Ha letteralmente ‘schifato’ l’opinione pubblica la notizia del giudice Giovanni Ghini che ha liberato il richiedente asilo reo confesso di aver abusato sessualmente di un bimbo disabile di 13 anni e a invocare giustizia è anche la senatrice leghista Erika Stefani.

Secondo il giudice, già criticato per essersi spesso presentato in aula in t-shirt o in maniche di camicia, “lo straordinario senso di autodisciplina dimostrato dall’indagato che si è messo da solo agli arresti domiciliari, basta, anche senza la pienissima confessione, a garantire che le esigenze cautelari possano essere soddisfatte con misure diverse dal carcere”.

E quindi può starsene libero in attesa del processo.

Uno choc. Una decisione che è balzata agli onori (disonori forse sarebbe più appropriato) della cronaca nazionale come ennesima prova che la giustizia in Italia lascia a desiderare, perché se da un lato è vero che ci possono stare le attenuanti, dall’altro lato è pur vero (e sulla bilancia dovrebbe pesare di più) che c’è un minore disabile violato.

A prendere posizione contro la decisione del giudice è anche Erika Stefani, senatore vicentino della Lega Nord, che ha commentato con un comunicato: “La scarcerazione del richiedente asilo pachistano reo confesso di violenza carnale ai danni di un tredicenne disabile è un fatto a dir poco sconcertante in un paese moderno come il nostro.  Il governo prenda atto che abbiamo un sistema penale e di codice di procedura penale pieno di falle e di interpretazioni possibili troppo varie con l’unico risultato che viene meno la certezza della pena. La Lega ha sempre chiesto un rigore nell’applicazione delle leggi senza se e senza ma. La sinistra ha dimostrato di non essere in grado di dare alcuna garanzia ai cittadini. Quando torneremo al governo cose del genere non esisteranno. Presenterò al ministero della Giustizia un’interrogazione affinché chi commette soprattutto reati come questi non abbia alcuna possibilità di uscire dal carcere”.

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