“Un genitore che invade un campo da gioco durante una partita di calcio tra ‘pulcini’ per picchiare un bambino, i carabinieri costretti a intervenire per sedare gli animi inevitabilmente accesisi tra gli adulti, la gara sospesa… ma è questo il valore sociale, formativo ed educativo dell’attività sportiva? Questi e altri gesti vergognosi e incivili che si registrano, purtroppo con frequenza, sui campi di gioco, persino in occasione di tornei giovanili, sono inaccettabili, minano il prezioso e generoso lavoro di tante società e volontari e pertanto vanno non solo stigmatizzati, anche adeguatamente puniti”.

Parole amare quelle con cui l’assessore regionale allo sport della Regione del Veneto commenta il grave fatto accaduto in Polesine e che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Il papà sarebbe arrivato a tirare l’orecchio al compagno del figlio, durante la partita di calcio. Un episodio increscioso che ha fatto il giro del web e segue di appena un mese quello analogo, quando sempre un papà entrò in campo e picchiò l’allenatore che aveva espulso il suo bambino.

“Nella Carta Etica dello Sport, approvata dal Consiglio regionale lo scorso settembre – conclude l’assessore –, di cui verrà presto richiesta la sottoscrizione da parte di tutte le associazioni sportive del Veneto, è scritto esplicitamente: ‘Nella loro funzione di spettatori, i genitori e gli accompagnatori in genere dovranno mantenere un comportamento improntato al massimo rispetto degli atleti, degli arbitri e giudici di gara, nonché degli altri spettatori, evitando di esasperare le varie situazioni agonistiche e di trasmetterle ai propri figli impegnati sul terreno di gioco’. Parole che quel genitore farebbe bene a leggere, o meglio, a imparare a memoria”.

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