Nell’Alto Vicentino non si può fare il nome della Caritas e non si può scrivere la verità che si scatena l’inferno. Cose di questo genere non le ho viste nemmeno in Sicilia, dove avevo a che fare con la criminalità organizzata che aveva molto più rispetto per stampa e soprattutto fonti istituzionali.
Tutto perchè abbiamo osato nominare la Caritas, quando un nostro lettore ha chiesto, alla luce delle numerose multe inflitte ai rom per le loro carovane, chi pagasse le sanzioni.
Come funziona nel giornalismo, professione che qualcuno svolge senza titolo nè esperienza, abbiamo chiesto al comandante della Polizia Locale come andassero le cose, in caso di contravvenzioni ai senza fissa dimora. Il Comandante Giovanni Scarpellini, con il suo fare garbato e sobrio, ha risposto direttamente al lettore, parlando di ‘associazioni caritatevoli’. Il suo intento era quello di non alzare il polverone in un momento di crisi in cui famiglie italiane non riescono ad arrivare a fine mese. Ma intendeva dire Caritas.
Non ci siamo fermati all’intervista al comandante della Polizia Locale Nevi e per giorni, lavoro che qualche collega dovrebbe imparare a fare, abbiamo cercato riscontri e prove che un giornalista non è tenuto a fornire alla Caritas, perchè non bisogna passare il permesso a nessuno per scrivere quello che accerti sia verità e che i cittadini hanno il diritto di sapere.
Che la Caritas paghi le multe e non solo ai rom, è indubbiamente una notizia. Al punto che giornali autorevoli come Il Giornale, l’hanno ripresa dopo averla riscontrata anche loro.
Avevamo deciso di mantenere i toni bassi, ma alla luce della gravità di quanto sta accadendo, siamo noi di Altovicentinonline che non ci stiamo a passare per bugiardi. Specie se a sostenerlo sono persone non all’altezza professionale di gestire un caso simile. Di non essere in grado di accertare una verità o una menzogna. Imprudente l’attacco, molto. A tal punto da decidere di raccontare ai lettori i casi in cui la Caritas è intervenuta per sostenere i rom. Si tratta di vari episodi che avremmo pure fatto a meno di descrivere, ma che a questo punto, è giusto che si sappiano.
Il primo caso riguarda il Comune di Villaverla, dove il 18 marzo 2015 viene sequestrata una roulotte ad una nomade, R.K.. Il mezzo viene portato alla carrozzeria Sperotto e perchè la famiglia riabbia indietro il mezzo, arriverà la Caritas a pagare. Dei fatti se n’era occupato anche il Giornale di Vicenza. (Seguirà intervista con dichiarazioni del sindaco Ruggero Gonzo)
Ma c’era stato anche un altro caso, quello di Zanè. Nomadi appartenenti alla famiglia F.I. , tra il 2014 ed il 2015, hanno potuto contare più di una volta sui soldi della Caritas. Esistono contatti tra la Caritas ed il Comando di Polizia Locale Nevi, che testimoniano l”interesse’ dell’associazione caritatevole, che interviene per aiutare i rom contravvenzionati. Il 19 ottobre 2015, saranno gli stessi rom a dichiarare il sostegno della Caritas.
Ancora, il primo dicembre del 2014, a Piovene Rocchette, viene sequestrata una roulotte priva di targhe. E’ intestata ad un rom appartenente alla famiglia coinvolta due estati fa, nella sparatoria di Sarcedo, tra ‘famiglie rivali’. Ebbene, anche in questo caso, la restituzione del mezzo avverrà grazie ai soldi della Caritas, che non solo paga multe per il rilascio della roulotte sequestrata, ma si preoccupa di fornire accoglienza al senza fissa dimora prima nella parrocchia di Sarcedo e poi in una di Schio.
Ma se qualche pivello, utilizzando uno strumento che forse non sa gestire per inesperienza, si ostina a dichiarare l’estraneità della Caritas, ecco il caso del 19 ottobre 2015, quando alcuni frequentatori di chiese dell’Alto Vicentino chiamano la centrale operativa della Polizia Locale perchè infastiditi da mendicanti sinti che vogliono l’elemosina. Anche in questo caso, assieme ai vigili, interverrà la Caritas che provvederà a dare dei soldi ai rom perchè vadano via. Soldi contanti, in questo caso, come nel caso di una multa pagata a Schio , dopo l’ennesimo sequestro.
Caritas, adesso smentisci tutte queste circostanze.
Non avremmo voluto scendere nei particolari, ma non possiamo nemmeno passare per chi ha messo in giro una bufala e siamo stati costretti a spiegarvi come e quando la Caritas ha pagato per i rom.
Questo non è un attacco ad un’associazione che da anni si impegna per il prossimo e conta su volontari che, sacrificando il loro tempo, svolgono un lavoro che va esaltato e ammirato, è solo una risposta a quello che ci è sembrato un atto di prepotenza da parte di chi forse non ha capito che dietro un titolo ‘Chi paga le multe ai Rom? la Caritas’, c’è un lavoro fatto di riscontri e verità che non potevamo nascondere.
Il bavaglio non ce lo mette nessuno, soprattutto chi non conosce una professione che svolge in maniera improvvisata e pensa di poter fare il bello e cattivo tempo con il potere del denaro, che può comprare tutto, ma non l’esperienza e la professionalità che si conquista sul campo e negli anni. I curricula non sono un optional.
Natalia Bandiera
Ecco l’articolo che non avremmo dovuto scrivere:
Un lettore scrive al comandante Scarpellini: ‘Chi paga le multe dei rom?’ La Caritas