Screening fondamentale per la sopravvivenza. Sono oltre 6 su 10 in Veneto i pazienti oncologici che a 5 anni dalla diagnosi di tumore riescono a vivere.
Screening fondamentale quindi, in un Veneto regione virtuosa nell’adesione agli esami di screening anticancro.
Come riporta ‘Il Mattino’, nel 2016, il 79% dei cittadini ha eseguito il test per individuare in fase precoce il tumore del colon-retto (esame del sangue occulto nelle feci), più del doppio rispetto alla media nazionale (36%). Il 63% delle venete si è sottoposto allo screening cervicale (fondamentale per la diagnosi precoce del tumore della cervice uterina), anche in questo caso più che raddoppiando il dato nazionale (30%), il 64% delle cittadine ha fatto la mammografia (44% Italia).
Emerge da uno studio condotto all’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, in provincia di Verona, a 5 anni dalla diagnosi, in Veneto il 60,7% degli uomini e il 66,3% delle donne, sono vivi.
In ordine di diffusione del tumore in Veneto, al primo posto viene colpito il colon-retto, poi il seno, quindi polmone, prostata e melanoma. Il tutto segue la media nazionale.
“In Veneto preoccupa l’aumento del tumore al polmone per le donne – ha osservato Stefania Gori, direttore del Dipartimento Oncologico di Negrar – Le pazienti sono passate da 871 casi ogni anno nel periodo 2008-2010 a 1.250 nel 2017”.
“In Veneto non esiste un tetto alla spesa oncologica – ha commentato Luca Coletto, assessore regionale alla Sanità – La lotta ai tumori nel nostro territorio raggiunge i livelli più alti a livello nazionale. Da molti anni si parla di Reti Oncologiche Regionali, ma solo poche Regioni, tra cui il Veneto, hanno intrapreso un reale percorso di attivazione. Nel Veneto inoltre sono attive le Breast Unit per le donne colpite da cancro al seno. E, dei 47 Registri Tumori operativi in Italia, quello del Veneto è il più grande: ad oggi, è riuscito a censire e studiare il 96% dell’intera popolazione del territorio (media nazionale è al 62%)”.