I cuochi contadini vicentini protagonisti, al primo B2B dell’Agroalimentare veneto a Santa Lucia di Piave . Il Veneto svela l’agriturismo quale motore di un settore che lo fa svettare ai primi posti in Italia. La provincia berica è stata autorevolmente rappresentata dai cuochi contadini di Malga Spill, Gruuntaal, Il Casale e Le Poscole al Canton, a cui si sono aggiunte le aziende di Campagna Amica Cantone di Cogo Raffaele, Cantina Mattiello, Costalunga Vini, Cantina Menti, Fattoria Sociale Massignan, Malga Serona, La Greppia, Coop Mais Marano, Il Palazzone Distilleria Brunello, Il Birrone, Coop Pedemontana del Grappa, Col di Stella, Azienda Acqua e Fieno.

Agroalimentare e territorio sono il binomio vincente della sfida dei cuochi contadini che sono stati protagonisti, ieri, dell’evento organizzato a Santa Lucia di Piave, organizzato da Coldiretti in collaborazione con Terranostra e la Fondazione Campagna Amica. Ed a sancire l’importante momento erano presenti, oltre al sindaco di Santa Lucia di Piave, Fiorenzo Fantinel, il Presidente dell’Ente Fiera Alberto Nadal, il presidente di Coldiretti Treviso Giorgio Polegato e l’assessore regionale al Turismo ed Agricoltura Federico Caner.

I cuochi contadini, noti anche come agrichef, godono di una formazione di alto livello, che diventa continua, al fine di consentire ai professionisti dei fornelli, ma anche dell’ospitalità rurale, di accogliere i propri ospiti con raffinatezza e buon gusto. “La scuola di formazione, nata in Veneto, ora da nord a sud d’Italia – ha ricordato la neopresidente nazionale di Terranostra, Dominga Cotarella – conta oltre mille ambasciatori della Dieta Mediterranea e del Made in Italy, richiesti ai Villaggi di Coldiretti, alle rassegne di cucina, nonché alle trasmissioni televisive nazionali di punta: i cuochi contadini sono veri e propri testimonial di piatti e ricette della tradizione rurale”.

“Una figura ricercata dai media e dai gourmet, che con la formazione si è qualificata aggiungendo ulteriori perfomance ad una professione che abbina capacità di coltivazione ed allevamento, alla competenza ai fornelli, accostando doti di narrazione e comunicative – ha aggiunto Diego Scaramuzza, che guida gli agriturismi veneti di Terranostra – un mestiere ambito anche dalle nuove generazioni, che intraprendono progetti di fattoria didattica e sociale, sviluppando le modalità emergenti del turismo, come quella esperienziale, creativa, integrata e slow”.

Il quadro nazionale è stato approfondito da Francesco Fratto, redattore del Progetto Ismea, che ha commentato i dati Istat 2022, che rivelano 25.849 (+1,8% rispetto al 2021) attività agrituristiche. La crescita maggiore è stata riscontrata nel Nordovest (+2,7%) e nel Nordest (+2,4%). In Toscana il tasso di attivazione (nuove aziende autorizzate/totale aziende) più alto (30%), in Sicilia il tasso di cessazione più basso (10%). In leggero aumento (+0,7% rispetto al 2021) la presenza delle donne imprenditrici, che sono più di un terzo di tutti i conduttori.

Sono pari al 64% i Comuni “agrituristici”. Dal 2004, il loro numero cresce in media del 2,2% l’anno e nel Nord-ovest addirittura del 4%.

Nel corso dell’incontro è stata presentata in anteprima l’innovativa piattaforma commerciale del kmzero, con gli scambi tra produttori ed operatori del turismo rurale ed il B2B promosso dagli agricoltori, che da veri custodi hanno conservato in secoli di storia prodotti strappati all’estinzione, preservando razze e specialità che Coldiretti ha raccolto in un album creando così una ricchezza di “sigilli di Campagna Amica”.

La ricerca del buon cibo, che spesso diventa souvenir per i turisti, contribuisce a salvare un tesoro di oltre 5.500 prodotti alimentari tradizionali, vanto italiano che non rappresenta solo un valore economico, ma anche storico, culturale ed ambientale”.

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