Un’Ave Maria senza parole e dolcissima, suonata dal nipote Sergio, ha accompagnato Monica Zoccai nell’estremo saluto che le è stato dato questa mattina nel Duomo di Thiene.
Una chiesa colma di affetto, di presenze arrivate anche da lontano, per salutare quella donna che nella sua vita aveva dato tanto non solo ai famigliari, ma anche agli amici, ai collaboratori e alla comunità.
Una figura molto apprezzata quella di Monica Zoccai, più amata di quanto lei stessa probabilmente immaginasse, che in molti in città ricordano come introversa e sempre di corsa, ma che racchiudeva un’anima nobile, che sapeva gioire come una bambina davanti alle piccole cose. Una donna decisa, che sembrava spigolosa, ma che si commuoveva per ogni piccolo successo dei figli Martina e Massimo, che adorava i nipoti e il cui viso si illuminava di gioia quando parlava degli affetti più cari, del suo giardino e della sua ultima collezione di gioielli.
“Monica ha fatto tanto per la città di Thiene”, ha detto Don Livio nell’omelia, raccogliendo il consenso silenzioso dei tanti presenti, giunti puntuali in chiesa non per circostanza, ma per affetto sincero. Lo stesso affetto che è stato manifestato all’intera famiglia Zoccai e al marito Bibo, duramente provati dalla perdita improvvisa della loro Monica e che solo due anni fa avevano pianto la scomparsa di Lelio, conosciuto non solo per aver creato il marchio di gioielli ‘Zoccai’, ma per essere anche stato prigioniero di guerra, uno di quelli che dalla campagna di Russia era tornato a piedi. Un uomo che insieme alla moglie Lucia aveva insegnato ai figli Monica, Nadia e Gino l’educazione e l’amore per la vita, il rispetto per il lavoro e l’attenzione per il prossimo.
Poco prima di spegnersi, circondata dall’amore profondo della famiglia, era stato proprio il padre Lelio uno degli ultimi pensieri di Monica, che per dare conforto a chi sapeva avrebbe sofferto per la sua perdita ha detto: “Mio papà mi aspettando, vado da lui”.
A.B.