In questo 2016 bisestile, oggi è lo speciale 29 febbraio che si affaccia nel calendario di questo particolare anno: poteva mancare la celebrazione di questa eccezione da parte di Google?

Ovviamente no, e dunque oggi il motore di ricerca di Mountain View gli ha dedicato il suo doodle con un logo animato: dato che per gli anglosassoni oggi è il Leap Day (tradotto letteralmente giorno del salto), che intende così spiegare il “salto” che questo 29 febbraio fa per 4 anni e poi ricapitare nuovamente, l’animazione di google ha proprio un coniglio targato 29 che arriva di colpo saltando tra gli altri due coniglietti targati 28 e 1.

Ma a chi è venuta questa idea? L’anno bisestile fu inventato più di duemila anni fa: fu introdotto da Giulio Cesare e poi subì una nuova radicale modifica con papa Gregorio XIII, con il proposito di riallineare il calendario con l’anno solare.

Nel 46 a. C. fu inaugurato, appunto, da Giulio Cesare il calendario giuliano (elaborato dall’astronomo greco Sosigene di Alessandria): assumendo che ogni anno fosse di 365 giorni, incluse ogni quattro anni un anno di 366 giorni che recuperasse le ore di differenza rispetto all’anno solare (che dura in realtà 365 giorni e circa 6 ore).

Il nome “bisestile” deriva dal fatto che i Romani inserivano questo giorno in più prima delle calende di marzo (24 febbraio) e lo chiamavano “bis sexto kalendas Martias”. Più tardi, quando si incominciò a contare i giorni del mese partendo dal primo e poi con numeri successivi, il giorno “bis sexto” di febbraio divenne il 29.

Il giorno in più non pareggiava però perfettamente i conti con l’anno solare, e nel 1582 Papa Gregorio XIII decise di far saltare i giorni dal 4 al 15 ottobre per riportare l’equinozio di primavera al 21 marzo, introducendo il calendario gregoriano, in vigore a tutt’oggi, si stabilì che gli anni secolari, eccetto quelli multipli di 400, non fossero più bisestili. Il 1600 fu bisestile, il 1700, il 1800, il 1900 no, il 2000 è stato bisestile. Gli anni bisestili sono perciò quelli divisibili per quattro, eccetto gli anni secolari che sono bisestili solo se divisibili per 400.

Perché questi salti? La correzione gregoriana è necessaria perché trascorsi 365 giorni, rimangono ancora 0,24219 giorni (ovvero poco meno di sei ore) da passare prima che la Terra torni esattamente sulla linea dell’equinozio. Se potessimo, dovremmo aggiungere 0,96876 giorni ogni 4 anni. In realtà, si arrotonda e nell’anno bisestile si aggiunge 1,0 giorno. Di fatto aggiungiamo una ulteriore compensazione di poco più di 10 minuti in media all’anno. Che vengono poi “tolti” saltando l’anno bisestile nelle altre occasioni.

Anche con queste ulteriori compensazioni, il calendario rimane approssimato e accumuliamo ancora qualche piccolo ritardo o anticipo. Si tratta di spostamenti molto piccoli, nell’ordine delle variazioni naturali causati dagli sposstamente tra il periodo rotazionale della Terra (il giorno) e il suo periodo di rivoluzione (l’anno).

Ogni tanto – per riallineare il calendario al moto della Terra – l’International Earth Rotation and Reference Systems Service decide di togliere o aggiungere un secondo al Tempo Coordinato Universale (UTC). L’ultima volta è avvenuto il 30 giugno del 2015, proprio per compensare il rallentamento della rotazione terrestre dovuto all’attrazione gravitazionale della Luna.

 

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