C’è sgomento a Schio e nel territorio dell’Alto Vicentino per la decisione della Ulss7 di ridimensionare la Guardia Medica di Schio, con servizi a intermittenza e dal Pd locale arriva la presa di posizione più forte: “Siamo pronti a mobilitarci”.

A preoccupare i cittadini, ma anche molte forze politiche di opposizione, è il bacino di 90mila utenti che rimarrebbe senza servizio, rischiando di riversarsi su un Pronto Soccorso che già è messo a dura prova da quella carenza di personale per cui anche il servizio di Guardia Media verrà ridotto.

Dopo i sindaci del territorio, con in testa lo scledense Valter Orsi, che ha immediatamente lanciato un appello ad alcuni medici in pensione affinchè diano la loro disponibilità alla Ulss per garantire il servizio, anche Il Pd scledense e la consigliera regionale Cristina Guarda hanno espresso duri commenti, auspicando che l’azienda sanitaria trovi al più presto una soluzione.

Pd, Schio: “Pronti a mobilitarci a fianco dei sindaci”

La presa di posizione al momento più forte arriva dal Pd di Schio, i cui esponenti si dicono “Pronti a mobilitari”.

“Abbiamo appreso dalla stampa che il servizio di continuità assistenziale, la cosiddetta Guardia Medica, non sarà più garantita nel nostro territorio – ha comunicato Leonardo Dalla Vecchia, capogruppo del Pd di Schio – Rimaniamo sbalorditi che una Regione che si fa vanto di essere una delle migliori d’Italia non si faccia scrupoli a togliere un servizio essenziale, come questo. D’altra parte aveva chiuso due anni fa il Centro di salute mentale. Sempre d’estate. Questo è l’ennesimo passo nel progressivo depotenziamento dell’ospedale di Santorso e dei servizi socio-sanitari dell’Alto Vicentino. Ancora una volta ci si nasconde dietro alla scusa della mancanza di personale, eppure crediamo si debbano operare scelte diverse, non è possibile che il disservizio sia assorbito totalmente dal nostro distretto e non si sia pensato ad una riorganizzazione interna volta a garantire un servizio essenziale anche nel nostro territorio, in un’ottica di solidarizzazione tra i due distretti dell’azienda. Esprimiamo la massima solidarietà ai sindaci davanti ad un dirigente che pretende che i primi cittadini non si occupino di sanità. Come possono non occuparsene, quando i nostri territori subiscono questi disservizi? Vogliamo dare tutto il nostro appoggio possibile ai sindaci che hanno più volte espresso tutti i bisogni di una comunità che da anni sta subendo un progressivo impoverimento nei servizi socio-sanitari. Siamo pronti a mobilitarci per sostenere le posizioni dei sindaci come Franco Balzi, Valter Orsi e Giovanni Battista Casarotto e tutti quelli che avranno la forza di dissentire contro questa decisione sconsiderata. Siamo certi che come due anni fa in occasione della grande mobilitazione per l’Ospedale, anche questa volta i cittadini saranno pronti a rispondere”.

Carlo Cunegato: “Bisogna scendere ancora in piazza”

“Schio senza Guardia Medica, le visite sportive a pagamento. Provatizzare significa impoverire, bisogna tornare in piazza a manifestare”. E’ il pensiero di Carlo Cunegato, consigliere comunale e leader di Coalizione Civica Schio, che torna a parlare di mobilitazione dopo quella che ha portato 3mila persone in piazza nel novembre del 2019.

“A Schio non ci sarà più la guardia medica – ha sottolineato – Questo significa che i cittadini non sapranno più a chi rivolgersi di notte e nel weekend. Il pronto soccorso, già in grossa difficoltà, verrà preso d’assalto, perché non sapranno dove andare. Bisogna ridare dignità a questo lavoro. Bisogna aumentare i posti all’Università, le borse di specializzazione, gli stipendi. Come è possibile che in Veneto ci siano solo 20 posti in più ad infermieristica se mancano 1600 infermieri solo nella RSA? Zaia direbbe che è colpa di Roma, dimenticandosi che la Lega governa sia la Regione che il paese. Qualcuno ha detto che bisognava armonizzarsi con il distretto bassanese. Come se le fusioni non fossero fatte per imitare chi lavora meglio, ma per una gara al ribasso. Anche quest’anno le società sportive, che fanno un grande lavoro educativo e sociale, non chiedono da dove vieni e nemmeno quanti soldi hai, dicono che l’Ulss dirotta verso il privato per le visite mediche. Privatizzare significa impoverire e arricchire chi si sostituisce al pubblico. Il welfare è una forma di salario accessorio. Dopo trent’anni di deflazione salariale, se dobbiamo pagare per quello che prima era un diritto garantito siamo doppiamente poveri. Una sconfitta per tutti, una occasione, l’ennesima, per l’aumento della diseguaglianza e la concentrazione della ricchezza”.
Alex Cioni, leader ci Schio Città Capoluogo: “Quando si tratta di tagli, chissà come mai le scelte dell’azienda sanitaria penalizzano sistematicamente più lo scledense che altri territori”.
Alex Cioni, capogruppo di Schio Città Capoluogo, è rimasto anche lui di stucco di fronte alla scelta di ridimensionare la Guardia Medica di Schio. Il timore è che la scelta non sia temporanea ma definitiva. Non è la prima volta che il consigliere si interroga sulla sanità locale e come già fatto non nasconde la sua volontà di stare vicino ai cittadini.
“Quando si tratta di tagli, chissà come mai le scelte dell’azienda sanitaria penalizzano sistematicamente più lo scledense che altri territori”, è il suo commento.

Cristina Guarda, Europa Verde in Regione: “Spero che il futuro non sia Sanità fai-da-te”

Dopo l’annuncio da parte della Direzione dell’Ulss7 Pedemontana circa la probabile sospensione del servizio del presidio medico di Schio, anche Cristina Guarda, consigliere regionale di Europa Verde, è rimasta basita e pone subito una domanda: “Come è possibile che in era Covid, ossia in un momento di estremo bisogno di programmazione  e qualità del servizio sanitario, il servizio di guardia medica, in una area così vasta e già provata a causa di scelte con forti ripercussioni sui cittadini, venga sospeso nel giro di poche ore?”

Cristina Guarda sottolinea di provare grande ammirazione e rispetto per tutti quei sindaci che già si stanno muovendo per garantire la giusta assistenza agli abitanti dei loro comuni, ma sottolinea che non spetterebbe a loro garantire il servizio sanitario e le prestazioni mediche basilari. “Per tale motivo ho presentato una interrogazione in Consiglio regionale per chiedere se il futuro della salute pubblica nella nostra regione preveda il cosiddetto ‘fai-da-te’ – ha sottolineato la consigliera – Nel frattempo mi rendo comunque disponibile ad aiutare i sindaci della zona a ridurre al massimo l’impatto di queste carenze sulla cittadinanza. Da anni mi batto per evidenziare le carenze del nostro sistema sanitario locale e soprattutto una certa disparità di trattamento che sembra emergere di anno in anno, essendoci alcuni territori più colpiti di altri”.

Rifondazione Comunista: “20 anni di sprechi, si va verso la sanità privata”

“Lo spreco di danaro e di risorse pubbliche che negli ultimi 20 anni, dal momento in cui si seppe del progetto dell’ospedale nuovo di Santorso, è sempre stato denunciato, da associazioni e forze politiche, la deriva sempre più marcata verso una sanità privata, hanno colpito ancora – spiegano dal partito di Rifondazione Comunista Vicenza – Le risposte dei sindaci Orsi e Balzi seguono la stessa logica, ma non considerano la radice del problema che è il progressivo depauperamento della sanità pubblica, il continuo spostamento della gestione della salute generale, e quindi degli impegni economici conseguenti, nelle mani dei privati. Sempre meno medici non solo nelle Guardie Mediche, ma anche in corsia e sempre più mal retribuiti a fronte di lunghe ore di lavoro e di carico di responsabilità; sempre meno attenzione alla nostra salute come ‘bene comune’ in un tempo in cui ci viene chiesto di assumere comportamenti virtuosi per contrastare il virus Sars-cov 2. Il problema vero in questo caso è di che cosa uno stato deve fare per la salute dei propri cittadini, nel distretto dell’Alto Vicentino come nel distretto più a sud della Sicilia. E’ una questione nazionale che attiene al modello sanitario che noi dovremmo avere o avere di nuovo, o ricostruire: sanità pubblica sempre, per qualsiasi necessità, spendendo (e non facendo profitti) per la cura del malato, aprendo e non chiudendo ospedali pubblici e non nascostamente privati come gli ospedali di Mestre, di Santorso. Ricordiamoci che le attrezzature dell’ospedale di Santorso sono in affitto, che il parcheggio è a pagamento, che non ci sono servizi adeguati per gli operatori dell’ospedale stesso”.

A.B.

Ulss7. Sospesa la Guardia Medica a Schio, sindaci scioccati. L’appello di Orsi. Video

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