a cura dei Poliambulatori San Gaetano
Il 13 maggio 2024 si terrà a Palazzo Cornaggia-Sala Biblioteca Civica a Thiene (Vi) la serata dal titolo “Digitale e realtà: una risorsa o una problematica per la mente?”. L’obiettivo sarà quello di confrontarsi su nuove normalità e nuove dipendenze, partendo da evidenze scientifiche e dall’esperienza ventennale delle relatrici in ambito digitale, con particolare attenzione alle varie fasi di vita e a che cosa possa essere utile mettere in pratica per prendersi cura della propria salute digitale.
Dottoressa Laura Brusaterra, psicologa clinica e di comunità, psicoterapeuta e terapeuta EMDR. Formatrice Nazionale per l’Istituto Superiore di Sanità e il Dipartimento Antidroga nel progetto “Rete senza fili: connessioni nazionali”, collabora con l’Ulss 7 Pedemontana e la Regione Veneto nei Laboratori Multimediali di Ca’Dotta di Sarcedo (Vi) sugli stili di vita e la promozione della salute; collabora, inoltre, con il Serd di Thiene (Vi) e il Ceis di Schio (Vi) nell’ambito della prevenzione alle dipendenze patologiche nel progetto “Scuola Aperta” che da più di vent’anni è presente nelle scuole secondarie di primo grado del territorio del Distretto 2 dell’Aulss 7 Pedemontana.
Dottoressa Elena Bottignolo, psicologa clinica della salute e di comunità, psicoterapeuta e terapeuta EMDR. Collabora con l’Associazione Diabetici Alto Vicentino e il Servizio di Diabetologia dell’Aulss 7 Pedemontana, con l’Uulss 7 Pedemontana e la Regione Veneto nei Laboratori Multimediali di Ca’Dotta di Sarcedo (Vi) sugli stili di vita e la promozione della salute; collabora, inoltre, con il Serd di Thiene (Vi) e il Ceis di Schio (Vi) nell’ambito della prevenzione alle dipendenze patologiche nel progetto “Scuola Aperta” che da più di vent’anni è presente nelle scuole secondarie di primo grado del territorio del Distretto 2 dell’Ulss 7 Pedemontana.
D.: Cosa vi ha spinto a interessarvi al mondo digitale?”
R.L.B.: Il mio interesse è nato ormai 20 anni fa quando ho deciso di scrivere la mia tesi triennale sul tema della pedofilia online. Da lì ho iniziato a prendermi cura degli aspetti negativi della rete, ma con la volontà ferma di provare ad agire dal punto di vista della prevenzione e della promozione di un benessere digitale.
R.E.B.: Io ho iniziato ad occuparmene essendo i preadolescenti e gli adolescenti il mio target di lavoro principale; lavorare con questo target, oggi, significa inglobare nei colloqui e negli incontri che facciamo coi ragazzi l’identità digitale e come loro utilizzano la rete. Diventa davvero argomento quotidiano con loro ed è ciò che cerchiamo di condividere anche con gli adulti. Oggi non c’è più una distinzione tra reale e virtuale, Luciano Floridi parla del concetto di “onlife” e “infosfera”: ne parleremo durante la serata.
D.: “Quale sarà l’obiettivo della serata e a quali persone è rivolta?”
R.L.B.: La serata è aperta a tutta la popolazione; parleremo di tecnologia nelle varie fasi della vita e di come la possiamo gestire nel miglior modo possibile, nel tentativo di condividere delle buone pratiche prendendo spunto dalle linee guida internazionali e nazionali
R.E.B.: L’obiettivo è proprio quello di ragionare insieme su come poter utilizzare la tecnologia in modo da renderla un aiuto e un supporto alla quotidianità. L’era digitale rischia, a volte di travolgerci: proveremo a tracciare insieme delle possibili integrazioni utili alla salute di ognuno di noi
D.:”Quali sono, secondo voi, oggi le criticità maggiori alle quali fare attenzione?”
R.L.B.: Sicuramente il tempo di utilizzo e la Fomo, quell’aspetto che caratterizza la difficoltà che molte persone anche adulte non solo adolescenti di staccarsi dalla tecnologia per paura di non essere costantemente aggiornati su ciò che accade online, in un crescendo di aspetti ansiogeni che possono gettare le basi anche per un problema di dipendenza o di iperutilizzo tecnologico
R.L.B.: Per me la criticità maggiore è legata alla technoference, quella presenza tentacolare della tecnologia che, a volte, rischia di essere molto invasiva e può contribuire a creare una difficoltà nelle relazioni intrafamigliari.
D.:”E ci sono, invece degli aspetti positivi che dobbiamo riconsiderare?”
R.L.B.: Certamente. L’obiettivo che ci poniamo come professionisti della salute mentale e digitale non è assolutamente di demonizzare la tecnologia; il tentantivo è di provare a condividere e costruire insieme delle indicazioni di utilizzo che possano essere sostenibili e facilmente applicabili dalla popolazione in modo da rendere l’utilizzo tecnologico il piùà virtuoso possibile
R.E.B.: Assolutamente sì, basti pensare alle opportunità che la tecnologia da alla telemedicina e a tutte quelle situazioni in cui questa può fornire indicazioni utili alla popolazione in momenti di grande criticità. Mi viene in mente la situazione che abbiamo appena vissuto con la pandemia da Covid-19: sicuramente la DAD e la DID hanno avuto delle criticità importanti, ma la rete ha reso possibile il contatto con la scuola e col mondo del lavoro. L’OMS ha dichiarato che in quella situazione, ad esempio, la povertà digitale era diventata povertà scolastica: chi non si poteva collegare, ripeto, al netto delle criticità, ha purtroppo vissuto un momento di forte svantaggio.
La serata sarà interattiva e il pubblico verrà costantemente coinvolto dalle relatrici per poter dare a tutti la possibilità di esprimersi sul tema e di fare domande. In ultima analisi, il tentativo sarà quello di co-costruire un’integrazione tra reale e virtuale, attingendo a tutte quelle che sono le indicazioni dei massimi esperti italiani come il Dottor Matteo Lancini, il Dottor Alberto Pellai, la Dottoressa Stefania Andreoli, il Gruppo del Cremit dell’Università Cattolica di Milano, la Dottoressa Daniela Lucangeli dell’Università degli Studi di Padova, l’Associazione Parole Ostili di Trieste e molti altri.