Alle 9 del mattino il mercato di Thiene già pullula di persone. Bar pieni per la colazione, con tavoli rigorosamente distanziati e colmi di caffè e brioches. Tanta gente anche vicino ai banchi, che hanno riacquistato le loro posizioni e, pur essendo distanziati e dotati di igienizzanti e cartelli di raccomandazioni, hanno la stessa aria di ‘prima del coronavirus’.

Ricomincia alla grande il mercato di Thiene del lunedì dove i commercianti, con i loro banchi, si sono subito attrezzati con tutti i dispositivi di sicurezza anti covid possibili e per i clienti non si profilano particolari rischi all’orizzonte. Nei banchi di abbigliamento i camerini vengono igienizzati regolarmente ed i gestori si sono attrezzati con strutture veloci e facili da disinfettare.

Tanta affluenza, nel secondo giorno di mercato dopo il lockdown e solo un’incognita, legata non al virus, ma alla situazione economica, che si fa sempre più pesante di giorno in giorno, con molti utenti che lamentano di non avere ancora ricevuto la cassa integrazione.

Eppure i commercianti non mollano, si sono ripresentati praticamente tutti, pronti per ricostruire quel lavoro che per due mesi era

stato messo in stand by. Nel prossimo futuro non si dicono preoccupati per una eventuale ondata di ritorno del covid, poiché “ormai abbiamo capito come gestire il lavoro in tempo di covid”, quanto piuttosto la scarsa capacità economica delle persone. Clienti, per i quali i prezzi non sono aumentati, anzi. Al mercato di Thiene i prezzi sono buono in ogni settore, con l’abbigliamento ed il reparto casa che presentano buone scelte anche a pochi euro. Ma ci sono borse a buon prezzo, calzature e articoli di ogni genere. Per gli alimentari non ci sono grandi differenze, il costo è rapportato al prezzo di acquisto e la scelta rimane buona.

Secondo Tommaso Gonzato, titolare di un banco di abbigliamento da donna, “La situazione è peggiore di come era prima dell’emergenza coronavirus, anche se devo ammettere che al momento non va malissimo. Per ora – ha spiegato – ce la caviamo. Complice il fatto che ci sono belle giornate, che la gente oggi è a casa per il ponte e che comunque, anche chi ha difficoltà nel lavoro, usufruisce della cassa integrazione. I problemi ci saranno dopo, quando la cassa integrazione terminerà e molti lavoratori subiranno il licenziamento. Sarà allora che anche il nostro settore si troverà a vivere qualche problema molto più preoccupante”.

“Le cose non vanno molto bene – ha evidenziato Sandra, titolare di un esercizio di abbigliamento a Thiene e a Schio – Abbiamo subito dei danni importanti a causa di una burocrazia che ci ha costretti a tenere chiuso senza motivo. A Chioggia, dove lavoriamo, il mercato è ancora chiuso, ma non ci sono motivi seri. I clienti hanno capito fin da subito di dover fare attenzione e si comportano benissimo. Indossano la mascherina, utilizzano il gel igienizzante prima di toccare i prodotti. A mio avviso non servirebbero nemmeno i distanziatori, tanto le persone sono educate”.

Nel frattempo arrivano le 11.30 e sui tavolini dei bar i caffè lasciano spazio agli aperitivi.

Luca Stefani, titolare dal 1966 di un banco dove vende abbigliamento maschile e da lavoro, sfoggia con orgoglio una mascherina con impressa la bandiera di San Marco: “C’è molta gente, ma le persone hanno pochi soldi da spendere. Ogni tanto ne parlo con mio padre, che ha sempre vissuto di questo lavoro e fatica a comprendere che la situazione sia diventata così dura. Il mercato di Thiene è molto difficile, è il più difficile di tutti, non ho mai capito davvero il motivo. Il problema comunque non è ora e non è il coronavirus. Il vero problema sarà che in autunno ci sarà la vera ricaduta del lockdown sull’economia e allora temo che saremo tutti costretti ad essere molto realisti, ci sarà poco spazio per quell’ottimismo che ancora abbiamo noi commercianti. Il mio commercialista è stato molto chiaro – ha concluso – Mi ha detto che con la fine del 2020 ci saranno tantissime attività che chiuderanno definitivamente”.

Più positivo, anche se molto concreto, Silvano Panozzo, titolare di un banco di casalinghi e prodotti per la casa. “Molto dipende dall’articolo, l’abbigliamento è più in crisi di noi – ha sottolineato – La cosa bella che abbiamo noi veneti è che gli imprenditori, a tutti i livelli, sono coraggiosi. Ci buttiamo, ci proviamo, ce la mettiamo tutta per andare avanti. Il problema ora lo sappiamo benissimo qual è, è la mancanza di soldi nel portafogli della gente. Ma noi nel frattempo andiamo avanti e cerchiamo di essere professionali e positivi”.

Anna Bianchini

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia