Il termine stagflazione è l’unione di stagnazione e inflazione, succede quindi quando all’aumento generale dei prezzi si aggiunge una crescita minima o addirittura nulla dell’economia reale.

A causare oggi la stagflazione, proprio come quella che abbiamo conosciuto nella seconda metà degli anni ’70 del Novecento, sarebbero alcuni fattori, la maggior parte dei quali però sono riconducibili all’attuale conflitto. Oltre alle difficoltà legate al post-pandemia, a far ipotizzare questo quadro economico sono le conseguenze della guerra in Ucraina, le sanzioni economiche alla Russia, l’aumento dei prezzi delle materie prime e dei prodotti energetici.

Si tratterebbe di un fenomeno grave che potrebbe attenuare l’effetto tonificante dei 235 miliardi di euro di investimenti, previsti nei prossimi anni dal Pnrr.

Cosa provoca la stagflazione e quali effetti sui cittadini

In stagflazione la crescita è bassa e i consumatori non riescono  a sostenere le spese perchè gli stipendi sono troppo bassi. Ad aggravare la situazione c’è l’aumento generale dei prezzi, che nella maggior parte dei casi è provocato da un rincaro sulle materie energetiche che poi a catena si ripercuote su tutti gli altri settori dell’economia. La guerra in Ucraina, oggi, sta causando il rialzo delle materie prime, soprattutto del gas, del petrolio, del grano.

Le conseguenze per l’Italia

Il nostro Paese non è autosufficiente per quanto riguarda la produzione di energia, dunque l’aumento dei costi di gas e petrolio hanno conseguenze gravissime per le famiglie e per l’economia perché provocano un rialzo dei costi per produrre ogni bene e servizio e un aumento generalizzato dei prezzi. Vittime di questo sistema sono, dunque, sia le imprese che le famiglie. Nonostante tutto, l’Italia attualmente non è in stagflazione, anche perchè la crescita è garantita dal Pnrr. Ma non è detto che i fondi stanziati per il post Covid siano sufficienti qualora la situazione dovesse aggravarsi.

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