20 anni alla presidenza di Ascom. 20 anni durante i quali il mondo è cambiato: dalla lira si è passati all’euro, i negozi di vicinato hanno dovuto imparare a coesistere con la grande distribuzione e con l’avvento di internet è arrivato il commercio online.
Un periodo lungo e impegnativo per Emanuele Cattelan, presidenze di Confcommercio del mandamento di Thiene, che a pochi giorni dall’elezione del suo successore si prepara a passare il testimone.
Un passaggio per il quale si sente pronto, perché 20 anni sono tanti e diventano ancora di più quandoci si accorge che davanti ai nostri occhi il commercio ha vissuto una vera e propria rivoluzione.
Emanuele Cattelan, presidente Ascom dal 1998 a fine 2017. Quando ha iniziato pensava che sarebbe stata una ‘mission’ così lunga?
No, ho iniziato dopo essere stato vicepresidente e non pensavo alla scadenza. Poi di mandato in mandato siamo arrivati a oggi.
Che cosa è successo in questi 20 anni nel mondo del commercio?
In questi 20 anni è cambiato il mondo e il commercio è stato ‘stravolto’ da cambiamenti epocali. E’ cambiata addirittura la moneta.
Ci faccia una riassunto di cosa hanno vissuto i ‘suoi’ commercianti in questi suoi 20 anni.
20 anni di cambiamenti costanti e rapidissimi. Si è passati da un’economia fiorente che non conosceva tentennamenti ad una crisi forte ed in continua espansione. C’è stato il passaggio dalla lira all’euro, un momento critico e traumatizzante per il mondo del commercio. Obbligatorio il cambio del registratore di cassa e la doppia contabilità, con i prezzi sottoposti a variazioni difficili da comprendere e da spiegare.
C’è stata l’espansione della grande distribuzione, con i negozi di vicinato che si sono trovati a dover affrontare una concorrenza nuova e difficile da gestire. E poi c’è stato l’avvento del commercio online.
Come presidente, lei ha avuto il polso della situazione?
Sono commerciante, per cui ogni evento l’ho vissuto in prima persona. Ci sono stati momenti di grande preoccupazione, di difficoltà e di apprensione, perché davanti a cambiamenti così epocali, bisogna anche capire se sono destinati a durare. Lo abbiamo capito in fretta per fortuna e come associazione ci siamo dati da fare.
Come avete affrontato la grande distribuzione?
Ci sono state tensioni anche a livello sindacale, abbiamo cercato di mettere dei paletti per arginare i problemi che ne sarebbero derivati, ma la politica purtroppo non è riuscita a capire che quello che stava succedendo avrebbe dato un grande contraccolpo all’economia. Purtroppo i commercianti di vicinato si trovano a competere con colossi che viaggiano su un piano economico diverso, per cui la ‘lotta’ è ad armi impari.
E il commercio online?
All’inizio abbiamo faticato a seguire questo movimento, dobbiamo essere onesti. Forse la nostra impreparazione ci ha giocato un brutto scherzo, perché ci abbiamo messo del tempo per comprendere il meccanismo e nel frattempo quel meccanismo è scoppiato. Ci siamo dati da fare tantissimo e lo facciamo costantemente ancora, ma ammetto che ancora oggi è un tasto dolente.
Cosa deve fare la piccola distribuzione per affrontare il nuovo mercato?
Deve lavorare con una nicchia di mercato, deve dare servizio e attenzione al cliente. Conoscere il cliente per quanto possibile, capire le sue esigenze, farlo sentire coccolato.
Da sempre la politica e i commercianti hanno un ‘legame’ particolare. Come è cambiato il suo rapporto con l’amministrazione thienese in questi anni?
E’ diventato negli anni un rapporto più professionale e meno amichevole. Per questo siamo riusciti a fare interventi precisi per il commercio e non solo di facciata. Un tempo si potevano fare grandi discorsi e concluderli a ‘tarallucci e vino’ e andava tutto bene lo stesso. Non si sarebbe mai arrivati a litigare. Oggi non è più così. Oggi servono poche chiacchiere, molti fatti e grande determinazione nel portare avanti dei progetti. Se serve litigare, oggi si litiga, ci si fa sentire.
Qual è stato il momento più bello?
Ogni volta che abbiamo organizzato serate di formazione per gli associati. Vedere la sala borsa piena e i commercianti attenti mi ha riempito di orgoglio.
E quello più brutto?
Momenti brutti no, di tensione piuttosto. Capire dove stava andando il mercato e far capire agli associati che l’associazione stava lavorando per loro a volte è stato molto difficile, soprattutto in centro storico non sempre sono riusciti a capire che eravamo con loro al 100% e lavoravamo per loro e con loro.
Lei è stato un bravo presidente?
Sono stato sicuramente un presidente attento e molto impegnato. Se sono stato bravo lo devono dire gli altri.
Che doti deve avere un presidente oggi?
Deve avere conoscenze tecniche del mercato e del ruolo sindacale che ha. Deve avere l’attitudine di confrontarsi con i soci a qualsiasi livello. Ora ci vuole molta più professionalità di un tempo, ci vuole conoscenza.
Era meglio essere presidente 20 anni o oggi?
Allora era più facile, adesso è più stimolante. Riuscire a dare risposte e aiuti oggi ha un valore diverso ed è molto più gratificante. Il mio successore deve essere una persona che conosce l’associazione e che abbia un ruolo sindacale importante.
Rimpianti?
Non aver passato la presidenza prima, secondo me serviva un ricambio più veloce, almeno 5 anni fa, lasciare spazio a persone motivate. Però anche nell’ultimo periodo abbiamo sempre lavorato comunque con passione e dedizione.
Lo rifarebbe?
Assolutamente sì. E’ stato un grande onore, un piacere e anche una grande gratificazione.
Cosa farà dopo?
Intanto respiro e poi sicuramente per il 2018 troverò altri impegni oltre al mio lavoro.
Anna Bianchini