come soglia massima della popolazione totale, ovvero nel caso del Veneto si potranno abbattere 0.7 lupi, cioè nessun abbattimento. La maggioranza scarica su altri le responsabilità, che sono invece in capo alla giunta. Se si fosse cominciato a fare prevenzione già ad aprile non ci sarebbero state predazioni. Ma siamo in gravissimo ritardo. Grazie ai fondi Life Ue sono stati acquistati tre pastori abruzzesi e consegnati ad altrettanti allevatori della Lessinia, le richieste sono però di almeno altri 20 cani. Nel 2016 sono state fornite delle recinzioni a 12 pastori che sono servite a riparare da eventuali predazioni notturne i capi di bestiame, quest’anno l’acquisto è avvenuto appena una settimana fa e non sono ancora state ancora ‘messe in opera’. Le colpe sono della Regione, non dell’Europa. I fondi finora sono stati utilizzati per gran parte dal Corpo forestale per attività di monitoraggi, analisi e raccolta campioni. E anche il problema dei risarcimenti è dovuto a lungaggini burocratiche imputabili all’Ufficio Caccia regionale. I ritardi di Palazzo Balbi sono la causa principale del clima in atto, proporre traslocazione e sterilizzazione del lupo come vuole fare adesso, fuori tempo massimo, è un’azione inutile e che trova il netto parere negativo con Ispra”. “È quindi una mozione dalle pretese illegali, che si scontra con i dati scientifici a disposizione e va contro le buone tecniche di gestione della fauna selvatica. Non possiamo votare sotto la spinta dell’emotività, a causa di certi servizi mediatici. Non è così che si difendono gli allevatori – ha concluso Zanoni – Con questa mozione le vere vittime sono proprio loro perché non otterranno più i cani pastori né le recinzioni elettriche mentre i lupi resteranno perché sono specie protette”.

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