Una roulette russa. Non rispettare le regole di prevenzione dal coronavirus è stato paragonato all’assurdo ‘gioco della morte’ dal governatore del Veneto Luca Zaia, che durante la conferenza stampa giornaliera ha ribadito l’importanza della responsabilità individuale nell’indossare la mascherina per rispetto della salute propria e degli altri.
“Se il virus riparte riempiamo gli ospedali e dovremo richiudere tutto, bar, piscine, palestre, aziende, negozi, tutto – ha sottolineato il presidente della Regione, invocando per l’ennesima volta responsabilità – Quando vado in giro non sento nessuno che avrebbe piacere di richiudere tutto, per cui dobbiamo essere responsabili e rispettare le regole”.
Zaia non ha risparmiato una frecciata al nuovo problema, sorto in questi giorni, che emerge dal mondo dei complottisti, da coloro cioè che nella promozione dell’utilizzo di mascherine vogliono, a tutti i costi, vederci un complotto ordito dalla ‘lobby’ delle mascherine, che ci guadagnerebbero soldi.
Zaia ha ironizzato, rivolgendosi a “terrapiattisti e complottisti”, ai quali ha chiesto di pensare ai morti, prima di dire certe cose.
“Abbiamo avuto 1.820 persone che hanno perso la vota. Lo dico a complottisti e a chi fa video – ha commentato – Almeno abbiate rispetto per i morti. Quando dite le vostre idee che sono contro il sistema pensate ai morti, spero che questo pensiero vi freni. I morti hanno un’età media di 82 anni, è stata la strage dei nostri nonni, di coloro che invece che fare i complottisti hanno fatto grande il Veneto”.
Uno Zaia nervoso, irritato, deluso dalletantefotografie ricevute che immortalano scene di ‘movida’, come se il coronavirus fosse già estinto. Cosa che non è ed è per questo che il governatore ha insistito sulla responsabilità individuale, sottolineando di non comprendere dove siano le difficoltà nel dimostrarsi ancora un po’ pazienti e nell’utilizzare distanze e dispositivi di sicurezza per non contagiarsi l’un l’altro.
Infine il governatore è tornato a sottolineare l’importanza dell’utilizzo della mascherina per contenere il contagio: “Chi usa la mascherina ha meno probabilità di contrarre il virus – ha concluso Zaia – La mascherina è il primo presidio di sicurezza. Ci sono regole anche per indossarla, perché non si può usarla solo quando si vuole e poi dire che non serve a nulla. Se stiamo qui a discutere dell’uso della mascherina adesso significa veramente parlare del nulla, me ne vergogno anche”.
Tamponi in ritardo nelle Ulss venete
Negli ultimi giorni si sta registrando in tutte le Ulss del Veneto un ritardo nella refertazione dei tamponi Covid-19. Ritardo che è legato principalmente a tre fattori. Maggior numero di tamponi effettuati, carenza di reagenti e guasto tecnico alle apparecchiature dell’Azienda Ospedaliera di Padova.
Come spiega il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Luciano Flor “le due macchine che dal 25 febbraio in Azienda Ospedaliera di Padova lavorando incessantemente 24 ore su 24 per processare una media di 4-5 mila tamponi al giorno funzionano da qualche giorno a scarto ridotto a causa di un guasto tecnico di 2 apparecchiature che dovrebbe essere risolto entro giovedì. Per la prossima settimana è previsto in Azienda Ospedaliera l’arrivo di due macchine nuove, ordinate a marzo e attese da fine aprile, che consentiranno di mettere a regime il sistema, portando a 8mila al giorno il numero di tamponi processati”.
Alla rottura delle macchine di Padova si è associato un aumento dei tamponi che vengono fatti alla popolazione: in Azienda ospedaliera si è passati da Una richiesta di 4-5 mila tamponi processati al giorno a quasi 6.000.
Infatti il piano della Regione Veneto ha previsto un progressivo potenziamento della sorveglianza e quindi un maggior numero di campioni effettuati.
Complessivamente nelle Ulss del Veneto i tamponi fatti quotidianamente sono passati in pochi giorni da 8 mila a 11 mila con punte di 13mila. Nella settimana dal 6 al 12 aprile il numero dei tamponi esaminati complessivamente è stato di 7.798 e nella settimana dal 4 al 10 maggio di 11.045.
A.B.