Stop al razzismo e alla segregazione: le parole d’ordine del Parlamento europeo per portare avanti la lotta a fenomeni sociali che non dovrebbero esistere più e che invece troppo spesso tornano a riproporsi. Per contribuire a superare preconcetti e comportamenti contrari ai valori della convivenza civile, l’Eurocamera ha adottato un documento in cui chiede di vietare la concessione di finanziamenti europei e nazionali ai media che promuovono discorsi xenofobi. E di modificare i programmi scolastici per combattere fin dall’istruzione stereotipi discriminatori.

Gli eurodeputati spingono inoltre per la tolleranza zero nei confronti del razzismo e di incitamenti all’odio nello sport, esortando la Commissione e gli Stati membri ad adottare sanzioni contro i responsabili e provvedimenti efficaci per sostenere le vittime. Il Pe ha sentito l’esigenza di intervenire in materia alla luce dei risultati di uno studio dell’Agenzia Ue per i diritti fondamentali secondo cui il 45% delle persone di origine nordafricana, il 41% dei rom e il 39% delle persone di origine subsahariana subiscono una discriminazione sulla base del loro background etnico. Secondo un sondaggio Eurobarometro oltre la metà degli europei ritiene che la discriminazione razziale sia ancora un fenomeno diffuso. L’essere rom (61% degli intervistati), l’origine etnica (59%) e il colore della pelle (59%) sono i tre principali motivi di odio verso altre persone.

Secondo Salima Yenbou, eurodeputata francese dei Verdi e relatrice della risoluzione sul tema adottata dall’assemblea di Strasburgo, occorre «lavorare attivamente contro il razzismo, affinché i nostri figli non debbano più scontrarsi e confrontarsi con queste problematiche. Dobbiamo conoscere e capire la nostra storia per costruire un futuro migliore. Ecco perché è importante che gli studenti imparino di più su concetti storici come colonialismo, schiavitù e genocidi». Per Massimiliano Smeriglio, deputato del Pd e membro della commissione cultura dell’Eurocamera, «la cultura, l’educazione e lo sport possono svolgere un ruolo fondamentale per leggere la complessità e per sperimentare il valore della diversità. Per questo è importante formare i docenti affinché possano lavorare in contesti multiculturali ed educare gli studenti alla cittadinanza europea. I Paesi devono lavorare più a fondo sull’istruzione e l’integrazione europea per rafforzare la coesione sociale».

Gianantonio Da Re, Lega, anch’egli membro della stessa commissione, sottolinea invece quanto sia importante che «chi appartiene a una minoranza – così come chiunque altro – conosca e rispetti le leggi, la Costituzione, le tradizioni e la storia delle comunità locali e del Paese ospitante. Non ci può essere inclusività senza rispetto reciproco, serve una cultura del rispetto e la tolleranza non può e non deve essere applicata a senso unico». Una battaglia, quella contro il razzismo e le segregazioni, che va combattuta – sottolinea il Pe nel suo documento – anche sul fronte del web cooperando con le piattaforme digitali per eliminare i discorsi che incitano all’odio. Ma anche contrastando la diffusione di elementi di disinformazione basati sull’Intelligenza Artificiale (IA) e su algoritmi che includono contenuti razziali e discriminatori.

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