(Agi) Una nuova ricerca pubblicata su Nature Climate Change rivela che il ceppo wMel del batterio Wolbachia, che blocca la trasmissione di virus trasmessi dalle zanzare, come il dengue, sarà probabilmente efficace nelle condizioni di ondate di calore previste fino agli anni 2030. Tuttavia, la sua efficacia in scenari di riscaldamento a lungo termine è incerta. Le malattie trasmesse dalle zanzare, incluse malaria, dengue e virus Zika, colpiscono milioni di persone e potrebbero rappresentare un rischio maggiore in futuro a causa delle condizioni climatiche, poiché la temperatura influisce sulla diffusione geografica e sulla prevalenza di queste malattie.

Una promettente tecnologia di controllo biologico sostituisce le zanzare selvatiche con quelle che portano il batterio Wolbachia pipiens, che blocca l’infezione e la trasmissione di vari patogeni delle malattie trasmesse dalle zanzare. Già diverse varianti del batterio Wolbachia sono state trasferite in diverse specie di zanzare Aedes e hanno superato test in America Latina, Asia e Oceania, principalmente utilizzando il ceppo batterico wMel.

Tuttavia, si teme che il ceppo wMel possa essere indebolito sotto stress termico. Váleri Vásquez e colleghi dell’Università della California hanno integrato un modello di dinamica delle popolazioni di zanzare con dati sull’effetto della temperatura su wMel in un ambiente di laboratorio e con previsioni sulla gravità delle future ondate di calore, al fine di capire gli impatti potenziali del riscaldamento su wMel a Cairns, Australia, e Nha Trang City, Vietnam, dove erano stati condotti con successo i test sul campo.

Nonostante gli autori concludano che la tecnologia sia generalmente resistente ai cambiamenti climatici previsti nel prossimo futuro (2030), il loro lavoro rivela anche la possibile vulnerabilità della tecnologia wMel in caso di elevata variabilità termica e di cambiamenti climatici a lungo termine. Gli autori prevedono che le ondate di calore negli anni ’50 potrebbero durare più a lungo (in media 24 giorni) rispetto alle ondate di calore previste per gli anni ’30 (in media 9,7 giorni), il che avrebbe un effetto negativo su wMel.

Gli autori suggeriscono che scenari con ondate di calore più calde e frequenti potrebbero diminuire l’efficacia di wMel. Ulteriori ricerche sono necessarie per comprendere le soglie di resistenza di wMel e per sviluppare approcci più adattivi per le malattie trasmesse dalle zanzare, concludono gli autori.

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