“Su whatsapp audio falsi e imbarazzanti. Gli autori saranno denunciati”.
E’ andato su tutte le furie il governatore del Veneto Luca Zaia quando, durante il consueto incontro con la stampa, ha raccontato di un audio falso che sta girando, rimbalzando sui telefonini. Non riusciva quasi a crederci che ci fosse chi cade in questi tranelli diffusi con il chiaro intento di diffondere menzogne e soprattutto non si capacitava che qualcuno sia così cretino da pensare che tocchi agli addetti delle pompe funebri stabilire la causa di morte.
La voce che parla infatti racconta di addetti alle pompe funebri che dichiarano di dover classificare alcuni morti e di certificare che sono tutti morti per coronavirus anche se muoiono di altro.
“Le pompe funebri non fanno classificazione dei morti – ha spiegato incavolato Zaia – E non esiste che si dica che chi muore per un incidente stradale muore di Coronavirus”.
Nell’epoca delle fake news, con persone che diffondono video raccattati a casaccio dalla rete al solo scopo si supportare i propri complotti, capita anche che ci sia chi crede che spetti agli addetti delle pompe funebri certificare una morte e addirittura c’è chi pensa sia possibile che chi nuore in circostanze diverse possa senza nessun problema essere inserito in una categoria di decessi che è sotto la lente allo studio dell’Oms, mentre il mondo è bloccato a causa di una pandemia.
C’è da ridere o c’è da piangere? Secondo Zaia c’è da denunciare. “C’è chi dice che le pompe funebri segnano tutti i morti come Coronavirus. E’ gravissimo diffondere messaggi così, che creano inquietudine – ha dichiarato Zaia – Le nostre classificazioni seguono parametri tecnico-legali su indicazioni dell’Oms. Siamo l’unico paese e Regione che diffondono bollettini ogni giorno. Non mi risulta che lo facciano ovunque. Non si venga a chiedere trasparenza, e poi quando ti diamo i numeri si dica che servono ‘solo per fare bollettini”.
Insomma, il popolo proprio non vuole capire che deve informarsi solo attraverso i canali istituzionali e ci sono migliaia di utenti della rete, che ogni giorno, quasi fosse lo sport che hanno sostituito alle partite di calcio con gli amici, diffondono video, che nulla hanno a che fare con la scienza. Video fatti bene dal punto di vista tecnologico, che, nonostante le campagne d’informazione contro le fake news, come un contagio arrivano sui telefoni e sui pc come dei virus incontrollati. Stavolta, il Governatore Zaia è stato molto severo anche perché questa spazzatura diffusa da sciacalli ed incoscienti, hanno degli ascendenti sulle menti più fragili. Persone, che si sentono vittime di complotti e che poi, inondano i telefoni di chi deve pure perdere tempo a smentire le clamorose bufale. Come se i morti che si contano a causa del Coronavirus non bastassero!
La bufala di Bergamo e la denuncia penale
Sui social , un paio di giorni fa, una donna, che ci aveva messo pure la faccia, aveva definito il Sars-CoV-2 ‘una bufala voluta dal Governo per controllarci e tenerci in casa’: è stata però denunciata dal Comune di Bergamo ed è stata smascherata. Non era nuova a certi video, in cui voleva dimostrare che la terra è piatta. Questa volta, si sarebbe spacciata per una impiegata di un’agenzie di pompe funebri, dichiarando, che il numero riferito sui decessi in Lombardia sarebbero finti e che il Coronavirus sarebbe una bolla mediatica. Finti sarebbero, per la sedicente dipendente, anche i camion dell’esercito italiano che trasportava le bare dei malati di Covid. Il Comune di Bergamo ha deciso di dare una lezione esemplare alla divulgatrice di fake news, che aveva fatto in modo che i suoi messaggi virtuali venissero condivisi da migliaia di utenti della rete, che pare siano diventati morbosi nel cercare ilo complotto ovunque.
di Redazione AltovicentinOnline