E’ un inno al Pasubio quello andato in onda venerdì su Rai 3 nella trasmissione Geo & Geo, che ha dedicato uno speciale al Monte Sacro e alle sue eccellenze.
In primo piano la Strada delle 52 Gallerie, con Alberto Bosa (biologo e guida) e lo storico Giorgio Trivelli che hanno raccontato la storia della mulattiera più famosa d’Europa e ne hanno spiegato le particolarità.
“Non è giusto chiamarla strada, è una mulattiera – ha spiegato Bosa – E’ stata realizzata dalla 33esima Compagnia Minatoria del Genio nel giro di 9 mesi in uno degli inverni più freddi e nevosi. Era impensabile che fosse possibile invece ce l’hanno fatta. E’ adatta al turismo, tanto che solo l’anno scorso ha attirato decine di migliaia di persone. Adatta ad appassionati ed esperti così come e principianti – ha concluso Bosa – A patto che gli escursionisti siano attenti ed equipaggiati nel modo corretto”.
A rendere omaggio al Pasubio e al comune di Valli del Pasubio, anche la presenza di Cristina Fin, titolare e della Locanda Rifugio Balasso, un punto di riferimento a Valli e non solo.
Cristina Fin ha preparato e cucinato in diretta bigoli con le sarde (pesce tipico e tradizione della cucina altovicentina) e buccia d’arancia e frittelle di pane, mele e uvetta. Piatti tipici, affiancati dalla sopressa, che Cristina ha definito ‘La Regina’, da formaggi di capra e mucca e dal mais coltivato a Valli, grazie ad agricoltori che hanno recuperato vecchi grani e antiche tradizioni. “Faccio il mio lavoro con amore e collaboro con le aziende agricole locali – ha spiegato Cristina Fin – Mi piace usare i nostri prodotti tipici, che sono buoni e vanno valorizzati”.
A spiegare la fauna del Monte Pasubio, nello studio di Rai 3 presente anche Giancarlo Ferron, scrittore e naturalista, che ha raccontato l’evoluzione della fauna, dai tempi in cui il Pasubio era popolato fino allo spopolamento e la discesa dell’uomo a valle, dovuto all’industrializzazione.
“La fauna del Pasubio è cambiata nel corso degli anni e dei secoli in base alla presenza dell’uomo – ha spiegato Ferron – Il paesaggio è cambiato: andiamo da un’occupazione fisica totale dell’uomo con la pastorizia, all’abbandono e lo spostamento della vita nel fondovalle, con il boom industriale. A quel punto la natura si è riappropriata del territorio e gli animali, come camosci e caprioli, sono tornati. Nel Pasubio c’è anche una salamandra, la ‘Pasubiensis’, che vive solo lì. Ora assistiamo ad un ritorno graduale anche del lupo, cosa che non fa felici gli allevatori. Bisona attrezzarsi. I mezzi per convivere con il lupo ci sono, recinti e cani speciali, è solo una questione culturale”.
Anna Bianchini