La bocciatura in consiglio comunale della richiesta della Lega di aprire il centro storico al traffico dalle 8 alle 19 dal martedì al venerdì per favorire l’afflusso di visitatori e la clientela delle attività commerciali apre un triste scenario sulla realtà di quella che un tempo era il punto di riferimento per il commercio del territorio. Non tanto per il fatto che quel piccolo tratto di Corso Garibaldi rimanga aperto, ma perchè ci si rende conto che, chiusura dopo chiusura delle numerose attività commerciali, la ‘bomboniera’ dell’Alto Vicentino sta diventando sempre più simile ad una qualsiasi cittadina del grigio ovest vicentino. E pare che le chiusure dei negozi non siano finite.
La bocciatura della mozione presentata dal Carroccio era stata annunciata dall’amministrazione comunale capitanata dal sindaco Giovanni Battista Casarotto ed era stata approvata anche da molti lettori di Altovicentinonline, che si erano espressi sulla nostra pagina spiegando che l’apertura alle auto sarebbe stata spiacevole per le famiglie con i bambini e antiestetica e che in ogni caso non avrebbe portato giovamento alle attività commerciali.
Alla fine, ha incassato il “no” Andrea Busin, che con Simone Furia, Attilio Schneck e Christian Azzolin, aveva proposto l’idea di aprire il traffico alle auto per un paio di mesi e di fare ulteriori considerazioni alla fine di questo periodo di prova. “Bisogna pur fare qualcosa – aveva spiegato Andrea Busin – Se continuiamo a stare fermi a non fare nulla, i problemi non si risolvono. Avevo suggerito questo tentativo per vedere se avrebbe portato un cambiamento, in caso contrario si sarebbe tornati comunque alla chiusura. Pensavo che essendo inverno, con i bambini che rimangono chiusi in casa, con le limitazioni dovute al covid e con il Natale in arrivo, dare almeno una opportunità sarebbe stato comunque meglio di non fare nulla”. Uno spiraglio di movimento, forse non sufficiente, comunque qualcosa per muovere le acque. Ed è questo che appare a molti thienesi, che la nostra città sia nelle sabbie mobili, che sia impantanata mentre tutti assistono senza fare niente, per inerzia o incompetenza.
Secondo Renato Corà, noto commerciante che ha ricoperto ruoli di spicco sia in precedenti amministrazioni comunali sia nell’associazione commercianti del mandamento di Thiene, “Aprire il centro storico non penso sia una priorità, poiché via Garibaldi è solo la punta dell’iceberg del commercio cittadino, quello che non funziona è la mancanza di un progetto per la città da parte di due comprimari completamente assenti: Ascom e l’amministrazione comunale”.
Secondo Corà, “il grande decadimento commerciale di Thiene è iniziato con la politica di questa amministrazione, che ha favorito negli assi viari principali l’inserimento della grande distribuzione, tanto che in queste vie sono state realizzate numerose rotatorie create ad hoc per favorire la grande distribuzione. Non c’è mai stata una politica per il centro storico e quel poco che c’è stato è stato penalizzante per i commercianti. Thiene, che era epicentro per il commercio locale, si sta spegnendo, la stanno letteralmente distruggendo e non solo commercialmente”.
Corà fa riferimento a tutto quello che ruota intorno al comparto lattiero caseario, con la borsa, il laboratorio del latte e vari premi del comparto, che non si fanno più a Thiene, poiché i responsabili di gestione del settore locale hanno optato per il trasferimento in altri comuni. “Cose che facevano gravitare gente su Thiene, che sono state lasciate andare senza battere ciglio – ha continuato Corà – Siamo commercialmente anestetizzati. Il mercato di Thiene, che un tempo era il riferimento per tutto l’Alto Vicentino, oggi è un mercato da terzo mondo. In Ascom e nell’amministrazione comunale, ci sono tante brave persone. Umanamente non ho nulla contro di loro, ma sono totalmente inadatti al ruolo che ricoprono. Oggi Thiene non è al centro di nulla, anche dal punto di vista politico abbiamo perso autorevolezza e non contiamo più. E non è colpa del covid, perché questa decadenza era già iniziate ben prima. Servono personalità diverse – ha concluso Corà – Servono persone che abbiano una visione, che abbiano progetti e che abbiano sia la capacità che il coraggio di realizzarli”.
Nota di Redazione
Alla passione per la politica e allo ‘scaldarsi’ di Renato Corà si contrappone la flemma di Vittorio Santacatterina, presidente Ascom del mandamento di Thiene, che ai microfoni di Tva, venerdì sera, alle domande della giornalista Alessandra Altomare sul centro storico, ha risposto che “occorre ascoltare sia la voce di chi vuole il centro aperto sia di coloro che lo vogliono chiuso”. Parole vuote, ma che racchiudono l’atmosfera che regna in città, dove l’associazione che dovrebbe essere in prima linea a ‘combattere’ per i suoi soci, sembra ferma ad osservare dalla finestra. E l’emergenza covid non c’entra niente. Thiene è deserta, non solo per il coronavirus, ma è deserta di idee, proposte e di quei dibattiti che mancano anche a noi giornalisti, che ormai giornalmente ci occupiamo di inaugurazioni di piccoli punti della città e non più di quei grandi temi che servirebbero a rilanciare lo sviluppo che ormai da qualche anno non è più tra le prime file dell’Alto Vicentino. Non lo è per la mancanza di figure politiche capaci, di personalità di spicco, che hanno lasciato il posto a quelle di altri Comuni, che sembrano avere una marcia in più. Sarà che mancano due anni alle prossime elezioni e qualcuno sta già scaldando i motori, facendo accordi sotto banco per ripresentarsi alla prossima legislatura, l’attuale amministrazione comunale sembra sopravvivere e non vivere. Alcuni assessori non hanno fatto mancare la loro presenza e qualcuno si è anche particolarmente distinto durante l’emergenza covid, qualcun altro sembra totalmente distaccato o isolato nel proprio assessorato. Il Comune di Thiene è un gioiellino per quanto riguarda l’organizzazione dei servizi, ma manca un’impronta da parte di amministratori che sembrano demotivati e non più uniti da un sindaco che è riuscito in un’impresa miracolosa quando, nel suo primo mandato, ha fatto collaborare egregiamente persone di area politica completamente diversa. Adesso però le verdure del minestrone sembrano cercare ricette più consone alla loro indole e forse è giusto che sia così. Una cosa è certa, chi si ritroverà al timone di Thiene tra due anni dovrà dare la sterzata giusta e riportare la città a splendere come un tempo, riafferrare i grandi temi e prendere posizione, non per evitare i problemi ma per risollevare le sorti di una città vuole tornare ad essere un riferimento nel territorio, con voce in capitolo anche dal punto di vista politico. Una cittadina che, visto che siamo in tema di colore, definisca bene il proprio con progetti di rilancio e di splendore adeguati alla sua bellezza.
di Redazione Altovicentinonline