I ragazzini di Schio che non andranno in vacanza potranno andare quasi sicuramente ai centri estivi. Ce la sta mettendo tutta l’Associazione Genitori (Age), a cui l’amministrazione comunale ha affidato il compito di organizzare il tanto atteso servizio, che aiuterebbe le famiglie ad alleggerirsi e i ragazzini a recuperare quella socialità che è mancata negli ultimi mesi.

Un servizio importante, che però è ai blocchi di partenza, in attesa del ‘via libero’ definitivo.

In prima linea c’è Roberto Santacatterina, presidente AGE, che con la sua associazione è coinvolto come promotore di un progetto organizzativo unico, dove insieme all’amministrazione comunale, le varie cooperative, associazioni, gruppi sportivi, che si occupano dei centri estivi e con il supporto della Fondazione Capta, si cerca di dare vita a una serie di opportunità estive destinate ai ragazzi per questa estate, che sarà più lunga e difficile del solito.

“Alcuni dovranno sostenere gli esami di terza media o di maturità, per cui ancora avranno tempo da dedicare allo studio, ma per quasi tutti gli altri comincia l’estate, lo svago, il tempo da passare con gli amici o magari in vacanza – ha spiegato Santacatterina – Auguriamo a tutti di realizzare i propri progetti estivi e raggiungere il massimo divertimento. Per chi passerà invece del tempo a Schio c’è l’incognita dei Centri Estivi nell’anno del Covid”.

Il progetto prevede sicurezza, sostenibilità e opportunità per i ragazzi. Per realizzarlo, per costruire i centri estivi, oltre alla normativa nazionale, Age ha costituito un comitato tecnico-scientifico costituito da un medico pediatra, una psicologa del Miur, una pedagogista ed una docente, per arrivare ad una proposta sicura, qualificata, con l’obiettivo della socializzazione terapeutica dei ragazzi.
“In termini di sicurezza facciamo riferimento alle regole stabilite dal governo nazionale e regionale – ha spiegato Santacatterina – Norme stringenti che vanno tassativamente imparate e rispettate da tutti, controlli continui da parte di personale qualificato per una vera educazione sanitaria. Il costo del servizio dovrà essere contenuto e simile per tutte le iniziative. Consideriamo che molte famiglie avranno bisogno di questo supporto almeno fino alla riapertura delle scuole. Intendiamo insegnare ai bambini e ai ragazzi l’importanza delle nuove regole igenico-sanitarie. Con il gioco e con l’imitazione apprendiamo e ci abituiamo a questa nuova modalità di stare e divertirci insieme. Giocare, socializzare, tornare ad apprendere. Alla fine di maggio avremo informazioni più precise. Per il momento pensiamo di partire entro i primi 10 giorni di giugno e di proseguire fino all’inizio della scuola a settembre. Stiamo mappando i vari ambienti disponibili con caratteristiche compatibili con la sicurezza richiesta: spazi comunali, scolastici, parrocchiali. Preferiamo ovviamente gli spazi all’aperto ma esistono anche i giorni di pioggia e gli ambienti chiusi devono essere adeguati”.

di Redazione Altovicentinonline

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