“Alcune parti politiche hanno spesso accusato la Lega di essere estremista e poco rispettosa dell’ambiente. E questo perché abbiamo difeso la caccia. Evidentemente non si rendono conto che il ruolo dei cacciatori è fondamentale per la società: un cacciatore non è solo un appassionato, ma un tutore dell’ambiente. Senza questa categoria, con alcune specie di fauna selvatica ormai fuori controllo, avremmo i cinghiali fin dentro casa, con danni per l’uomo e l’agricoltura enormi. Dare un quadro normativo di riferimento a questo settore è quindi quanto mai importante”. Lo afferma il capogruppo della Liga Veneta per Salvini premier Giuseppe Pan, commentando “la rideterminazione del Piano Faunistico della Regione del Veneto”.
“Regolare la caccia non significa essere integralisti, ma controllare un ambiente che ormai ha perso il suo equilibrio – prosegue Pan – E perché questo avvenga, l’unico modo è dotarci di piani di gestione della fauna selvatica appropriati. Ciò significa anche fornire una formazione adeguata ai cacciatori, con la collaborazione delle associazioni venatorie. La caccia, infatti, non è un gioco: è un’attività complessa che necessita della giusta preparazione perché i cacciatori diventino davvero collaboratori delle istituzioni”. “La proroga del Piano faunistico permetterà di approfondire questi piani di gestione – conclude Giuseppe Pan – arrivando così in primavera a discuterli in aula e dare così un quadro normativo di riferimento attuale”.
Zanoni : “Ottava proroga di un piano zombie e i cittadini non potranno vietare la caccia sui propri terreni, vergognosa la bocciatura del nostro emendamento”
“A danno si aggiunge danno: non solo l’ottava proroga di un Piano quinquennale scaduto nel 2012, ma i proprietari dei terreni non potranno chiedere il divieto di caccia all’interno dei loro fondi. La bocciatura del mio emendamento è una vergogna, uno schiaffo che non ha alcuna giustificazione. Se vengono garantiti solo i diritti di alcuni, non si chiamano diritti ma privilegi. E così avremo ancora cittadini di serie A e di serie B”. È quanto afferma il consigliere del Partito Democratico, Andrea Zanoni, commentando il NO dell’assemblea di Palazzo Ferro Fini al suo emendamento, sottoscritto dall’intera coalizione di centrosinistra, all’interno del provvedimento che ha prorogato fino al 31 agosto 2021 l’attuale Piano faunistico venatorio.
“Era una proposta di buon senso – osserva il consigliere – dal 2007, chi ha un terreno non può esercitare il diritto che gli dà la legge nazionale e regionale, ovvero, quello di chiedere lo stop della caccia in casa propria: di questo si deve ringraziare il centrodestra presente in Veneto. A favore – evidenzia Zanoni – hanno votato Partito Democratico, Europa Verde, Veneto che Vogliamo, Arturo Lorenzoni e M5S, contrari Lega, Lista Zaia, Autonomia Veneta, Fratelli d’Italia e Forza Italia, pari a 10 contro 40”.
“Nel frattempo in Europa vengono vietati i pallini di caccia con piombo nelle zone umide con voto quasi plebiscitario. I nostri deputati a Bruxelles rappresentano i cittadini veneti molto meglio dei consiglieri regionali. In Italia, unica a livello europeo, l’articolo 842 del Codice civile permette di cacciare in terreni privati anche senza l’autorizzazione dei proprietari. Tuttavia sia la legge nazionale 157/1992 che quella regionale, la 50/1993, permettono a questi di chiedere lo stop, facendo richiesta entro 30 giorni dall’approvazione del nuovo piano faunistico-venatorio. Se non c’è il Piano decade automaticamente il diritto. L’emendamento voleva riportare una situazione di normalità e aprire la finestra dei 30 giorni anche con la legge proroga”.
“Non c’è alcuna motivazione valida, in Veneto la maggioranza è sempre la stessa e aveva tutto il tempo per approvare il nuovo Piano, invece ha dimostrato una totale incapacità di gestire una materia così importante. Questo provvedimento – ribadisce e sottolinea il consigliere – è nato grazie all’insieme di vecchi Piani provinciali che hanno fotografato una realtà che risale tra il 2003-2004, approvato nel 2007 e scaduto nel 2012 dopo 5 anni di validità, poi ‘riesumato’ per otto volte: praticamente uno zombie. Ma quanto territorio è stato consumato – chiede Zanoni – dalla cementificazione in quindici anni? Nel Piano vengono considerate ‘cacciabili’ tutta l’area portata via dalla Valdastico Sud, così come gli 850 ettari sottratti dalla Superstrada Pedemontana Veneta. Nel frattempo abbiamo dovuto fare i conti con i cambiamenti climatici che hanno avuto conseguenze pesanti sulla fauna selvatica. Ma per la maggioranza non è successo niente.”.
“Il Piano faunistico venatorio – conclude Andrea Zanoni – non contempla specie ‘nuove’ come il lupo, l’orso o la lince, mentre sono presenti altre specie che nel frattempo hanno subito riduzioni importantissime, considerate cacciabili dalla Regione e da proteggere secondo la Commissione Europea, l’Ispra e dal ministero dell’Ambiente. Prorogare per l’ottava volta un documento del genere è semplicemente indecente