“Addio al residuo fiscale e ai 9 decimi di tasse trattenute sul territorio, Zaia dovrebbe avvisare i veneti”. Stefano Fracasso, capogruppo del Pd in Regione, è duro nei confronti del governatore del Veneto, che dopo il ‘via libera’ del ministro Tria ancora una volta si è detto soddisfatto dei passi in avanti del percorso verso l’autonomia regionale.
Secondo Fracasso però, l’aver accettato la partenza dai costi storici, per arrivare a quelli standard in 5 anni, dimostra una retromarcia rispetto alle intenzioni iniziali e va in una direzione ben diversa rispetto alle promesse pre-referendum del 22 ottobre del 2017, quando in tutti i proclami si sentiva parlare di Veneto come il Trentino Alto Adige e tasse trattenute sul territorio per garantire prestiti alle imprese, servizi ai cittadini e investimenti per migliorare la Regione.
“Luca Zaia accetta a Roma quello che ha sempre rifiutato a Venezia – ha commentato Fracasso all’indomani dell’ok di Tria – Il residuo fiscale è definitivamente morto, lo stesso vale per i 9/10 di tasse trattenute in Veneto, mentre per il trasferimento delle risorse dallo Stato si parte dalla spesa storica, per un periodo di tre-cinque anni, per arrivare progressivamente ai costi standard. Comunque vada, quanto aveva promesso con l’interminabile campagna propagandistica, non ci sarà. Zaia si sta smentendo da solo, dicendo sì a cose che non sono scritte nella legge approvata dalla maggioranza in Consiglio regionale il 15 novembre 2017, due settimane dopo la consultazione referendaria. E, paradossalmente, è invece quello che avevamo sostenuto con un nostro emendamento, bocciato dalla Lega e dai suoi alleati. Chiedevamo un metodo uguale per tutti e costi standard. Adesso quelle proposte saranno il riferimento per le risorse da girare alla nostra Regione con l’autonomia, se e quando arriverà. Ricordiamo il libretto con le ‘100 domande’ in cui il governatore prometteva meno tasse e vagheggiava un Veneto a Statuto speciale in stile Bolzano, con soldi trattenuti sul territorio che sarebbero serviti per pagare le rette degli asili e concedere prestiti alle imprese? Niente di tutto ciò. L’avevamo detto e i fatti ci stanno dando ragione. Per onestà ora Zaia dovrebbe avvisare i veneti, magari mettendo anche i banner pubblicitari sui siti internet delle Ulss, che i 18 miliardi di residuo fiscale sbandierati durante la campagna referendaria non ci saranno. E una volta sciolto il nodo-risorse – ha concluso Fracasso – vuoi vedere che, anche sulle materie, Zaia accetterà a Roma quello che non ha voluto accettare a Venezia?”