31 milioni e 200mila euro. Il gettito del gioco d’azzardo nel Comune di Schio è una cifra da brividi, tanto da spingere alcune forze politiche attive in città a proporre una task force per mettersi a fianco dei cittadini.
800 euro a persona è la media, che considerando che molti fortunatamente non soffrono di ludopatia, significa che coloro che sono schiavi di slot machines altri giochi arrivano a spendere cifre importantissime.
La cifra è stata resa nota in consiglio comunale quando, rispondendo ad una interrogazione del consigliere di minoranza Alex Cioni, il sindaco Valter Orsi ha snocciolato i dati relativi ad un dramma che sembra sempre più difficile combattere.
E quel che ha gelato il sangue dei presenti, è stata la testimonianza di Cioni che ha affermato: “C’è una sala slot che, in barba alle leggi che impongono che i luoghi sensibili siano ad almeno 500 metri di distanza, ha un bancomat interno”.
Maggioranza e opposizione unite, per fare il possibile per contrastare un fenomeno che ha ripercussioni sulla società e disgrega famiglie.
“Attiviamo una task force con tutte le forze di polizia”, ha detto Cioni. Orsi ha spiegato la situazione di Schio: “400 verbali di sanzioni, 50 sospensioni delle attività, ma si torna sempre ad avere il problema”. I proprietari pagano le multe, perché evidentemente il giro di danaro è più alto.
Cioni non ha messo in discussione l’impegno dell’amministrazione comunale scledense, ma ritiene che “sia necessario fare di più per evitare che le sanzioni rimangano dei provvedimenti senza effetti utili a scoraggiare veramente la sistematica e ricercata violazione dell’ordinanza”.
Secondo Cioni “Opere di prevenzione, campagne informative, ma soprattutto una task force sarebbe una risposta funzionale per attivare delle operazioni di controllo a tappeto che in maniera sistematica e periodica vada a colpire i furbetti, mentre attualmente succede che si stacchi un verbale alle 15 di pomeriggio quando nello stesso giorno la medesima attività rimane operativa h 24. Un evidente atto di sfida che va raccolto e a cui bisogna controbattere con determinazione”.
“La ludopatia non è ancora inserita nei programmi socio-sanitari – ha evidenziato Orsi – Questo scarica il problema ancora una volta sui Comuni e sulla società. Assistiamo impotenti a scene drammatiche, riceviamo minacce per i ricorsi fatti. Lo Stato dovrebbe dare la gestione ai Comuni invece che alla Questura. C’è addirittura qualcuno che giustifica la presenza delle sale da gioco come posti dove comunque ci sono dei posti di lavoro. Non sono assolutamente d’accordo – ha concluso il sindaco – i posti di lavoro si trovano nella nostra zona industriale”.
A.B.