“Siamo qui per dire “no all’esternalizzazione dei servizi delle Rsa Il Cardo e San Michele di Montecchio Precalcino, bisogna pensare agli ospiti che hanno bisogno di cure, non ai soldi”.
Giorgio De Zen, rappresentante scledense dell’Alto Vicentino per Il Veneto che Vorrei, non è voluto mancare al sit in organizzato questa mattina a Thiene, davanti all’ospedale Boldrini.
Un paio di ore in cui i sindacati di Cgil, Cisl e Uil hanno fatto squadra con Il Comitato Sanità Pubblica Alto Vicentino, Il Veneto che Vogliamo e Coalizione Civica, per protestare contro alcune scelte fatte dalla Regione Veneto in merito alle due strutture residenziali per anziani e disabili che hanno sede a Montecchio Precalcino.
“Diciamo assolutamente no all’esternalizzazione dei servizi – ha sottolineato – Il bando al ribasso è una scelta della Regione Veneto che penalizzerà il personale delle Rsa e non tiene in conto dei diritti degli ospiti delle strutture. Sono scelte che hanno criterio puramente economico. Siamo qui con i dipendenti e i sindacati per dire no a queste scelte politiche e per sollecitare che si punti l’attenzione non sui soldi ma su pazienti e lavoratori”.
“La privatizzazione dei servizi a La Casa è l’ennesimo esempio di tagli al costo del lavoro – avevano detto Giampaolo Zanni, Raffaele Consiglio e GraziaChisin, rispettivamente rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil Vicenza – La scelta de La Casa di Schio di esternalizzare parte dei servizi residenziali per anziani, disabili e utenti psichiatrici a Montecchio Precalcino, affidandoli ad una cooperativa sociale del territorio e prevedendo lo spostamento a Schio diparte del proprio personale dipendente, è un esempio evidente di cosa significa taglio dei costi e rischio di riduzione dei servizi. Fin da subito, insieme alle categorie che rappresentano lavoratrici e lavoratori e ai sindacati pensionati, Cgil, Cisl e Uil Vicenza Vicenza hanno contestato la scelta dell’Ulss 7 Pedemontana di mettere a gara i servizi prevedendo una pesante riduzione dei costi del personale. Fin da subito abbiamo chiesto all’Ulss 7 di ritirare il bando di appalto e ridefinirlo avendo maggiore attenzione alla continuità del servizio, alla qualità dell’assistenza, ad un costo del lavoro adeguato. A distanza di mesi non vi è stata alcuna modifica al bando, scelta che di fatto ha indotto La Casa di Schio a concorrere in associazione con la Cooperativa Sociale Mano Amica e oggi ad avviare un percorso di esternalizzazione. Siamo convinti che questo discenda anche da scelte ben precise della Regione Veneto che, nel programmare il sistema di offerta residenziale per la salute mentale, ha individuato nel Ccnl Cooperative Sociali il parametro di riferimento del costo del lavoro, determinando di fatto un disegno di progressiva privatizzazione di importanti servizi pubblici alla persona”.
A.B.