La ricetta che propone Giuseppe De Marchi, candidato sindaco per la lista civica “Insieme per Santorso”, non ha ingredienti difficili da capire. Le parole chiave sono tre. Primo: rimettere al centro il cittadino di Santorso. Non rom o extracomunitari. Secondo: rincorrere l’autonomia amministrativa. Terzo:

aiutare le fasce più deboli (ovviamente con un forte richiamo al punto 1). De Marchi, classe ’78, capogruppo di minoranza uscente, non fa mistero sulla sua collocazione politica: “Sul nostro simbolo ci sono due bandiere: quella della Lega Nord e quella degli Indipendentisti. E su 4 candidati sindaco l’unico veramente di centrodestra sono io”.

De Marchi, secondo lei c’è molto da cambiare a Santorso…

“Molto, sì. E questo è il motivo per cui io e la mia squadra abbiamo deciso di metterci in gioco. Per cambiare, finalmente. Perché a Santorso il cittadino torni ad essere al centro dell’azione amministrativa e politica del Comune. Il cittadino di Santorso intendo, non rom o extracomunitari che con Santorso non hanno niente a che fare”.

E’ questo che rimprovera alla giunta Menegozzo?

“Questa amministrazione ha dimostrato di avere un debole per i nomadi. Da anni tenta un percorso di integrazione che ha dato risultati disastrosi, anche da un punto di vista di risorse sprecate. Gli ha dato appartamenti, roulotte e per avere in cambio cosa? Nulla. La microcriminalità non è diminuita. E poi, io lo vedo ogni giorno, le aree adibite alla sosta dei nomadi… Un’immagine non decorosa per il nostro paese”.

Altre critiche all’amministrazione uscente?

“Santorso non ha più vita sociale. E’ un paese spento, la sera c’è poco o nulla. I cittadini non hanno luoghi di aggregazione. Fino a qualche anno fa, per dire, c’era la festa del nostro patrono, sant’Orso, si festeggia il 3 maggio. Beh, non si fa più. Santorso non ha più un patrono”.

E voi cosa proponete?

“Una gestione delle Associazioni in modo da realizzare eventi, di qualsiasi genere, in modo da creare punti di ritrovo per la nostra comunità. Altrove questo lavoro lo fanno le Pro Loco, qui a Santorso non lo fa nessuno”.

Tre punti cardine nel vostro programma…

“Sì. Prima di tutto pensare al cittadino di Santorso. Poi l’autonomia amministrativa, che porterà all’autonomia fiscale. Vogliamo che le tasse prodotte dai nostri cittadini restino qui. Che poi è l’unico sistema per essere indipendenti dal patto di stabilità. E poi, in un periodo del genere, stare al fianco di chi ha bisogno. Però con un cambio di priorità: prima quelli di Santorso. Poi, se restano risorse, anche agli altri”.

Tutto chiaro. Così, a pelle, che sensazioni ha da questa campagna elettorale?

“Sensazioni non brutte. La gente ha voglia di cambiare, è stufa. E quest’anno si presentano 4 liste. Vuol dire che i cittadini si interesseranno di più, valuteranno più attentamente i programmi. E siamo tutti in corsa. Nessuno è escluso dai giochi”.

Teme che l’astensione possa favorire qualche lista in particolare?

“No, credo invece che astensione non ci sarà. Quando si tratta di amministrative la gente va a votare più volentieri. Anzi, questo porterà più gente a votare per le europee”.

Quale degli altri candidati sindaco teme di più?

“Nessuno in modo particolare. Certo, la lista uscente parte avvantaggiata. Ma, ripeto, la partita è aperta. E poi io tra i 4 candidati sono quello che vive di più il paese. E questo è uno dei miei punti di forza. Oltre al fatto che non ci perdiamo in tanti ragionamenti: il nostro è un programma semplice, fatto di ideali validi e concreti”.

di redazione Thiene on line

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