Tutti in piazza per la scuola. “Dopo Pasqua i ragazzi devono tornare in classe, rispettando le regole dentro e fuori dalle aule”. Oltre trecento persone in piazza Falcone e Borsellino a Schio e a Marano Vicentino, dove intere famiglie, amministratori, singoli cittadini, ragazzi con amici, si sono presentati per chiedere a gran voce che le scuole riaprano.

Una necessità non solo per la didattica, ma per la socializzazione, per non fare discriminazioni tra chi è in condizione di difficoltà, per i disabili. Una voglia di molti ragazzi, che sono stanchi di apprendere da dietro un computer e non vedono l’ora di potersi ritrovare non solo per sfoderare ore di studio durante l’interrogazione ma anche per suggerire all’amico da dietro al banco, per scambiarsi consigli personali, relativi alla scuola o al fidanzatino.

A Schio presenti il sindaco Valter Orsi e l’assessore all’Istruzione Katia De Munari, che hanno dichiarato di comprendere e appoggiare l’esigenza di bambini, studenti e genitori di rientrare in classe al più presto.

“Oltre trecento persone nel pieno rispetto delle regole, con esortazioni costanti al microfono – ha spiegato Orsi – Famiglie, genitori, bambini, tutti composti, a manifestare per un diritto sacrosanto, quello di andare a scuola. Le nostre scuole sono tra i luoghi più sicuri e gli sforzi fatti per arrivare ad una ripartenza il 7 gennaio avevano comportato un enorme lavoro per garantire la sicurezza. Erano stati coinvolti anche gli stessi studenti. Ma tutto l’impegno è stato disatteso, anche umiliato, cambiano i colori dei governi ma non le decisioni. Noi amministratori sposiamo un rientro a scuola, speriamo subito dopo la Pasqua, con assunzione di responsabilità di tutti i singoli individui. Siamo genitori e abbiamo la necessità di veder tornare i nostri figli a scuola, ma dall’altra parte siamo cittadini che devono rispettare le regole”.

Dello stesso avviso Marco Guzzonato, sindaco di Marano Vicentino, che ha commentato: “Abbiamo tenuto in grande considerazione e abbiamo pieno rispetto per questa mobilitazione, che corrisponde ed esprime una grande preoccupazione nel mondo dei genitori. Supportiamo la causa e comprendiamo i motivi profondi e di fatto, pur segnalando molte regole da rispettare, abbiamo sostenuto la forma di protesta”.

“Dopo la Pasqua i nostri ragazzi e bambini devono assolutamente tornare a scuola – ha evidenziato Roberto Santacatterina, presidente Age – Ma c’è un obiettivo che viene anche prima: tutti devono rendersi conto che far tornare i giovani a scuola è una responsabilità individuale. Quindi basta andare nei luoghi di affollamento. Basta andare per bar e mercati, si stia un po’ distanziati davvero, si rispettino le regole. La scuola è una priorità, gli assembramenti in piazza no. I contagi devono fermarsi ed è una responsabilità individuale fare in modo che si fermino. Le scuole devono riaprire e là dove non possono, perché i contagi persistono, si devono almeno riaprire le scuole primarie, i nidi e le scuole d’infanzia. Lì devono fare tornare in piccoli gruppi i ragazzi, con i loro compagni disabili. Dobbiamo ricordare – ha concluso – che la colpa non è solo del governo, è anche nostra, come individui, come collettività e come amministrazioni. Dobbiamo smetterla di fregarcene delle regole di prevenzione”.

“Sono la mamma di due ragazzi, di 9 e 11 anni – ha detto Angela Salviato, dipendente di un’azienda – Sono venuta in piazza per difendere il loro diritto ad andare a scuola. Scuola significa apprendimento di conoscenze, ma anche crescita, condivisione, vita. Tutti elementi fondamentali per lo sviluppo umano. Possiamo aspettare 2 settimane con i ragazzi a casa, ma dopo Pasqua devono poterci tornare. La dad non è scuola, è un palliativo. Vedere i miei figli sempre a casa, da soli, davanti ad un computer, provoca in me tanta tristezza, E anche rabbia. La scuola non è un parcheggio, è il luogo di crescita dei ragazzi”.

Anna Bianchini

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