Non è un semplice caffè o un semplice spritz, è molto di più perchè ti viene servito con l’orgoglio di chi è felice  di poter lavorare. Con la fierezza di chi ha avuto una opportunità di essere uguale ad un coetaneo alla prima esperienza. Con la gioia negli occhi di chi vuole occasioni di vita vera di dimostrare che nonostante la ‘diversità’, il contributo che si può dare alla società è così tanto che lo avverti anche in quel semplice caffè.

disabi villaIl leitmotiv di “Social Hospitality” ha una semplicità di fondo che spiazza: dare modo a dei ragazzi con differenti abilità di lavorare, sfoderando le proprie doti innate, non prima di avere sostenuto un corso di formazione con tutti i crismi.

Si potrebbe definirlo ‘negozio senza barriere’, ma sarebbe una poca e non giusta etichetta data all’iniziativa di inserimento nel mondo del lavoro di 8 ragazzi con differenti disabilità, messa in campo da Engim Thiene.

“Molto semplicemente è un ponte tra scuola e lavoro, nato dalla costola di ‘Abilmente’ –  spiega Marta Rigo responsabile servizio orientamento Engim Thiene, mentre allarga un sorriso, soddisfatta del lavoro appena concluso da uno dei ‘suoi’ ragazzi – ‘Social Hospitality’ è un progetto che accompagna i ragazzi che hanno concluso un percorso formativo e scolastico in vista dell’inserimento lavorativo”.

“Abbiamo approfittato di un bando regionale ‘Garanzia giovani’ che permetteva di promuovere un corso di formazione e un periodo di tirocinio di tre mesi retribuito – continua Marta – Ogni ragazzo percepirà 300 euro al mese”

Per gli aspiranti commessi o baristi speciali il primo step, che stanno affrontando, è la formazione, iniziata ai primi di ottobre e che durerà fino a dicembre. Dopodiché per loro le cose si faranno serie, iniziando sin da subito il tirocinio, che durerà tre mesi.

disab filla fabrisCome si svolge la formazione
Si svolge sia a scuola che in un locale. A dare sin da subito disponibilità al progetto è stata Valeria Ricci del ‘Villa6 Sharing’ che, dando sfogo al suo credere all’accoglienza, ha allargato le braccia con naturalezza, accogliendo il gruppetto speciale di futuri baristi e commessi nel suo locale con vista sul parco di Villa Fabris. “Non aspettavo altro, lo dico sinceramente – racconta Valeria – Quando abbiamo aperto due anni, volevamo proprio che il nostro locale non fosse solo un bar legato alla mera ristorazione, ma cuore pulsante dell’inclusione, creando un luogo sociale”.
“Quello che i ragazzi mi stanno dando è incalcolabile in termini di ricchezza umana – continua la proprietaria di Villa 6 – Eravamo partiti con 20 ore di formazione e siamo arrivati a 60. Quando Marta Rigo mi ha contattata per propormi l’idea, ho capito di avere realizzato un sogno, perché il mio lavoro va a divenire così strumento positivo per questi studenti”.

disa villa fabris“Al bar studenti apprendisti il concetto legato all’accoglienza nei bar o nei negozi, imparare a lavorare in un contesto veloce a contatto col pubblico, dal gestire una sala, prendere un’ordinazione, assistere il cliente insomma – precisa Marta Rigo – A scuola invece, al Cfp patronato san Gaetano affrontano dei corsi sulle tecniche di vendita, come approcciare un cliente, mettendosi alla prova nel bar del patronato, servendo – spiega Marta Rigo- Una formazione ad ampio spettro per dare loro le competenze necessarie per affrontare il tirocinio a gennaio”.

Dove svolgeranno il tirocinio
Assimilati i rudimenti di come si lavora, davanti o dietro un bancone, gli studenti inizieranno il tirocinio, ciascuno in un’attività diversa: “Hanno dato disponibilità qua a Villa Thiene , la tabaccheria Balasso, il bar del Patronasto San Gaetano – continua Rigo – Mentre a Schio uno dei ragazzi lavorerà alla cooperativa sociale il Ponte, a Marano all’azienda agricola Aidi e al negozio del consorzio agrario Mais Marano. Siamo arrivati ad avere disponibilità anche dal supermercato Battocchio di Marostica, che entusiasti accoglieranno due dei nostri studenti che abitano nella zona”.
Una serie di nomi di attività che non rappresenta un elenco esclusivo e chiuso, tutt’altro, ma che possa essere spunto per tanti altri negozianti o bar, che vogliano mettersi in gioco per contribuire a spiantare, quanto più possibile quei paletti sociali che rinchiudono ed isolano le persone con disabilità.

Paola Viero (foto di Paola Dal Ferro)

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